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In flessione il mercato globale, in fermento quelli "emergenti"

I dati di Agrievolution sulle vendite di trattrici evidenziano cali in quasi tutti i principali Paesi, dovuti alla crisi di redditività del settore primario che ha portato ad una riduzione degli investimenti per l'acquisto di mezzi meccanici. Alcuni Paesi, soprattutto dell'area asiatica, mostrano comunque – secondo un'indagine FederUnacoma/Nomisma – trend molto positivi ed esprimono, anche in una congiuntura non favorevole, una crescente domanda di meccanizzazione

a cura della Redazione
ottobre - novembre 2016 | Back

La crisi di redditività che ha investito il settore agricolo nel 2014 e nel 2015, e che ha caratterizzato anche la prima parte dell’anno in corso, continua a condizionare la capacità d’investimento delle imprese agricole, e questo si riflette anche sul mercato delle macchine agricole con un generale abbassamento dei livelli di vendite. I dati diffusi da Agrievolution – l’organismo che coordina le associazioni dei costruttori dei maggiori Paesi e che costituisce la fonte più aggiornata sull’andamento dei mercati a livello globale – indicano una flessione significativa nelle vendite di trattrici in quasi tutte le principali aree. Considerando le trattrici di potenza superiore ai 30 CV – vale a dire quelle che possono essere definite tali in senso proprio, senza inglobare l’ampia fascia di mezzi meccanici motorizzati che hanno potenze inferiori e funzioni più circoscritte – i dati evidenziano nei primi nove mesi dell’anno cali negli Stati Uniti (-10% rispetto allo stesso periodo 2015), in Turchia (-12%), ma soprattutto in Cina (-29%) sia pure all’interno di un trend che in questi anni ha marciato ad un ritmo eccezionale, mentre cali significativi si hanno anche in Russia e in Brasile. L’Europa segna complessivamente un calo del 7%, anche se con alcune eccezioni come quelle rappresentate da Spagna e Francia che appaiono ancora in fase positiva (rispettivamente +11 e +7%). Tra i “big” del mercato si distingue l’India, che, in controtendenza rispetto all’andamento generale, segna incrementi per le trattrici del 18%, un dato che può essere letto come un recupero fisiologico rispetto ai cali sensibili registrati lo scorso anno. Questo sempre considerando le categorie di trattrici superiori ai 30 Cv, giacché l’andamento delle macchine agricole motorizzate con potenza inferiore può essere in qualche caso di segno opposto come ad esempio in Turchia e Stati Uniti dove queste tipologie di mezzi risultano in crescita. Nel mercato globale un particolare interesse riveste, al di là dei livelli di vendite complessivi all’interno di ciascun Paese, il flusso degli scambi fra Paesi esportatori e Paesi importatori. A questo fine la Federazione italiana dei costruttori ha affidato a Nomisma la realizzazione di un’indagine sui Paesi che risultano forti importatori di trattrici e macchine agricole operatrici, che può evidenziare le aree di maggiore interesse per le industrie costruttrici, nell’attuale momento e in prospettiva futura. I dati sui volumi d’importazione in termini assoluti vedono per le trattrici il predominio degli Stati Uniti (quasi quattro miliardi di dollari il valore delle importazioni nel 2015), seguiti dalla Francia (quasi 2,2 miliardi), e quindi da Canada e Germania (entrambi intorno agli 1,2 miliardi) e con quote decrescenti Regno Unito, Belgio, Australia. Per quanto riguarda le altre tipologie di macchine, la classifica dei “big importers” vede sempre al primo posto gli Stati Uniti (10,7 miliardi di dollari il valore delle importazioni nel 2015), seguiti da Germania (poco meno di 5 miliardi) e quindi, con quote inferiori, da Francia, Canada, Regno Unito e Cina. Tutto questo dimostra come i Paesi che sono grandi produttori di macchine agricole non per questo sono meno interessanti come sbocchi di mercato, rivelandosi anzi forti importatori proprio per le dinamiche tipiche delle economie più sviluppate. Se, al di là dei volumi d’importazione assoluti, si analizzano i dati riguardanti i maggiori tassi di crescita delle importazioni, quella che emerge è una geografia degli scambi nuova e in fermento. Nei sei anni dal 2010 al 2015 il Paese che ha registrato il maggiore incremento nelle importazioni di trattrici è Cuba (870% di crescita), seguito dalle Filippine (+580%) e dal Vietnam (+400%). Paesi asiatici ai primi posti anche per quanto riguarda le macchine agricole operatrici e le attrezzature, con Vietnam, Cambogia e Sri Lanka ai primi tre posti. Il monitoraggio dei nuovi mercati realizzato da FederUnacoma/Nomisma ha una fondamentale importanza per le industrie costruttrici che puntano ad estendere il proprio raggio d’attività, e suscita particolare interesse presso le industrie italiane, chiamate a diversificare le partnership commerciali, anche per compensare le perdite costanti che si registrano sul mercato nazionale. I dati sulle immatricolazioni in Italia – elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti – evidenziano infatti, nei primi nove mesi dell’anno, un passivo per quanto riguarda le trattrici (-0,8%) e per quanto riguarda le mietitrebbiatrici (-5,8%). Indipendentemente dagli alti e bassi congiunturali avutisi a livello internazionale, il mercato italiano segna decrementi costanti da dieci anni a questa parte avviandosi alla conclusione del 2016 con la prospettiva di rimanere al di sotto delle 18 mila trattrici vendute, che sarebbe il livello più basso mai toccato dal dopoguerra ad oggi. La crisi profonda del mercato interno – secondo gli analisti – è dovuta al calo di redditività dell’agricoltura, combinato con la debolezza delle strutture produttive agricole (superfici aziendali troppo piccole per consentire economie di scala) e con gli stessi mutamenti climatici che determinano un regime di piovosità e una distribuzione dei fenomeni spesso incompatibili con le necessità delle coltivazioni. In attesa di un piano di sostegno organico e di lungo periodo, che possa avviare una nuova fase positiva nel processo di meccanizzazione, l’industria del Paese guarda dunque con attenzione sempre maggiore alle possibilità offerte da quei mercati esteri nei quali la domanda di tecnologie per l’agricoltura è in crescita, e dove spesso sono in atto politiche pubbliche per l’incentivazione all’acquisto di tecnologie di nuova generazione.

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