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Tecnica

Unifeed, sistemi meccanici per un'alimentazione zootecnica bilanciata

I carri unifeed per la preparazione della razione alimentare sono ormai la normalità in quasi tutte le stalle. Il progresso tecnico propone novità importanti, che contribuiscono a rendere l'allevamento sempre più produttivo, rispettando il benessere degli animali

di Davide Giordano
maggio - giugno 2014 | Back

L’introduzione nell’allevamento zootecnico della razione unica, o unifeed, ha comportato un deciso mutamento nelle tecniche di produzione di latte e carne. Questo alimento, composto in varia misura da più ingredienti accuratamente miscelati tra loro (foraggi lunghi sminuzzati, insilati, concentrati e integratori, ecc.), evita che l’animale possa selezionare i componenti più appetitosi e scartare gli altri: una miscela ben studiata avrà quindi un’elevata concentrazione energetica, sfruttando le interazioni tra i diversi elementi per rispondere al meglio alla fisiologia ruminale, permettendo così di mantenere il pH a livelli costanti, favorendo in definitiva la digestione.

La preparazione della razione avviene nei carri (trincia) miscelatori, oggi disponibili con varie soluzioni tecniche e in differenti dimensioni. Semoventi, trainati, a una o più coclee disposte nei modi più diversi, il carro miscelatore è ormai parte della routine quotidiana delle aziende zootecniche.

L’elemento principale di questa macchina è il cassone di miscelazione, costituito da una capiente vasca in lamiera (in alcuni casi in acciaio inox o a ridotta usura, come ad esempio l’hardox), entro la quale ruotano una o più coclee. Inizialmente disposte solo orizzontalmente, si stanno progressivamente affermando invece quelle verticali a conformazione conica, che per le loro modalità di funzionamento sfruttano meglio la gravità, cioè il peso proprio del prodotto, per migliorarne l’efficienza di miscelazione.

In entrambi i casi, le coclee possono essere dotate di serie di coltelli, quasi sempre di tipo retraibile, utili nelle prime fasi della routine di lavoro per lo sminuzzamento dei foraggi lunghi. Se però i coltelli sono lasciati inseriti troppo a lungo, potrebbero comportare una triturazione troppo spinta della razione, con conseguente riduzione dell’efficacia ruminale.

Specie sulle macchine semoventi è installato anche l’apparato desilatore: una grossa fresa opera su un braccio semovente, e “aggredisce” le rotoballe e il materiale insilato caricandolo nella vasca, operando al contempo un primo sommario sminuzzamento. Sui modelli trainati questa operazione è spesso svolta grazie ad attrezzature esterne.

La corretta aggiunta in termini quantitativi dei diversi ingredienti viene modernamente controllata tramite una serie di celle di carico poste tra vasca e telaio portante; in tal modo l’operatore ha sotto controllo la quantità aggiunta, potendo seguire quotidianamente diverse ricette predefinite. Lo scarico del prodotto in mangiatoia avviene tramite portelli (ad apertura regolabile e azionati idraulicamente), unitamente a tappeti di scarico in gomma, dotati talvolta di traversine per favorire lo scorrimento del flusso di prodotto. Il tappeto di scarico può traslare vero l’esterno della macchina, per raggiungere al meglio la mangiatoia collocata nella corsia di alimentazione.

 

Piccolo come un vitello

 

Pensato per gestire in modo ottimale i vitelli a carne bianca, ma utilizzabile anche in aziende zootecniche con pochi capi, il MiniMixer di Storti (che ha ricevuto la segnalazione all’ultima EIMA) è un carro miscelatore semovente a una coclea orizzontale di dimensioni ridotte rispetto ai modelli tradizionali, in grado di miscelare fino a 0,75 m³ di prodotto. Per limitare la corrosione ed evitare l'aumento del contenuto in ferro dell'alimento, la vasca, la coclea e tutte le parti a contatto con la miscelata sono in acciaio inox. La coclea orizzontale è multiflusso: grazie a due spirali contrapposte, il prodotto viene fatto confluire dagli estremi del cassone verso il centro. Altre due piccole coclee esterne, sempre contrapposte, aumentano l'efficienza di miscelazione. Un robusto telaio in acciaio verniciato supporta tutta la macchina: la vasca inox è posta sopra 4 celle di carico, sempre in acciaio inox, che controllano la quantità in peso degli ingredienti introdotti. L'assale è motore, grazie ad un motore elettrico da 800 W, con inverter dedicato: un differenziale e dei freni negativi completano la dotazione della parte di trazione. Le due ruote rimanenti, deputate a direzionare il mixer, sono invece pivottanti. I comandi per l’avanzamento sono posti su una maniglia, assieme agli altri per la parte operatrice della macchina (ad es. apertura e chiusura portelli, interruttore di emergenza, chiave di avviamento).

