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Giardinaggio

Negozi, tetti e parcheggi: gli spazi urbani da "vegetalizzare"

Le nuove tendenze dell’arredo urbano prevedono la copertura verde sugli edifici e nei luoghi altamente frequentati, come i centri commerciali. Tra le esperienze più suggestive, quella di un supermercato di Firenze che ha sostituito l’impianto di ventilazione con una sorta di serra per il ricambio dell’aria

di Pietro Piccarolo
luglio - agosto - settembre 2022 | Back

Il processo di transizione ecologica in atto ha fatto crescere la consapevolezza che una città “verde” rappresenta la risposta a una domanda sociale. I cittadini infatti, oppressi dalla cementificazione, dall’inquinamento ambientale e acustico, chiedono che la città diventi un luogo nel quale vi sia una buona qualità della vita. Il verde urbano, attraverso i servizi ecosistemici che è in grado di fornire, diventa essenziale per rendere le città realmente sostenibili anche sotto l’aspetto della salute e del benessere dei cittadini. Infatti, gli spazi verdi sono i principali regolatori del clima, sono capaci di ridurre l’effetto delle “isole di calore” e l’inquinamento atmosferico, oltre che limitare l’intensità degli eventi atmosferici e favorire la biodiversità. A ciò si aggiunga l’aumento del valore estetico-paesaggistico ed economico delle aree e degli edifici interessati e la possibilità offerta alle persone di trascorrere il tempo libero in zone dove la natura prevale sulla cementificazione.

Affinché il verde possa esplicare al meglio le proprie funzioni è essenziale che ne venga fatta una progettazione corretta, nella quale la scelta della composizione vegetale tenga anche conto della sua manutenzione sostenibile. Il ruolo dell’ente pubblico è quindi fondamentale ma non può prescindere dall’adesione dei privati. In questo articolo si vuole mettere l’accento su tre tipologie di verde urbano per le quali il contributo dei privati può essere particolarmente significativo. Ci si riferisce al verde “commerciale” e alla “vegetalizzazione” dei tetti e dei parcheggi.

 

Verde negli esercizi commerciali

I titolari di esercizi commerciali dovrebbero prendere consapevolezza che l’aggiunta di piante di fronte e all’interno del negozio migliora la valutazione con la quale viene percepito l’esercizio, ne aumenta l’attrattiva e accresce anche la percezione della qualità dell’offerta.

La presenza di piante è quindi un modo per aumentare la propria clientela ma anche di contribuire al verde cittadino e ai servizi ecosistemici che esso può fornire ai clienti e agli stessi esercenti.

In un importante supermercato di Firenze, ad esempio, si è sperimentato di eliminare il sistema di ventilazione meccanica dell’aria, che richiede un forte consumo di energia, inserendo una serra che, attraverso le piante in essa presenti, attua la depurazione botanica dell’aria. A questo fine, sono state accuratamente scelte piante con una grande superficie fogliare disponendole a più livelli in modo da formare un’efficace barriera filtrante.

Con questo sistema, l’aria all’interno del supermercato non viene ricambiata ma riciclata. Oltre al risparmio energetico vanno considerati i vantaggi che ne derivano ai clienti e agli stessi dipendenti in termini di condizioni di lavoro e di maggior benessere.

Tetti vegetalizzati

I vantaggi che i tetti con copertura vegetale portano alla città sono di grande interesse in quanto riducono localmente gli effetti delle “isole di calore”, favoriscono un rinfrescamento dell’atmosfera, gestiscono l’acqua piovana. Inoltre, riducono il consumo energetico dell’edificio, sia per il suo riscaldamento, sia per il raffreddamento. La messa in essere di questa soluzione richiede, anzitutto, la realizzazione di una copertura impermeabilizzante del tetto, sulla quale si va a costruire un sistema di vegetazione costituito da: uno strato drenante, uno strato filtrante, un substrato, una copertura vegetale. Dalla struttura e dallo spessore del substrato dipende la tipologia del tetto, che può essere: estensivo, semi-intensivo, intensivo.

 

Tetto estensivo

Lo spessore del substrato è compreso tra i 4 e i 12 cm ed è costituito da un 10% di materia organica e da un 15% di terra fine. Per spessori inferiori agli 8 cm la scelta delle specie vegetali va verso piante xerofite, quali le diverse specie di sedum, rustiche, poco esigenti e con una buona capacità di assorbimento del particolato. Oltre gli 8 cm la composizione vegetale può essere integrata con campanule, festuche, iris, ecc. Il carico massimo non supera i 180 kg/m2.

 

Tetto semi-intensivo

Lo spessore del substrato va dai 12 cm ai 30 cm, con un 10 % di materia organica e un 20% di terra fine. Per la composizione vegetale, alle specie prima indicate si aggiungono le graminacee per tappeto erboso, alcune varietà di rose, ed altre essenze similari. Il carico massimo è contenuto entro i 350 kg/m2.

 

Tetto intensivo

Lo spessore supera i 30 cm e la composizione è quella dei substrati di coltivazione dei giardini. Per quanto attiene la vegetazione, quando lo spessore del substrato supera 1 metro, oltre alle essenze erbacee prima indicate, possono essere inseriti arbusti e piante arboree. Si raggiungono carichi anche superiori ai 500 kg/m2. L’inerbimento può essere attuato con diverse tecniche. Si può ricorrere all’impiego di talee erbacee da inserire nel substrato, oppure a piantine coltivate in cubetti di terra, o al trapianto di tappeto erboso, in rotoli o in piastre, precoltivato in speciali substrati. L’impianto di irrigazione è necessario nell’area mediterranea ed è consigliato nelle altre zone, tenendo però presente che la funzione di raffrescamento viene comunque migliorata con l’irrigazione. Per definire la dose e la frequenza dell’irrigazione è importante conoscere la capacità di ritenzione dell’acqua da parte del substrato. L’intervento irriguo va legato, grazie ai sensori di misura dell’umidità del substrato e dell’evapotraspirazione, alle esigenze idriche della vegetazione, evitando le dosi e gli intervalli predefiniti. La tecnica irrigua deve garantire una copertura uniforme e può essere attuata: per aspersione, goccia a goccia, per subirrigazione.

 

Parcheggi vegetalizzati

Oltre che per il migliore effetto estetico, i parcheggi vegetalizzati aumentano la superficie permeabile del suolo cittadino, riducono l’effetto albedo, cioè la capacità di riflessione delle radiazioni solari, mitigano l’effetto delle isole di calore. Prima di attuare questa soluzione è importante conoscere, sia la capacità portante, sia la permeabilità del suolo. In particolare il coefficiente di permeabilità non dovrebbe essere inferiore ai 6-10 m/s. Le soluzioni più diffuse sono rappresentate da strutture alveolate in plastica o in cemento, che poggiano su uno strato di supporto costituito da una miscela di terra e pietre o di altra natura. Lo spessore varia dai 20 ai 50 cm ed è legato al tipo di fruizione; in particolare al peso delle tipologie di autoveicoli che vi devono stazionare. Le lastre alveolate vengono riempite con uno strato di terra e pietrisco preseminato, o ricorrendo alla semina meccanica ed anche all’idrosemina, o al trapianto di zolle di tappeto erboso. La scelta della semente va rivolta a specie rustiche dotate di apparato radicale estremamente denso ed in grado di rigenerarsi rapidamente.

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