Mondo Macchina - Nr. 3-4 - Anno 2024

10 PRIMO PIANO zioni dei consumi di mezzi tecnici, dell’impatto ambientale e, nondimeno, dei costi colturali. Le case history sono molteplici. Ne sono un esempio i sistemi di fertilizzazione e irrigazione completamente automatizzati, alimentati da impianti a energia solare, autosufficienti anche in aree non raggiunte dalla rete elettrica. Ma lo sono anche le piattaforme che integrano i sistemi di irrigazione intelligenti per la gestione degli interventi irrigui con i sistemi di telecontrollo delle catture di insetti. Peraltro, tali piattaforme forniscono una previsione circa lo sviluppo delle popolazioni degli insetti stessi, indirizzando così l’agricoltore verso tempi e modalità di intervento ottimali. Ma quale può essere l’impatto di queste tecnologie? Ovviamente diverso in funzione di molteplici variabili (tipologia di sistema, coltivazione, capacità d’intervento). Di certo rilevante. Un recente studio dell’Università di Bologna realizzato monitorando l’umidità del suolo attraverso sensori in un impianto di kiwi giallo del Ravennate ha permesso di elaborare un’efficace strategia irrigua che ha portato fra giugno e ottobre 2023 al risparmio del 41% del consumo di acqua. Altra soluzione è quella della subirrigazione con sistemi Ultra Low Drip Irrigation (distribuzione a bassa portata degli erogatori), in grado di distribuire anche solo 0,6-0,7 l/h. Ciò comporta pluviometrie dell’impianto comprese tra 0,4 e 0,8 mm/h e tempi prolungati di funzionamento, fino anche a 10 ore al giorno. Il rilascio lento di acqua corrisponde al consumo idrico istantaneo della pianta nel corso della giornata: le perdite d’acqua per percolazione profonda praticamente si annullano, si riduce la lisciviazione dei nutrienti e si evitano fenomeni di ruscellamento. Con questo sistema, secondo i dati raccolti nell’ambito del progetto Water4agrifood, oltre a una maggiore efficacia dell’irrigazione, è possibile ottenere risparmi idrici nell’ordine del 30%. Sul fronte delle tecniche per il risparmio di fertilizzanti finalizzato a di ridurne l’impatto ambientale, la Fao inserisce la Deep urea placement: posizionando l’urea in minori quantità, ma a maggiore profondità nel suolo, è possibile aumentarne l’efficacia e contenerne la dispersione nell’ambiente, diminuendo indirettamente anche le emissioni di gas serra connesse alla sua produzione. Diverse prove sull’utilizzo di formulati fogliari inseriti in strategie di agricoltura di precisione hanno evidenziato una riduzione dell'impronta di carbonio superiore al 90%. Il supporto della genetica. La chiusura è per la genetica, che può aiutare in maniera significativa a contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Dopo anni di stand-by l’Unione europea ha presentato una nuova proposta di regolamento relativa al miglioramento delle piante, aprendo alle Tea, le tecniche di evoluzione assistita. L’obiettivo è quello di arrivare a colture più adatte a resistere a siccità e patogeni. Ci vorrà un po’ di tempo. Intanto in molte aree del mondo sono già arrivati i primi risultati. Ad esempio, il programma Drought tolerant maize for Africa, coordinato dal Centro internazionale per il miglioramento del mais e del grano (Cyynt) e dall’Istituto internazionale per l’agricoltura tropicale (Ciat) ha permesso di sviluppare e distribuire più di cento varietà di mais particolarmente resistenti alla siccità. Varietà che potrebbero rivelarsi fondamentali per preservare la sicurezza alimentare nella regione sub-sahariana. Più vicino a noi si può citare il virtuoso caso dei vitigni resistenti (Piwi); varietà sviluppate nel corso dell’ultimo decennio in grado di contrastare gli attacchi delle malattie fungine, peronospora e oidio in primis. In sostanza, se il clima cambia anche gli strumenti e le opzioni a disposizione dell’agricoltore devono cambiare. I prodromi ci sono tutti. Valentino Federici seasonal trend, it is possible to precisely dose irrigation interventions, fertiliser inputs and now often also defence interventions. With obvious reductions in the consumption of technical vehicles, in the environmental impact and, nonetheless, in crop costs. The case histories are many. An example of this are fully automated fertilisation and irrigation systems, powered by solar energy systems, self-sufficient even in areas not reached by the electricity grid. But so are the platforms that integrate intelligent irrigation systems for the management of irrigation interventions with remote control systems for insect catches. Moreover, these platforms provide a forecast about the development of the insect populations themselves, thus directing the farmer towards optimal times and methods of intervention. But what can be the impact of these technologies? Obviously different depending on multiple variables (type of system, cultivation, intervention capacity). It is certainly relevant. A recent study by the University of Bologna carried out monitoring soil moisture through sensors in a yellow kiwi plant in Ravenna has made it possible to develop an effective irrigation strategy that led to 41% savings in water consumption between June and October 2023. Another solution is sub-irrigation with Ultra Low Drip Irrigation systems (low flow distribution of dispensers), capable of distributing even just 0.6-0.7 l/h. This involves plant rainfall of between 0.4 and 0.8 mm/h and extended operating times, up to 10 hours a day. The slow release of water corresponds to the plant's instantaneous water consumption during the day: water losses due to deep percolation are practically eliminated, nutrient leaching is reduced and runoff phenomena are avoided. With this system, according to data collected as part of the Water4AgriFood project, in addition to greater irrigation efficiency, it is possible to obtain water savings of around 30%. In terms of techniques for saving fertilisers aimed at reducing their environmental impact, FAO includes deep urea placement: by placing urea in smaller quantities, but deeper into the soil, it is possible to increase its effectiveness and contain its dispersion in the environment, also indirectly reducing the greenhouse gas emissions related to its production. Several tests on the use of foliar formulations inserted in precision agriculture strategies have shown a reduction in the carbon footprint of more than 90%. The support of genetics. The closing is for genetics, which can significantly help combat the effects of climate change. After years of stand-by, the European Union has presented a new proposal for a regulation relating to plant improvement, opening up to Assisted Evolution Technologies (also known as TEA in Italy). The goal is to arrive at crops that are more suitable for resisting droughts and pathogens. It's going to take a while. Meanwhile, in many areas of the world, the first results have already arrived. For example, the Drought tolerant maize for Africa program, coordinated by the International Centre for Maize and Wheat Improvement (Cyynt) and the International Institute for Tropical Agriculture (CIAT), has made it possible to develop and distribute more than one hundred varieties of maize that are particularly resistant to drought. Varieties that could prove essential to preserve food security in the sub-Saharan region. Closer to us, we can mention the virtuous case of resistant vines (Piwi); varieties developed over the last decade capable of counteracting the attacks of fungal diseases, downy mildew and powdery mildew in the first place. In essence, if the climate changes, the tools and options available to the farmer must also change. The prodromes are all there. Valentino Federici PRIMO PIANO

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