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Venezuela: una politica pubblica per la meccanizzazione

Nel Paese sudamericano l'economia del petrolio tende a soffocare ogni altro settore, e la stessa agricoltura registra una contrazione della propria incidenza, già bassa, sul prodotto interno lordo. Tuttavia, proprio per controbilanciare queste dinamiche, il Governo ha messo in atto misure significative a sostegno dell'agricoltura e per il rinnovo del parco macchine

di Michele Lenoci
ottobre/novembre 2013 | Back

Il mercato delle macchine agricole in Venezuela presenta caratteristiche particolari in quanto è molto influenzato dallo Stato ,che finanzia in modo diretto ed indiretto il settore primario. Con i diversi progetti varati negli ultimi anni per lo sviluppo dell'agricoltura ("Misiones") il Governo concede finanziamenti per l'acquisto delle macchine. In molti casi ha espropriato macchinari agricoli ad azienda private per darli in comodato d'uso agli agricoltori.

L'agricoltura, originariamente una delle attività più importanti del Paese, a seguito dello sviluppo industriale e commerciale legato petrolio è passata in secondo piano. Oggi, l'agricoltura venezuelana contribuisce con appena un 5% al PIL totale del Paese, ed un 6% al PIL non derivante dal petrolio. Negli ultimi anni, peraltro, il settore si é caratterizzato per una diminuzione costante della capacità produttiva, in alcuni casi superiore al 5%. Anche a fronte di questo, l'agricoltura è stata recentemente indicata dal Governo come un settore d'importanza strategica e sono state messe in atto politiche indirizzate a sostenere ed implementare le tradizionali produzioni agro-zootecniche del Paese.

Il Venezuela possiede circa 35 milioni di ettari disponibili per uso agricolo, dei quali 7,3 milioni idonei per le coltivazioni, 18,4 milioni per allevamenti di bestiame, ed i restanti 9,3 milioni per la produzione mista vegetale-animale. In pratica, l'uso reale del territorio agricolo é inferiore al 30%. Fra i 20 principali prodotti coltivati nell´ambito dell'attività agricola venezuelana figurano canna da zucchero, banane, granturco, riso, arance, tabacco, cacao e caffè. A questi si sommano il latte, la carne, la "yuca", l'ananas, le patate, le cipolle, i meloni, le carote, le noci di cocco, le angurie ed i prodotti avicoli. Il Governo venezuelano ha creato la "Misión Agro-Venezuela", finalizzata ad aumentare a breve termine la produzione dei beni alimentari di base e di maggior consumo nel Paese, attraverso lo sviluppo delle attività agricole da parte dei piccoli e medi imprenditori.

L'implementazione del piano di sviluppo prevede come obiettivo raggiungere un incremento del 34% delle produzioni agricole considerate strategicamente importanti, anche in considerazione del fatto che il Paese importa oltre il 40% del suo fabbisogno alimentare. È prevista la messa a coltura di circa 1,1 milioni di ettari di mais giallo e bianco, che corrisponde ad un incremento del 44% nell'area attualmente coltivata.

L'obiettivo è di aumentare rispettivamente del 50% e del 59% i livelli quantitativi dei cereali sopraindicati. In Venezuela non esiste una vera e propria produzione di macchinari del settore per cui il fabbisogno nazionale viene coperto sia con le importazioni di macchinari completi sia con l'importazione di parti di macchine per l'assemblaggio in loco. Le aziende di assemblaggio locali sono joint-ventures pubbliche che lo Stato venezuelano ha sottoscritto con paesi come Argentina, Bielorussia ed Iran.

Tuttavia i macchinari prodotti da queste fabbriche hanno una qualità non elevata, e presentano problemi di assistenza post-vendita e di ricambistica. Il Paese ha un fabbisogno annuale di macchinari agricoli che si può stimare in circa 5.000 unità (trattrici o quali macchine?), ma ne ha importate solo 1.500 nel 2011 e circa 2.500 nel 2012, un quantitativo dunque molto al di sotto delle sue reali necessità.

