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Manutenzione

Verde stradale: la "manutenzione ragionata"

La biodiversità dell'ecosistema del verde stradale va preservata con le buone pratiche colturali e cioè attraverso una manutenzione ragionata. Falciatura, decespugliamento e potatura sono le operazioni principali, per le quali sono disponibili gamme di macchine e attrezzature specifiche ed efficaci

di Pietro Piccarolo
Febbraio 2014 | Back

Prescindendo dalle aree a verde delle pertinenze delle strade in località turistiche e di ingresso nelle città, dove il verde ha una funzione decorativa e sulle quali la manutenzione è molto accurata e costosa (non molto diversa da quella praticata per i giardini), per molte aree verdi poste lungo il tessuto stradale e autostradale, in diversi Paesi, dalla Francia all’Austria, dalla Svizzera ai Paesi bassi, si va sempre più affermando la cosiddetta manutenzione ragionata. Questa mira a preservare, insieme al valore paesaggistico, anche quello della biodiversità dell’ecosistema territoriale. Secondo il pensiero oggi maggiormente riconosciuto dalla comunità scientifica, infatti, è importante considerare l’ecosistema di un territorio nel suo insieme, e cioè riconoscere l’aspetto indissociabile tra comunità biotica (complesso di popolazioni animali e vegetali di specie diverse) e territorio, creando il giusto equilibrio tra l’azione mirata  a preservare la ricchezza biologica e quella volta all’esercizio dell’attività produttiva.

Nel mettere in atto questa concezione  nella manutenzione del verde stradale, si riconosce che la biodiversità rappresenta una ricchezza anche per queste aree; ricchezza che va preservata attraverso buone pratiche colturali, e cioè attraverso una manutenzione ragionata.

Perchè proteggere la biodiversità

Proteggere la biodiversità significa tutelare il buon funzionamento dell’ecosistema naturale di un territorio a vantaggio della produzione, della qualità dell’aria e dell’acqua e anche della stabilità del suolo. In merito alla produzione, si pensi all’importanza degli insetti e degli uccelli sull’impollinazione dei vegetali, senza la quale la produzione di frutti, legumi e altri vegetali sarebbe drasticamente ridotta. Inoltre, gli ambienti naturali ben gestiti contribuiscono a limitare l’inquinamento dell’aria, il ruscellamento delle acque e concorrono alla prevenzione delle inondazioni e degli smottamenti del suolo.

Le aree a verde dei bordi stradali, delle scarpate e delle rive dei fossi e dei canali costituiscono dei sistemi ecologici che, se gestite con una manutenzione ragionata, possono contribuire a migliorare la qualità del territorio e a preservarlo dai rischi idrogeologici.

Manutenzione ragionata

La manutenzione ragionata è frutto della gestione differenziata del verde e si effettua con interventi meccanici prescindendo, per quanto possibile, dai mezzi chimici. Negli interventi di manutenzione dei bordi stradali occorre anzitutto considerare il contesto nel quale si opera: autostrade, strade statali o provinciali, strade rurali, strade di pianura o di montagna; così come è importante esaminare il valore paesaggistico del territorio lungo il quale si snoda la viabilità. In questi  diversi contesti, i bordi stradali, le scarpate e le rive di fossi e canali, possono costituire dei corridoi ecologici che fungono da riserva della biodiversità. Spesso rappresentano più del 20% della ricchezza e diversità floreale dell’intero territorio. Nei contesti ad agricoltura intensiva, la biodiversità delle dipendenze stradali è quasi sempre di gran lunga superiore a quella dei campi coltivati.

Nella configurazione più diffusa, lungo il bordo stradale si distinguono due zone: una banchina inerbita e un pendio che termina in un fosso o una scarpata. L’intervento di manutenzione consiste nella falciatura dell’erba al fine di garantire condizioni di sicurezza e visibilità agli automobilisti. Attraverso la manutenzione ragionata, si limita la falciatura della banchina ad una larghezza che garantisca la sicurezza (1-1,5 metri). Inoltre l’altezza di taglio viene elevata dai 5-8 cm tradizionali a 10-15 cm, mentre la frequenza si riduce a 2-3 interventi di falciatura all’anno. Tra la zona falciata e il pendio si lascia una zona definita di prefioritura, sulla quale si effettua un solo intervento di falciatura tardiva (settembre-ottobre). Sul pendio o sulla scarpata si effettua, nell’autunno-inverno, un solo intervento di falciatura o di decespugliamento. Così facendo, le dipendenze stradali possono divenire l’habitat naturale per il mantenimento di numerose specie vegetali e animali.

Il mondo agricolo nutre una certa diffidenza nei confronti di questa gestione differenziata, in quanto teme che le pertinenze stradali, così gestite, diventino dei  focolai di malattie e di diffusione di infestanti. Occorre quindi trovare anzitutto un accordo con gli agricoltori, attraverso l’informazione e la comunicazione delle ragioni e dei vantaggi della manutenzione ragionata, tenendo presente che, programmi di questo tipo, per essere valutati richiedono una sperimentazione di 3-4 anni. Dove questo percorso è stato seguito (come ad esempio in Francia), le risposte sono state positive e la gestione differenziata è stata accettata dal mondo agricolo.