La coclea è azionata da un motoriduttore elettrico da 1,5 kW, con un riduttore ad assi ortogonali e un inverter dedicato in grado di modulare coppia e velocità. Due portelli di scarico (uno per ogni lato, da 250x260 mm) permettono di scaricare rapidamente il prodotto; la presenza di aperture su entrambi i fianchi della macchina evita scomode manovre ad U per scaricare il prodotto su entrambi i lati della corsia. L'energia elettrica necessaria deriva da un pacco batterie collocato sotto la vasca di miscelazione: la versione standard del carro miscelatore ne monta 4 da 6 V, da 200 Ah cadauna; è possibile a richiesta raddoppiare il numero di batterie, in modo da aumentare in modo corrispondente l'autonomia complessiva.

 

Il robot arriva in cucina

 

AFS è una sigla che per la stalla moderna ha un significato speciale. E’ infatti l’acronimo di Automatic Feeding System, cioè sistema automatizzato di alimentazione. Si tratta di un impianto robotizzato che garantisce una corretta distribuzione degli alimenti all'interno della stalla, portando una razione adeguata per ogni animale. L’AFS è basato su 3 settori principali: la zona di stoccaggio delle materie prime e quelle del miscelatore e del dispositivo di distribuzione. È anche possibile automatizzare solo uno o due di questi settori, anche in base alle disponibilità economiche. L'investimento per installare un AFS è infatti piuttosto cospicuo, sopratutto se si rendono necessari interventi di riqualificazione della stalla o della disposizione interna aziendale. Infatti, l’applicazione più proficua è quella che viene realizzata già a partire dalla fase progettuale della stalla. Al riguardo è prevista una cucina, cioè una zona ben delineata, all'interno della quale vengono stoccate le materie prime che verranno prelevate e utilizzate per la preparazione della razione. Può essere selezionata la soluzione con uno stoccaggio basato su piattaforme di carico, oppure una cucina molto più semplice, costituita da semplici aree dove vengono conferiti gli ingredienti base. Il miscelatore può essere fisso, e quindi posto vicino alla cucina ed essere completato con un distributore mobile, magari su rotaia. Questa configurazione porta al vantaggio che durante la fase di distribuzione il miscelatore può preparare una seconda razione; si tratta di una soluzione utile nel caso di stalle particolarmente grandi. Viceversa, dove non è possibile collocare delle rotaie, o per ragioni tecniche si preferisce non modificare la parte strutturale del fabbricato, si possono installare AFS dove il vagoncino distributore opera contestualmente da carro miscelatore, seguendo alcune piste predeterminate, potendo anche essere bloccato in caso di emergenza.

Uno dei punti chiave del successo dell’AFS è che la cucina sia costantemente rifornita degli ingredienti base; si tratta di un’incombenza la cui cadenza varia in base alle disponibilità di spazio e alla tipologia del singolo componente la miscelata. Ad es., i mangimi concentrati possono essere stoccati nei silos anche grandi quantità, mentre al contrario per gli insilati è importante evitare grossi accumuli, che comporterebbero dannose fermentazioni. In generale, si ritiene ottimale una “scorta” pari a 2-3 giorni di fabbisogno.

Quando l’AFS viene abbinato al robot di mungitura, le distribuzioni giornaliere vengono incrementate, per stimolare gli animali ad un maggior movimento, al fine di mantenere più facilmente adeguate le condizioni ruminali (soprattutto per ciò che concerne il pH), a tutto vantaggio  della produzione di latte.

In alcune soluzioni di distribuzione viene controllata anche la presenza di alimento nella corsia, aggiungendolo quindi solo quando necessario. In più, se l’AFS va a sostituire il tradizionale carro miscelatore di tipo trainato, viene di fatto “liberato” un trattore, che non risulta più necessario per l’azionamento dell’attrezzatura.

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