Mondo Macchina Nr. 7-9 - Anno 2022

n. 7-9/2022 65 TECHNOLOGY Mini plants for biogas production On small to medium-sized livestock farms, anaerobic digestion holds interesting and largely unexplored opportunities. The technologies available today make the energy conversion plant economically viable, thus helping to reduce dependence on fossil fuels politiche di incentivazione hanno favorito nel recente passato la diffusione di impianti di biogas agricolo. Peraltro, gli incentivi inizialmente previsti sono stati successivamente rimodulati, e ora sono concessi in funzione della taglia dell’impianto e della tipologia di biomassa sfruttata. In tal modo, sono favoriti impianti di potenza inferiore ai 300 kW ed alimentati con biomasse di risulta e/o sottoprodotti. Recentemente il decreto Milleproroghe ha esteso al 2022 gli incentivi agli impianti biogas inferiori ai 300 kW, ossia quelli più diffusi nelle aziende con allevamenti zootecnici. Nonostante questo cambio di paradigma, buona parte degli impianti realizzati anche dopo la revisione delle tariffe prevedono comunque l’alimentazione dei digestori con biomasse dedicate (spesso il silomais), seppur in codigestione con reflui e/o altri sottoprodotti agricoli ed agro-industriali. I mini impianti La presenza di mini-impianti di biogas (indicativamente di potenza inferiore a 50-100 kW), rigorosamente alimentati solo con reflui e sottoprodotti è ancora molto limitata. Infatti, se da un lato l’impiego di matrici di risulta riduce i costi di alimentazione (soprattutto nel caso di brevi distanze di trasporto), dall’altro occorre considerare che queste biomasse (e i reflui in particolare) hanno produzioni specifiche di biogas particolarmente modeste (ad esempio per il liquame suino solo 8-10 m3/t di biogas), richiedendo quindi la costruzione di digestori di medio-grandi dimensioni, a fronte di produttività limitate. Ad oggi, comunque, una quota ancora piuttosto inesplorata del mercato del biogas è rappresentata dalle potenzialità di aziende zootecniche di dimensioni medio-piccole (a partire da 70-100 capi di bovini adulti). Si tratta di una dimensione aziendale ancora molto diffusa nell'Italia centromeridionale, non considerata dai principali produttori di impianti di biogas, per le loro limitate produzioni di materia prima. Questo disallineamento, tra la biomassa disponibile in azienda e quella richiesta per un efficiente sfruttamento dell’impianto, ha precluso alle piccole aziende agro-zootecniche la possibilità di investire nel settore delle agroenergie. Di recente sono state però sviluppate soluzioni di impianti di mini-biogas, che possono adattarsi al meglio alle aziende agricole di dimensioni limitate, con una riduzione dei colater analytically reshaped and are now granted according to plant size and the type of biomass exploited. This favors less than 300 kW plants fueled with waste biomass and/or byproducts. Recently, the "Milleproroghe" decree extended incentives to 2022 for biogas plants below 300 kW, which is most common on livestock farms. Despite this paradigm shift, a large part of the plants built even after the rate revision still involve supplying the digesters with dedicated biomass (often silomix), albeit in co-digestion with wastewater and/or other agricultural and agro-industrial by-products. Mini plants Mini-biogas plants (indicatively of less than 50-100 kW capacity), strictly fed only with wastewater and by-products, are still very few in number. In fact, while the use of by-product matrices reduces feeding costs (especially in the case of short transport distances), it must be considered that these biomasses (and wastewater in particular) have extremely modest specific biogas productions (e.g., for pig slurry only

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