Mondo Macchina Nr. 11 - Anno 2022

n. 10-11/2022 BIOENERGY da un punto di vista produttivo e della semplicità di coltivazione, non ci sono ragioni per privilegiare il pioppo al salice. Prova ne sia che nel resto d’Europa, soprattutto nel centro-nord, è infatti proprio il salice la specie più coltivata. In ogni caso, i punti chiave della tecnica colturale sono sempre i medesimi, ovvero la durata del ciclo colturale (il periodo tra la messa e dimora e l’espianto della coltura), il turno di ceduazione (l’intervallo tra due ceduazioni), la densità di impianto e la meccanizzazione delle lavorazioni di campo. Meccanizzazione e sostenibilità economica della filiera, sono le criticità che più hanno limitato la diffusione di queste coltivazioni. Al momento, alcune fasi del ciclo colturale (ad es. la messa a dimora e la raccolta) richiedono operatrici dedicate, che non sono solitamente disponibili nel parco macchine delle aziende agricole degli areali in cui si sono diffuse le SRF. Se per tutte le altre cure colturali si possono adottare con profitto attrezzature comunemente impiegate anche per i seminativi, per la messa a dimora sono necessarie specifiche trapiantatrici, mentre per la ceduazione si devono impiegare falciatrinciacaricatrici comunque dotate di un’apposita testata di taglio o addirittura macchine di derivazione forestale. La possibilità di “semplificare” la meccanizzazione di queste specifiche lavorazioni, ricorrendo ad operatrici di taglia limitata, potrebbe favorire le SRF anche dove la superficie disponibile è modesta, e quindi tale da non giustificare il ricorso a mezzi di grandi dimensioni (siano essi di proprietà o del contoterzista). Diversamente da altri paesi del centro-nord Europa, dove l’adozione di una parziale meccanizzazione è più frequente, una simile soluzione è tuttora raramente adottata in Italia. Viceversa, una simile opzione è stata applicata con successo in Romania su coltivazioni di SRF di salice con cicli di taglio di 2 e 3 anni. Tecnica colturale I cloni di salice sono stati messi a dimora nel 2011, prevedendo una ceduazione sia biennale che triennale. Il ciclo coltion and ease of cultivation, there is no reason to favour poplar over willow. Proof of this is that in the rest of Europe, especially in the centre-north, it is in fact willow that is the most cultivated species. In any case, the key points of the cultivation technique are always the same, i.e. the length of the cultivation cycle (the period between the planting and removal of the crop), the coppicing rotation (the interval between two coppices), the planting density and the mechanisation of field work. Mechanisation and economic sustainability of the supply chain are the critical issues that have most limited the spread of these crops. At present, some phases of the cultivation cycle (e.g. planting and harvesting) require dedicated implements, which are not usually available in the machinery fleet of farms in the areas where SRF have spread. While equipment commonly used for arable crops can be profitably adopted for all the other cultivation treatments, specific transplanters are needed for planting, while for coppicing one must use mowers with a special cutting head or even forestry-derived machines. The possibility of 'simplifying' the mechanisation of these specific processes, by resorting to smaller machines, could favour SRF even where the available surface area is modest, and therefore such as not to justify the use of large vehicles (whether owned by the farmer or by the contractor). Unlike other central-northern European countries, where the adop129 Wood chips fromShort Rotation Forestry with low mechanisation intensity For smaller surface areas, the use of a less intensive mechanisation of the key operations of the cultivation cycle, such as harvesting and uprooting with stump grinding, can be a versatile and rational solution. The positive experiences already gained in this setting in central and northern Europe are very encouraging

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