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Irroratrici semoventi per colture erbacee

Le irroratrici semoventi sono macchine adatte soprattutto per coltivazioni di tipo estensivo, ma che offrono interessanti prospettive di sviluppo anche in Italia, dove l'industria ha sviluppato modelli che si affiancano a quelli dei grandi marchi globali, e che bene si adattano alle esigenze delle diverse lavorazioni

di Davide Facchinetti
ottobre - novembre 2014 | Back

La messa al bando dei concianti neonicotinoidi, e la conseguente necessità (pressoché inderogabile) di ricorrere all’effettuazione di trattamenti in post emergenza sul mais ha rilanciato il mercato delle barre irroratrici semoventi scavallanti, i cosiddetti “trampoli”. Si tratta in questo caso di mezzi particolari, che differiscono piuttosto nettamente dalle classiche irroratrici semoventi  dotate di barra di distribuzione, da molto tempo diffuse soprattutto nel comprensori a coltivazione estensiva.

Infatti, sulle semoventi classiche la luce libera dal suolo è fissa (e di solito compresa tra uno e due metri circa), mentre invece, grazie a cilindri idraulici dedicati, per i trampoli la variazione di tale altezza può superare i tre metri, a partire da quote molto basse, peculiarità che tra l’altro agevola la salita e la discesa dal posto di guida.

Tra l’altro, per entrambe le tipologie di macchine, il mercato potrebbe tra breve tempo trarre notevole impulso dal completo recepimento delle direttive comunitarie in materia di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, questo in relazione alla necessità di rinnovare buona parte del parco macchine tradizionale, dato il fatto che molti agricoltori potrebbero decidere di rottamare i mezzi attuali, la cui messa a norma sarebbe antieconomica. In tal senso, il ricorso al contoterzismo per l’esecuzione dei trattamenti fitosanitari potrebbe registrare un incremento sostanziale, non solo da un punto di vista meramente tecnico, ma anche e soprattutto da quello burocratico, in relazione alle autorizzazioni all’acquisto e all’impiego dei presidi fitosanitari, sempre più complicate da ottenere.

Se poi si considera che l’effettuazione a regola d’arte di un trattamento non può prescindere da una vasta serie di conoscenze specifiche (riconoscere con certezza il parassita, la malerba o il patogeno, individuare i principi attivi più idonei per combatterli, quindi i formulati commerciali disponibili sul mercato e infine la loro migliore tecnica di applicazione, ecc.) è facile comprendere perché in breve tempo il contoterzismo specializzato nella difesa fitosanitaria si è notevolmente sviluppato. Per eseguire i trattamenti, le imprese agromeccaniche si avvalgono, di preferenza, di  modelli semoventi, perché comportano significativi vantaggi rispetto alle tradizionali barre irroratrici, portate o trainate dal  trattore. Innanzitutto, si tratta di mezzi quasi sempre provvisti di sospensioni sulle ruote, spesso di tipo idropneumatico, che garantiscono non solo un elevato comfort all’operatore, ma anche maggiore stabilità della barra durante il lavoro, tale da poter operare a velocità di avanzamento anche doppie rispetto a quelle delle macchine convenzionali, a tutto vantaggio della produttività.

 

Una capacità lavorativa senza pari

Anche non considerando l’eclatante record mondiale di produttività fatto registrare da una macchina Spra-Coupe, con ben 102,6 ha trattati in 1 ora e 15 minuti, ottenuto distribuendo una dose di soli 16 l/ha di miscela a velocità comprese tra 28 e 37 km/h, bisogna sottolineare che queste irroratrici montano di solito barre da 24 a 36 m che, con appezzamenti opportunamente livellati, possono lavorare con buoni risultati tra 15 e 25 km/h. Inoltre, con la (ormai usuale) manichetta d’aria che riduce efficacemente la deriva, si può eseguire il trattamento a volume ultra basso (anche meno di 100 l/ha). Il montaggio di serbatoi tipicamente da 3000-4000 completa il quadro, che in tal modo garantisce capacità operative enormemente superiori a quelle ottenibili con le macchine tradizionali abbinate ai trattori.

