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Innovazione e flessibilità, la componentistica "made in Italy"

Il presidente di Comacomp, Alessandro Malavolti, presenta i punti di forza dell'industria italiana di settore. La qualità delle tecnologie e l'investimento costante nella ricerca e nell'innovazione le principali armi per competere sui mercati internazionali e battere la concorrenza rappresentata da prodotti a basso costo realizzati nei Paesi emergenti

di Giovanni M. Losavio
maggio - giugno 2016 | Back

la componentistica rappresenta uno dei comparti più importanti della meccanica italiana. Le industrie che realizzano componenti, ricambi e accessori per macchine agricole esprimono un alto livello tecnologico e coprono una gamma merceologica molto ampia. Alessandro Malavolti è Presidente di Comacomp, l’associazione che all’interno di FederUnacoma rappresenta il comparto.

 

Presidente Malavolti, il settore della componentistica comprende una gamma molto ampia. Quali sono i principali segmenti merceologici e quali i principali mercati per le industrie italiane?

L’ampia merceologia può essere suddivisa in macroaree: quella dei componenti meccanici (vedi alberi di trasmissione per prese di potenza, riduttori e moltiplicatori, scatole ad ingranaggi, ruote libere, frizioni, assali, etc.), quella dei componenti oleodinamici (cilindri, pompe, motori, valvole, etc.), e quella dei componenti elettrici-elettronici (che comprende impianti elettrici e cablaggi, dispositivi elettronici di regolazione e controllo, sistemi GPS, computer e strumentazione di bordo, etc.). Altrettanto importanti sono l’area dei componenti vari (cingoli, cabine, sedili, sistemi frenanti, telai, attacchi a tre punti, etc.), quella dei componenti per irrigazione (tubi, raccordi, filtri, pompe, irrigatori, accessori, etc.), e infine quella dei componenti per irrorazione (barre, pompe, ventole, filtri, centraline, ugelli, etc.). In questo momento i principali mercati di sbocco possono essere identificati in Germania, Francia e Regno Unito per l’Europa, Giappone per l’Asia e Stati Uniti per le Americhe.

 

La componentistica rappresenta uno dei punti di forza dell’industria meccanica italiana. Quali sono le ragioni di questo primato?

La produzione di componenti è la perfetta sintesi delle peculiarità delle piccole e medie imprese italiane: elevata specializzazione tecnica, flessibilità di customizzazione, ricerca costante di innovazione, e mercati di nicchia sui quali operare. Il prodotto Made in Italy è molto apprezzato, anche e proprio perché innovativo, quindi in grado di migliorare in modo significativo la qualità dei mezzi meccanici impiegati in agricoltura, ma anche in altri settori.

La globalizzazione dei mercati ha prodotto maggiori opportunità di business per le industrie italiane della componentistica, ma ha anche favorito la diffusione su larga scala di prodotti realizzati in Paesi emergenti. Quali valutazioni si possono fare a riguardo e quali evoluzioni dobbiamo aspettarci nel mercato di settore?

La delocalizzazione verso Paesi emergenti c’è, ma riguarda principalmente i componentisti di medie-grandi dimensioni, mentre i più piccoli hanno scelto la diversificazione come arma di difesa. Sono proprio i punti di forza di cui parlavamo prima, che hanno reso possibile la virata verso produzioni di elevato contenuto tecnologico e qualitativo, che non entrano quindi in gara con la mera concorrenza di prezzo che si ha sui prodotti che provengono dai Paesi emergenti.

 

L’elettronica costituisce uno dei fattori chiave per il controllo e la corretta gestione dei mezzi meccanici. Quali sono le applicazioni già mature in questo campo e quali quelle ancora in fase di sviluppo?

L’elettronica è parte integrante di trattori e macchine semoventi già da diversi anni, tanto nella gestione dei motori a basso livello di emissioni, quanto nella tutela e nel controllo della sicurezza dei veicoli e degli operatori. Negli ultimi anni ha coinvolto anche gli implements ad esempio per la semina e l’irrorazione, mentre ci aspettiamo che nei prossimi 5/7 anni arrivi a toccare tutto il mondo degli implements al completo.

 

Al di là dell’informatica e dell’elettronica, quali sono le nuove frontiere tecnologiche della componentistica… nuovi materiali per la costruzione dei componenti?

Lo studio e l’impiego di nuove leghe metalliche punta allo sviluppo di una maggiore resistenza meccanica dei mezzi, come l’impiego di materiali di riporto sui componenti per la lavorazione del suolo punta alla riduzione e al rallentamento del processo di usura dei componenti stessi. È sempre maggiore la relazione tra lo studio, lo sviluppo e l’impiego di materiali dalle caratteristiche altamente performanti e la sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente, in una visione globale di risparmio energetico e riduzione dei consumi. Ne sono esempio i nuovi materiali ad elevato isolamento termico che vengono utilizzati in alcune parti della macchina e soprattutto in cabina. Oggi la cabina è vista come uno dei punti macchina al quale dedicare particolare attenzione, guardando sempre più all’operatore e al suo comfort, oltre che alla sua sicurezza. L’impiego di plastiche che migliorino il livello di insonorizzazione proprio nello spazio dell’interno cabina con riduzione dei rumori a bassa frequenza è un esempio concreto di questo nuovo modo di studiare le macchine e i loro componenti.

 

Il tessuto produttivo italiano è composto da aziende di piccole, medie e anche grandi dimensioni. Per ciascuna tipologia di azienda esiste un diverso modello di gestione e un diverso modo di stare sul mercato?

Per le piccole e medie si punta su flessibilità e versatilità, creatività e stile, velocità dei processi decisionali, elevata capacità di reazione agli eventi esogeni. In questo caso, il portafoglio clienti è composto necessariamente da pochi grandi acquirenti. Mentre per le aziende di grandi dimensioni gli elementi caratterizzanti sono maggiori risorse manageriali, finanziarie e maggiore potere contrattuale, oltre che una visione strategica a medio-lungo periodo, ed una separazione tra gestione operativa e gestione strategica. Per questa tipologia di aziende il portafoglio clienti è maggiormente diversificato tra piccoli, medi e grandi, e maggiormente diversificati sono anche i mercati di sbocco.

 

Quali sono gli elementi che costituiscono il “denominatore comune” delle imprese della componentistica, e quali sono le priorità nell’agenda di Comacomp?

Abbiamo una rosa di attività sulle quali puntare e sono tutte di fondamentale importanza, vedi l’innovazione, lo sviluppo e la protezione del know-how e dei brevetti, l’internazionalizzazione, lo sviluppo di sinergie con un sistema che consenta alle imprese di “fare rete”, e naturalmente l’incentivazione della ricerca.

 

La prossima edizione di EIMA International, dal 9 al 13 novembre prossimo a Bologna, ospiterà il Salone della componentistica, che costituisce in assoluto uno dei punti di forza dell’Esposizione. Quali novità avremo in termini organizzativi e di contenuto?

Intanto ci aspettiamo un ulteriore aumento delle industrie espositrici per il settore, e c’è da prevedere una partecipazione molto ampia e qualificata della componentistica anche nell’ambito del concorso per le Novità Tecniche. In termini promozionali e di business, l’obiettivo fondamentale è lo sviluppo dei contatti con operatori internazionali e con le delegazioni estere, e quindi un incremento degli incontri B2B. Daremo maggiore risalto ai seminari e agli appuntamenti di approfondimento tecnico presenti durante le giornate di fiera, focalizzati proprio su temi di interesse per il comparto.

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