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Ricerca e innovazione i punti forti di BCS

L'azienda lombarda presenta alla stampa le novità di prodotto e le strategie per sviluppare la presenza sui mercati internazionali. Soluzioni tecniche innovative e attenzione alle tendenze del mercato i punti forti di questa azienda, tra le migliori nella produzione di trattrici per colture specializzate

di Giampiero Moncada
dicembre 2016 | Back

Anche un 5% in meno di fatturato può essere un’ottima notizia, se l’economia mondiale non riesce ancora a ripartire e in certe macroregioni del pianeta si sono registrate crisi impreviste. È per questo che Bcs Group ha iniziato proprio quest’anno una profonda trasformazione della propria attività, con una ristrutturazione dello stabilimento di Luzzara, e ha lanciato dei prodotti innovativi dimostrando intraprendenza sul mercato. Si tratta del trattore K105, presentato all’EIMA lo scorso novembre, e il trattore i-Spark 650 che, in controtendenza rispetto agli standard attuali, monta un motore a benzina.

«Le restrizioni e gli obblighi che vengono imposti sui motori diesel costituiscono un grosso problema per macchine che nascono proprio per avere dimensioni contenute – ha spiegato Fabrizio Castoldi, presidente di Bcs Group, nel corso dell’incontro autunnale con la stampa tenutosi il presso la sede del gruppo ad Abbiategrasso – perché tutti i dispositivi che riducono l’inquinamento sono anche ingombranti. Il motore a benzina, a fronte di un carburante leggermente più costoso, fornisce comunque prestazioni superiori e minori emissioni inquinanti».

La scelta è talmente inconsueta che, prima di procedere con il progetto, alla Bcs si sono chiesti se esistesse ancora la cosiddetta benzina agricola. Che, in effetti, nessuno ha mai tolto dal mercato, nonostante il motore diesel in questi anni abbia praticamente equipaggiato l’intera produzione di mezzi per l’agricoltura.

Bisognerà vedere, adesso, come reagirà il mercato, ma i dirigenti dell’azienda hanno pochi dubbi visto l’interesse dimostrato dai visitatori dell’EIMA per questa novità, così come per le altre presentate all’esposizione bolognese.

«Bisogna dire che quest’ultima edizione di EIMA è stata tra le più soddisfacenti – conferma Castoldi a Mondo Macchina – perché siamo stati davvero assediati per tutta l’esposizione. Tutti contatti che dovranno poi concretizzarsi successivamente, come avviene in ogni fiera, ma è evidente che l’interesse c’è ed è solo frenato dalle incertezze economiche».

Ma nell’azienda di Abbiategrasso sembra che non ci sia posto per le incertezze. I numeri presentati parlano di un quadro complessivo positivo, grazie anche alla diversificazione produttiva e geografica che ha consentito di avere in qualche area aumenti di fatturato in grado di compensare i cali registrati in altri mercati.

Il fatturato, quasi 104 milioni di euro, è in larghissima parte dovuto alla produzione tradizionale – macchine agricole e per la manutenzione del verde – che rappresenta l’81% del totale. Al comparto energia il rimanente 19% (19,722 milioni). Complessivamente, il 60,7% del fatturato deriva dalle esportazioni, con risultati in crescita nelle principali aree: Europa, Medio Oriente, Asia, e qualche calo nel Centro e Sud America e in Africa. In entrambi i casi, lo sviluppo economico ha risentito delle difficoltà politiche.

Le incertezze politiche, sia pure di natura completamente diversa, incidono anche sugli indicatori per il prossimo anno del mercato europeo. Rimangono positivi, invece, per il Nord America, dove Bcs conta di vedere ancora crescere il suo fatturato nel prossimo anno, anche grazie al cambio favorevole. Complessivamente, le previsioni per il periodo 1° settembre 2016/31 agosto 2017, sono di un aumento del fatturato nell’ordine del 2% per il comparto agro/verde e del 5% per l’energia.

Un incremento delle vendite, così come la tenuta sostanziale di quest’anno, dovuti all’elemento che caratterizza da sempre quest’azienda e che oggi ancora più di ieri si rivela la carta vincente: la ricerca tecnologica e, quindi, la gran quantità di brevetti che rendono i prodotti di un’azienda come questa innovativi e in grado di competere anche con i giganti del settore. Il solo K105, fiore all’occhiello e protagonista delle novità di quest’anno, può vantare ben sei brevetti. Un antidoto alla contraffazione e anche un “grimaldello” per conquistare i segmenti di mercato più pregiati, ovvero la clientela interessata a macchine con prestazioni superiori perché in grado di recuperare l’investimento utilizzandole in modo più intenso e per attività più redditizie. 