La falciatura della fascia di sicurezza della banchina stradale deve tenere conto dei tempi e della vigoria del ricaccio. L’intervento va effettuato quando l’erba raggiunge un’altezza intorno ai 25 cm, in ogni caso non oltre  i 40 cm. La falciatura tardiva  in autunno  della zona retrostante la banchina non va intesa come mancanza di manutenzione, in quanto il suo esercizio permette il compimento del ciclo di vita delle piante (consente che avvenga la produzione del seme) e di quello degli insetti. La sperimentazione condotta in una regione vicina a Parigi, ha dimostrato che la riduzione da tre a una falciatura annuale eseguita a settembre influisce positivamente sulla ricchezza vegetale, in quanto si è ottenuto un incremento della biodiversità e un miglioramento delle relazioni tra le specie esistenti. Naturalmente i risultati possono essere diversi in funzione delle differenti condizioni e vanno verificati nelle singole regioni.

Le macchine da impiegare

Occorre anzitutto distinguere tra falciatura, che riguarda il taglio dell’erba, e il decespugliamento, che interessa il taglio e la triturazione di arbusti o, comunque, di vegetazione più o meno lignificata. Queste due operazioni, come si è detto, possono essere messe in atto nella manutenzione del verde stradale: la falciatura per quanto attiene la banchina stradale; la decespugliatura  lungo i pendii, i fossi e le scarpate, quando la vegetazione in queste zone è lignificata.

L’apparato di taglio impiegato negli interventi di falciatura sulla banchina stradale è normalmente a lama orizzontale su asse verticale, o a flagelli mobili su asse orizzontale: Quando l’erba è alta e il suolo è irregolare, anche con presenza di pietre, si fa preferire l’apparato con flagelli mobili a forma di “Y”, che effettuano un taglio non diverso da  quello della falce. Inoltre, anche in presenza di erba bagnata l’intervento con rotore a flagelli può essere eseguito senza il rischio di ingolfamento.

La macchina rasaerba può essere semovente con conducente a terra o a bordo ma, più frequentemente, l’apparato di taglio è portato da  un braccio articolato montato su trattrice.

Il taglio effettuato ad un’altezza di 10-15 cm consente: minor assorbimento di potenza e quindi consumi più bassi; minori rischi di contatto col terreno per le lame o per i flagelli, specie su orografie irregolari; minore usura degli utensili. Inoltre si è visto che, rispetto al taglio eseguito ad altezze di 5-8 cm, vengono favorite le specie desiderate.

Per quanto attiene l’intervento autunnale nella zona retrostante la banchina, l’eventuale  ricorso al decespugiamento comporta l’impiego di apparati di taglio ad asse orizzontale, con flagelli di spessore superiore a quello per la falciatura, o con martelli, quando la vegetazione è lignificata. La tendenza, nel rispetto del concetto di manutenzione ragionata, è quella di raccogliere i residui della falciatura o del decespugliamento. Questi residui possono essere valorizzati in vario modo. La prevalenza è quella di utilizzarli negli impianti di biogas per farne una valorizzazione energetica: una tonnellata d’erba infatti, sotto il profilo energetico, equivale a 70 litri di gasolio. La valorizzazione dei residui della falciatura per produrre compost o  biogas, ha spinto verso cantieri riuniti di falciatura e raccolta, basati su bracci articolati con apparato non solo di taglio ma  anche di aspirazione del prodotto. In questo modo il residuo aspirato viene convogliato direttamente nel rimorchio al seguito. Questa soluzione richiede un certo impegno di potenza e il ricorso a trattrici con motore da 80-100 kW.

I cantieri di lavoro lungo le strade devono essere segnalati agli automobilisti. In zona di pianura è necessario fare la segnalazione 200 metri prima del cantiere con l’invito a ridurre la velocità; segnalazione che va ripetuta avvicinandosi al cantiere con l’indicazione di progressiva riduzione della velocità.

Potatura ragionata

Le alberate che si snodano lungo le strade costituiscono un patrimonio non trascurabile in termini ecologici e di valore paesaggistico. Da qui la necessità di preservarle  evitando le potature drastiche, quali la capitozzatura, che possono compromettere la stessa sopravvivenza dell’albero, per adottare tecniche di potatura “dolce” in modo da rispettare maggiormente l’albero. Vale cioè anche per le alberate il concetto di potatura ragionata.

La potatura va praticata prevalentemente in autunno, quando l’albero ha costituito tutte le sue riserve e va verso il riposo vegetativo. E’ importante non asportare con la potatura più di un quarto del volume della chioma. Il taglio sulla branca va effettuato a livello del nodo dove si inserisce un ramo, in modo da consentire una crescita equilibrata. E’ importante che il taglio sia netto e rispetti l’angolo di inserzione del ramo, che è diverso da una specie all’altra. In questo modo si favorisce la cicatrizzazione.

Il cantiere di lavoro è normalmente costituito da: un potatore dotato di cesoia e motosega che opera su una piattaforma elevatrice; uno o più operatori che provvedono allo sgombero e alla cippatura dei rami tramite una cippatrice trainata o portata da una trattrice. Il cippato viene direttamente scaricato in un rimorchio. E’ infatti diffuso l’impiego energetico dei rami di potatura attraverso la produzione di cippato che va ad alimentare una caldaia a legna.

Osservazioni conclusive

A conclusione di questa rapida esposizione è opportuno sottolineare che la manutenzione ragionata porta anche a un beneficio economico. Infatti dove è stata praticata si è registrata una riduzione del 15% del consumo di combustibile e una minore usura degli organi di lavoro deputati alla falciatura del 20%. A ciò si deve aggiungere il risvolto economico del recupero dei residui per la produzione di energia o di compost.

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