 

 

Grandi, ma agili

E’ quasi sempre possibile, entro limiti molto ampi, una rapida variazione della carreggiata; in più, oltre alla sterzatura classica, ovvero delle sole ruote anteriori, è prevista quella integrale sulle quattro ruote, nonchè l’andatura a granchio (o a passo di cane). La collocazione dei serbatoi (della miscela, ma anche del gasolio) e del motore è tale che in ogni condizione di lavoro sia mantenuta una distribuzione del carico sulle ruote il più possibile paritetica.

Il possibile svantaggio – forse l’unico – delle macchine irroratrici semoventi a barra rispetto a quelle classiche è rappresentato dal ricorso alla trazione idrostatica integrale, che è caratterizzata da un rendimento inferiore rispetto alla trasmissione meccanica della maggior parte dei trattori. A parità di lavoro eseguito, ciò comporta solitamente una spesa più elevata per il gasolio consumato, spesa peraltro compensata dai minori tempi di lavoro, ma anche dalla minor resistenza all’avanzamento dovuta al montaggio di pneumatici di diametro maggiore.

 

Una vasta scelta di pneumatici

L’offerta di ruote e pneumatici è ampia: sono disponibili coperture a sezione larga per un compattamento ridotto, utili per ottimizzare la percorrenza su terreni soffici e/o bagnati, ad esempio nel caso di trattamenti invernali su grano e orzo o primaverili su colture estive. In ogni caso, per tutte le coltivazioni dall’inizio della levata è indispensabile ricorrere alle classiche ruote strette: a tale proposito qualche produttore di pneumatici ha recentemente messo in commercio modelli con una carcassa molto flessibile, che possono lavorare a pressioni di gonfiaggio molto inferiori ai valori tradizionali, ancora una volta a tutto vantaggio di un compattamento contenuto. Tale vantaggio non è quindi ottenuto con un incremento della larghezza della superficie di contatto, quanto piuttosto grazie ad un aumento della sua lunghezza, dovuto all’elevato diametro delle ruote, con cerchi sino a 48”. In definitiva, l’entità del compattamento si attesta su valori simili a quelli ottenibili con il tradizionale trattore accoppiato ad una barra irroratrice trainata con la medesima capacità di stoccaggio della miscela.

 

La guida satellitare automatica

Quasi tutti i modelli di irroratrice semovente scavallante prevedono la possibilità di installare moduli di guida satellitare per l’esecuzione automatica della cosiddetta guida parallela. La precisione è decimetrica con una gestione completamente gratuita del segnale GPS (ovvero senza canoni da pagare per la correzione del segnale, né stazioni fisse da installare a terra), e centimetrica con dispositivi RTK, che ad oggi riducono l’errore al minimo. Il livello di automazione comprende anche la gestione autonoma dell’apertura/chiusura delle singole sezioni, o anche dei singoli ugelli, in caso di trattamenti su campi di forma irregolare, evitando dannose sovrapposizioni e/o, all’opposto, di lasciare delle zone non lavorate.

 

L’offerta di mercato

Pur considerando i meriti dei grandi gruppi stranieri storicamente attivi nel settore, come gli statunitensi John Deere e AGCO (quest’ultima in particolare con il marchio Challenger) e delle ditte  europee Hardi e Amazone, è interessante rilevare che da tempo anche aziende italiane si distinguono in questo settore di nicchia, con prodotti che oltre ad eccellere dal punto di vista tecnico sono in grado di porsi sul mercato con prezzi competitivi. Tra l’altro, i costruttori nazionali garantiscono con una maggiore  flessibilità di configurazione, una peculiarità estremamente apprezzata dall’utente tipo di questi mezzi, che spesso manifesta esigenze molto particolari, legate a specifiche modalità e tradizioni di coltivazione del comprensorio di sua pertinenza.

Senza la pretesa di essere esaustivi sull’argomento, i maggiori produttori nazionali di barre irroratrici semoventi sono (in rigoroso ordine alfabetico) la Caffini di Palù (VR), la De Cloet di Città di Castello, la Finotto di Ceggia (VE), ora parte del gruppo Maschio Gaspardo, la Grim e la Rimeco (commercializzate anche come Bargam) entrambe di Jesi, la Mazzotti di Ravenna, la Spapperi di San secondo (PG), che commercializza anche macchine per la coltura del tabacco e la Toselli di S. Giovanni in Persiceto (BO).

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