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Speciale Componentistica

Componentistica: un'eccellenza dell'EIMA e dell'industria italiana

a cura della Redazione
ottobre - novembre 2014 | Back

Il Salone della componentistica che si svolge nell’ambito dell’esposizione della meccanizzazione agricola rappresenta un appuntamento di grande richiamo internazionale, e un successo di FederUnacoma e di Comacomp, l’associazione che rappresenta in seno alla Federazione riunisce  le industrie costruttrici del comparto. Le tipologie di prodotto, la qualità del made in Italy e le maggiori aree d’esportazione nelle parole di Alessandro Malavolti, presidente di Comacomp

Presidente Malavolti, l’industria della componentistica si presenta come un comparto particolarmente interessante per quanto riguarda le tipologie merceologiche e le dinamiche commerciali. Come si articola e come si caratterizza?

L’industria della componentistica è un insieme molto vasto ed eterogeneo, composto da numerosissime famiglie di prodotto, dai componenti oleodinamici alle trasmissioni meccaniche, dall’elettronica all’irrorazione, dalle gomme all’irrigazione, dagli ingranaggi ai componenti per le cabine. Le tecnologie coinvolte nel nostro comparto sono molto variegate, accomunate da una leadership tecnologica e commerciale italiana a livello mondiale.

I dati sull’andamento del settore indicavano, nella prima parte dell’anno, una ripresa anche sul mercato interno. Quali riscontri abbiamo attualmente e quali previsioni si possono fare per fine anno?

L’anno si chiuderà positivamente per il comparto anche se nella seconda parte dell’anno abbiamo assistito ad un rallentamento degli ordinativi soprattutto dal comparto trattoristico. Per il 2015 si prevede un primo semestre con numeri in leggero calo rispetto al 2014, soprattutto a causa della situazione di incertezza europea,  ed una seconda parte dell’anno in recupero.

In un mercato come quello italiano, nel quale le vendite di macchine e attrezzature agricole sono in calo da sette anni, si assiste ad un invecchiamento costante del parco macchine e si consolida un mercato dell’usato. Questo può significare una crescita della domanda di ricambi e accessori?

Il mercato dell’after market ha avuto una crescita in Italia nel 2014, anche se nell’economia generale del comparto la maggior parte dei componenti va al mercato del primo equipaggiamento. Per questo il mercato Italiano quest’anno in generale non ha brillato.

L’Italia vanta una notevole tradizione nella produzione di componenti e parti meccaniche di qualità. L’industria di settore deve tuttavia fronteggiare la concorrenza che viene da Paesi emergenti sempre più attivi in questo comparto. Esiste una segmentazione qualitativa del mercato, oppure i prodotti tendono a convergere verso tipologie e standard sempre più omogenei?

La segmentazione del mercato sta diventando di anno in anno sempre più significativa e si sta polarizzando verso i due estremi: da una parte alta qualità e dall’altra bassissimo prezzo. Ormai la fascia intermedia sta scomparendo. L’industria italiana è cresciuta molto perché ha puntato su qualità e soprattutto innovazione di prodotto.

Molta dell’innovazione tecnologica che viene introdotta sulle macchine agricole è legata alla componentistica. Quanto peso ha la ricerca nel settore della componentistica? Come è organizzata e finanziata?

La ricerca ha un peso molto importante. In generale, le spese di R&D  vanno da un 3% a un 8% del fatturato di ogni singola azienda. Ogni azienda è indipendente nel R&D anche se le collaborazioni con i centri di ricerca universitari sono sempre più frequenti. Nell’ultimo periodo si sono sviluppate anche alcune reti di impresa (Ide-Agri a Reggio Emilia) tra aziende anche concorrenti tra di loro per fare ricerca insieme. Circa il finanziamento si utilizzano le risorse delle aziende e i pochi bandi europei a disposizione.

Il Salone di EIMA Componenti ha registrato incrementi costanti nel numero di espositori in tutte le ultime edizioni, ed oggi raggiunge la quota record di 800 industrie partecipanti. Qual è la ragione di un successo così vistoso?

La creazione, alcuni anni fa, da parte di Eima di questo “salone nel salone” ha reso la nostra fiera l’evento di gran lunga più importante a livello mondiale per chi cerca componentistica. La specializzazione ha pagato. Quasi tutte le altre fiere europee (Parigi e Hannover in particolare)  stanno cercando di copiare questo modello ma con fortune alterne. In ogni caso i produttori italiani sono i leader mondiali a livello di componentistica per macchine agricole.

Nell’industria delle macchine e delle attrezzature agricole esistono grandi gruppi multinazionali e imprese medie e piccole, che spesso realizzano prodotti specializzati per mercati di nicchia. Nel comparto della componentistica accade lo stesso? Quanto incidono le dimensioni aziendali nella competitività delle imprese del settore?

Sì, nella componentistica esistono grandi aziende, spesso più grandi dei nostri più blasonati clienti, e aziende di nicchia di piccole e medie dimensioni. Le dimensioni sono importanti soprattutto per servire i clienti “globali” ma tuttora la specializzazione è la componente più importante.

È noto che l’elettronica ha registrato negli ultimi anni notevoli progressi, affermandosi come un comparto di punta nell’ambito della componentistica. Quali altri comparti si segnalano per la capacità innovativa e per lo sviluppo dei prodotti?

Oltre all’elettronica abbiamo visto affermarsi soprattutto l’oleodinamica e l’irrorazione.

EIMA International richiama a Bologna operatori da ogni parte del mondo, e offre ai costruttori la possibilità di monitorare la “geografia dei mercati”. Quali sono i mercati più dinamici, in questo momento, e quelli più interessanti per le industrie italiane?

I mercati più interessanti per la componentistica sono attualmente il far East ( Cina, India, Giappone e Korea del Sud) e il Nord America. Purtroppo il Sud America ha visto negli ultimi mesi un rallentamento dell’economia soprattutto in Brasile e Argentina, mentre l’andamento dell’Est Europa è legato alla situazione geopolitica.

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