Cislaghi: “puntiamo su flessibilità e programmazione”

Per approfondire i programmi a breve termine, e comprendere meglio le strategie che l’azienda sta per realizzare, Mondo Macchina intervista Carlo Cislaghi direttore marketing e distribuzione di Bcs Group

Lei ha detto che all’Eima c’è stata una gran folla ma poche richieste di brochure, rispetto alle altre volte. L’ha trovato strano? In fondo, ormai vanno tutti su Internet a informarsi…

L’abbiamo pensato anche noi ed è sicuramente vero, ma non è la sola ragione. Penso, piuttosto, che tutti abbiano interesse ad acquistare, ma rimandino in attesa di vedere come si sviluppano i contesti economici.

Non si riferisce solo all’Italia, vero?

No, certo. Noi lavoriamo per l’80% sul mercato europeo. E quello che succede in Italia succede con piccole variazioni in Francia, in Germania e in altri Paesi. La crescita del Pil nell Eurozona dell’1,7%, prevista per il 2017, secondo me è abbastanza ottimistica. Noi teniamo sul mercato nazionale perché siamo un marchio storico. Facciamo un po’ fatica su alcuni Paesi importanti, come appunto Francia e Germania, perché non abbiamo alcuni prodotti che ci chiedono e sui quali, comunque, stiamo già lavorando.

In che direzione vanno le loro richieste?

Non sono tutte uguali. Nei Paesi del centro-Europa ci chiedono con insistenza trattori idrostatici, che noi non produciamo ancora ma sui quali abbiamo già dei progetti. C’è poi una piccola evoluzione per le macchine da fienagione, ma su queste non abbiamo niente in cantiere. Anche per i gruppi elettrogeni arrivano richieste di macchine più potenti e con caratteristiche ecologiche più sofisticate da alcuni specifici mercati, come quelli svizzero, tedesco e austriaco.

A proposito di standard ecologici, le norme sempre più restrittive sembrano un ostacolo, visto che aumentano i costi e limitano le performance, ma per un’azienda come la vostra forse si rivelano una leva commerciale, visto che non tutti sono in grado di realizzare macchine così sofisticate.

Sì, se parliamo di mercati europei, o comunque di mercati evoluti, sì. Il danno per un’azienda come la nostra è che dobbiamo tenere una doppia gamma di prodotti. Perché nei Paesi meno evoluti i motori common rail e con l’elettronica non si possono proporre. Questo è un costo perché dobbiamo mantenere due produzioni parallele.

Oltre che per l’esportazione, continuate ad avere una presenza produttiva all’estero?

Puntiamo molto sull’India, dove abbiamo una filiale che non è solo commerciale ma anche produttiva. Il cuore delle macchine viene mandato dall’Italia ma poi l’assemblaggio avviene in loco. Abbiamo una sessantina di persone e copre solo una parte del Paese. Potremmo sviluppare la nostra presenza anche in zone del Paese dove non siamo conosciuti. Tra l’altro, quella filiale sta lavorando molto bene anche con il Pakistan, nonostante le difficoltà tra i due Paesi.

Voi vivete di brevetti, perché è grazie all’innovazione che riuscite a mantenere e accrescere le quote di mercato. Ma la difesa dei brevetti non è garantita dappertutto e le imitazioni sono frequentissime in questo settore. Non siete un po’ in sofferenza?

Siamo in sofferenza dove si fa fatica a difenderli e a farli capire. Ma alla fine quando un cliente compra una macchina Bcs lo fa perché si fida di noi.

Quindi, la difesa non è tanto quella legale ma quella della reputazione, della fedeltà del cliente?

Non c’è dubbio che reputazione, Service e fedeltà del cliente sono fondamentali per potersi difendere dalle contraffazioni. Non di meno abbiamo dei contenziosi legali, anche se ci sono aree geografiche nelle quali non possiamo fare troppo affidamento su questi procedimenti.

State investendo per rinnovare uno stabilimento. In cosa consiste questa ristrutturazione? Cosa cambia nei metodi di produzione?

Si tratta di adeguarsi alle nuove tecnologie e modificare i metodi di produzione. Introdurre concetti innovativi come “lean manifacturing” (produzione snella ndr) consente di arrivare al momento giusto, con il tempo giusto, con il pezzo giusto.

Quindi, si riduce il “time to market”, il tempo che ci vuole per passare dal progetto alla macchina pronta da vendere?

Certo, ed è un elemento decisivo per i margini di un’azienda. Il K105 ci ha portato a ragionare in questi termini.

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