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Sicurezza

"Sicurezza 2014", premi assegnati da Enama e UmbriaFiere

Gli utensili per la potatura realizzati dalla transalpina Infaco convincono la commissione giudicatrice perché in grado di ridurre sensibilmente gli infortuni da taglio. Ad Agrimubria assegnate anche menzioni d'onore a Caffini, Dondi, Fratelli Marinelli e Sfoggia Agricoltural Division

di Giacomo Di Paola
Marzo - Aprile 2014 | Back

L'impresa francese Infaco si è aggiudicata la seconda edizione del “Concorso Sicurezza”, organizzato – in occasione di Agriumbria 2014 – da Umbriafiere e da Enama con l'obiettivo di premiare le innovazioni tecnologiche che più si sono distinte in tema di prevenzione degli infortuni, tutela dell'ambiente e  razionalizzazione dei consumi. La casa transalpina si è vista assegnare il prestigioso riconoscimento per il dispositivo DSES che, applicato alle forbici da potatura, permette di ridurre sensibilmente gli incidenti da taglio, molto diffusi con questo tipo di lavorazioni. Entrando nel dettaglio, il DSES è un guanto indossato dall'utilizzatore sulla mano libera e collegato alle forbici attraverso una centralina elettronica che blocca l'utensile in caso di contatto tra il guanto e le lame. L'Infaco, tuttavia, non è stata l'unica azienda premiata a Bastia Umbria; ad essa si sono infatti aggiunte altre quattro imprese, che, a partire dalla veneta Caffini, hanno ricevuto altrettante menzioni d'onore. La ditta veronese (la sede è a Palù) è stata segnalata dalla commissione giudicatrice per un dispositivo ad alta efficienza destinato agli atomizzatori – è formato da un gruppo ventola ed un distributore ad elevato contenimento della deriva – che consente di risparmiare ingenti quantità di prodotto. Tra l'altro, particolare degno di nota, la soluzione progettata dalla Caffini può essere applicata non solo ai nuovi modelli ma anche a quelli già “in servizio” presso le aziende agricole. Per la Dondi, invece, quello di quest'anno rappresenta il secondo riconoscimento consecutivo ottenuto ad Agrimubria. In particolare, la casa di Ospedalicchio di Bastia Umbra, si è distinta con il suo coltivatore combinato per lavorazione su fila “Strip Work”, grazie al quale è possibile ridurre la superficie lavorata, contendendo i consumi di carburante ed ottimizzando al contempo l'efficacia delle successive lavorazioni. Bis anche per la Fratelli Marinelli, premiata per il suo telaio di protezione anteriore (abbattibile) con agevolatore brevettato, concepito per rendere l'uso della trattrice ancora più sicuro. Infine, nel caso della Sfoggia Agriculture Division, la menzione è stata assegnata ad un sistema di controllo che permette all'utilizzatore di gestire le principali funzioni della seminatrice direttamente dal posto guida della trattrice; inoltre, grazie al posizionamento del pannello di comando all'interno della cabina, Sfoggia non solo ha ottimizzato la gestione della macchina ma ha anche limitato gli interventi a terra dell'operatore, evitando in tal modo che la sua incolumità possa essere messa a repentaglio. Insomma, tutte le innovazioni segnalate ad Agriumbria sembrano poter dare un contributo positivo alla diminuzione degli infortuni sul lavoro in agricoltura, secondo un trend che dura ormai da diversi anni. «I progressi della tecnologia applicata alle macchine ed agli utensili agricoli, insieme alla formazione – ha detto il direttore dell'Enama, Sandro Liberatori, durante la cerimonia di premiazione – hanno reso il lavoro agricolo più sicuro». Come confermano, del resto, i dati Inail relativi agli infortuni denunciati, in calo dagli oltre 53 mila eventi del 2008 ai circa 43 mila del 2012, con una riduzione percentuale a doppia cifra. L'Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola  non bisogna assolutamente abbassare la guardia, poiché molto ancora si può e si deve fare per migliorare la sicurezza nel settore primario. «Penso, ad esempio, all'obsolescenza del nostro parco macchine, il cui rinnovamento – prosegue Liberatori – permetterebbe di lavorare con strumenti meno inquinanti, più produttivi e meglio equipaggiati per prevenire gli infortuni e per ottimizzare la protezione dell'operatore in caso di incidenti. La strada da percorrere è ancora lunga; proprio per questo è fondamentale una collaborazione sinergica di tutta la filiera agro-meccanica».

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