Mondo Macchina - Nr. 3-4 - Anno 2024

MERCATI 38 MERCATI di dollari di volume d’affari e una crescita del 33% sulla media quinquennale (nel 2019 arrivarono sul mercato poco più di 11 mila trattori). Dopo il picco del 2022, con tutte le classi di potenza in sensibile crescita, il 2023 ha registrato una fisiologica frenata, con un calo più marcato nella classe di potenza compresa fra i 40 e i 100 Cv (-19%). Meccanizzazione agricola in espansione. Ma, come si diceva, i fondamentali sono buoni e l’ottimismo regna nelle previsioni dei costruttori di macchine agricole e degli operatori del comparto. Il settore dovrebbe infatti registrare una crescita rilevante passando da un giro d’affari di 3,15 miliardi di dollari (2023) ai 4,48 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuo composto del 7,3%. Prospettive positive sulle quali incidono anche i grandi competitor mondiali. Non è un dettaglio che il mercato trattori sia per 1,4 miliardi di dollari d’importazione. Segmento in cui gli Stati Uniti fanno la parte del leone con una quota di mercato pari al 33% (470 milioni di dollari). Seguono con un valore di 246 milioni la Germania (quota del 18%) e, a distanza, Francia (8%), Giappone (7%), Regno Unito (7%), Italia (6%). Peraltro il made in Italy fa registrare un forte tasso di crescita: nel 2020 il valore delle esportazioni di trattori italiani in Australia era di circa 45 milioni, a fine 2022 sfiorava gli 80 milioni di dollari. E c’è anche una classifica in cui l’Italia è al vertice: quella relativa alle macchine e alle attrezzature per la preparazione del suolo. Le importazioni australiane dal nostro Paese sono quasi triplicate nell’ultimo triennio passando da 9 a 25 milioni di dollari australiani, cosa che fa detenere alle imprese costruttrici italiane una quota del 30%. Quasi tutti i medi e grandi player mondiali del settore agromeccanico hanno centri di distribuzione e filiali in Australia, praticamente nessuno ha stabilimenti di produzione (Mahindra ha una factory per l’assemblaggio). Considerando la vivace ma frammentata presenza di costruttori locali le opportunità di crescita per l’export sul mercato appaiono interessanti. Perché l’Australia rimane lontana, ma diventa sempre più attraente. Federico Valentini tor market reached its peak with 17,700 units sold, two billion dollars in turnover and a growth of 33% over the fiveyear average (just over 11 thousand tractors arrived on the market in 2019). After the peak of 2022, with all power classes growing significantly, 2023 experienced a physiological slowdown, with a more marked drop in the power class between 40 and 100 Hp (-19%). Expanding agricultural mechanisation. But, as we said, the fundamentals are good and optimism reigns in the forecasts of agricultural machinery manufacturers and operators in the sector. In fact, the sector is expected to record significant growth, from a turnover of 3.15 billion dollars (2023) to 4.48 billion dollars by 2028, with a compound annual growth rate of 7.3%. Positive prospects, which are also affected by the world's major competitors. It is not a detail that the tractor market is worth 1.4 billion dollars in imports. Segment in which the United States holds the lion's share with a market share of 33% (470 million dollars). Germany (18% share) and, at a distance, France (8%), Japan (7%), the United Kingdom (7%) and Italy (6%) follow with a value of 246 million. Moreover, Made in Italy shows a strong growth rate: in 2020 the value of Italian tractor exports to Australia was about 45 million, at the end of 2022 it was close to 80 million dollars. And there is also a ranking in which Italy is at the top: the one relating to machines and equipment for soil preparation. Australian imports from our country have almost tripled in the last three years, from 9 to 25 million Australian dollars, giving Italian manufacturers a 30% share. Almost all the medium and large global players in the agro-mechanical sector have distribution centres and branches in Australia, practically none have production plants (Mahindra has an assembly factory). Considering the lively but fragmented presence of local manufacturers, the opportunities for growth for exports to the market appear interesting. Because Australia remains far away, but it is becoming increasingly attractive. Federico Valentini

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