I prezzi sono fortemente influenzati dai recenti interventi in campo monetario attuati nel Paese: già ad inizi del 2011 i prezzi dei macchinari agricoli importati ha subito una crescita del 50% dovuta al nuovo cambio del BolivarF, passato da 2,60 per dollaro a 4,30 per dollaro. Bisognerà capire l'attuale modifica dei cambi, introdotta nel febbraio scorso (con il dollaro che è passato da 4,30 a 6,30 BsF per dollaro), che influenza avrà sui prezzi. Basti pensare che nel periodo 2010 – 2012 si stima che un trattore di 130 CV possa aver subito un incremento nel prezzo di vendita pari all'83%.

Lo stesso problema riguarda anche i ricambi, che subiscono un incremento di prezzo molto consistente (oltre a presentare problemi in termini di reperibilità). A tutto ciò bisogna aggiungere che le licenze d'importazione possono richiedere anche sei mesi prima di essere erogate, e che i dollari forniti dall'agenzia governativa CAVIDI agli importatori, i quali a volte aspettano molti mesi prima di avere i codici di rimborso, creando un enorme ritardo nei pagamenti che ha portato spesso all'interruzione delle forniture da parte degli operatori esteri. Nonostante ciò le attuali politiche di sviluppo adottate dal Governo hanno portato all'incremento del 169%, nel corso del triennio 2009-2011, delle importazioni nel Paese di macchinari ed attrezzature per il settore agricolo ed alimentare, e la stessa quota italiana di mercato, dopo una flessione nel 2010, ha avuto una buona ripresa nel 2011 anche se con volumi ancora marginali.

Si stima che circa il 60% del parco macchine e attrezzature agricole venezuelano sia alla fine del ciclo di vita e dovrebbe essere rinnovato. Tuttavia, visto l'enorme costo dei macchinari, in particolare dei trattori, i proprietari cercano di allungare la vita dei propri mezzi, così da portare l'età media del mezzo dai 10 anni "fisiologici" ad oltre 15 anni.

Ciò rende il settore dei ricambi per i macchinari agricoli estremamente importante, ma soggetto anche a tutti i problemi che hanno i macchinari completi (tempi per licenze d'importazione, ottenimento dei dollari, procedure doganali, etc.), che di fatto limitano anche il comparto della ricambistica. Nel Paese risultano presenti circa 160 distributori di macchinari e mezzi agricoli, riuniti nella Camera venezuelana di distributori di ricambi, macchinari pesanti e agricoli (Cavedrepa). Esiste anche una azienda statale che si occupa della distribuzione di macchinari agricoli tramite il noleggio a prezzi molto bassi, la "Compañía de Mecanizado Agrícola y Transporte Pedro Camejo".

Sostanzialmente la distribuzione commerciale è molto semplice e la figura centrale è quella dell'importatore/distributore che si occupa sia dell'importazione diretta che della distribuzione dei macchinari importati e dei relativi ricambi. Da non sottovalutare gli acquisti fatti dal Governo venezuelano, che in molti suoi progetti di aiuto al settore effettua acquisti diretti tramite il suo Ministero per l'Agricoltura.

Alla luce dei dati descritti, si può affermare che il mercato venezuelano presenta problemi di natura finanziaria e burocratica, ma offre, potenzialmente, grandi opportunità di sviluppo e di business per le industrie italiane. Come detto, il Venezuela ha un territorio che presenta in larga parte eccellenti potenzialità agricole, ha un'ubicazione geografica che favorisce l'entrata tanto nei mercati nazionali che internazionali, ha condizioni climatiche che permettono una vasta produzione.

Ma soprattutto, ha dalla propria parte un indirizzo governativo che punta in modo chiaro a sostenere l'economia primaria e che può contare sulle grandi risorse economiche provenienti dall'industria petrolifera. Nel caso del Venezuela non è strettamente necessario aspettare che le categorie degli agricoltori trovino le risorse economiche per l'acquisto dei macchinari, ma si può confidare sulla capacità e la volontà del Governo di finanziare con strumenti pubblici specifici una vasta campagna per l'ammodernamento dell'agricoltura e di conseguenza del parco macchine. 

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