Mondo Macchina Nr.12 - Anno 2022

n. 12/2022 29 EIMA SPECIAL Geopolitics, agriculture is a decisive variable Geopolitica, l’agricoltura unavariabiledecisiva a cura della Redazione Nello scenario geopolitico contemporaneo la competizione tra gli Stati non si svolge soltanto sul terreno dell’industria, delle materie prime o della finanza, ma anche su quello della produzione di derrate alimentari. Il settore primario è dunque, al pari degli altri, utilizzato dagli Stati per esercitare la propria influenza nell’arena internazionale e condizionare così la politica dei loro competitor. Di questo ha parlato l’analista geopolitico Dario Fabbri, nell’incontro dal titolo “L’agricoltura, una variabile decisiva negli assetti geopolitici”, che si è tenuto nella giornata inaugurale di EIMA International. La guerra tra Russia e Ucraina – ha ricordato Fabbri – è anche una guerra agricola ed è significativo che l’unico terreno di intesa finora trovato tra i due belligeranti sia stato proprio sulle esportazioni di grano da Odessa. L’accordo ha infatti permesso di sbloccare una situazione che avrebbe potuto minare la stabilità politica dei Paesi africani e mediorientali maggiormente dipendenti dal grano ucraino. Se oggi l’agricoltura è anche uno strumento per esercitare un’influenza politica, la questione dell’autosufficienza alimentare e dell’incremento delle rese produttive è diventata per molti Stati un tema strategico. Una partita importantissima – ha aggiunto – è quella che India e Cina stanno giocando sul campo dell’indipendenza tecnologica, per realizzare macchine sempre più evolute che consentano di incrementare la produttività e, quindi, di rafforzare la propria posizione nel sistema del commercio globale. L’agricoltura è emersa in questi anni come settore centrale – ha evidenziato Dario Fabbri – e questo non potrà che cambiare la percezione che comunemente si ha dell’agricoltura. C’è in atto una trasformazione culturale che porterà non soltanto il mondo politico ma anche le nuove generazioni a concepire l’agricoltura non più come un settore marginale ma come un elemento cardine dell’economia di ogni Paese. by Editorial Staff In the contemporary geopolitical landscape, competition between states does not only take place on the terrain of industry, raw materials or finance, but also on that of food production. The primary sector is therefore, like the others, used by states to exert their influence in the international arena and thus condition the policies of their competitors. This is what geopolitical analyst Dario Fabbri spoke about in the meeting entitled "Agriculture, a decisive variable in geopolitical arrangements", held on the opening day of EIMA International. The war between Russia and Ukraine - Fabbri noted - is also an agricultural war and it is significant that the only common ground found so far between the two belligerents has been precisely on wheat exports from Odessa. The agreement made it possible to unblock a situation that could have undermined the political stability of the African and Middle Eastern countries most dependent on Ukrainian wheat. If today agriculture is also a tool for exerting political influence, the question of food self-sufficiency and increasing production yields has become a strategic issue for many states. A very important game - he added - is the one that India and China are playing in the field of technological independence, in order to create increasingly advanced machines that allow them to increase productivity and, therefore, to strengthen their position in the global trade system. Agriculture has emerged in recent years as a central sector - Dario Fabbri pointed out - and this can only change the commonly held perception of agriculture. There is a cultural transformation taking place that will lead not only the political world but also the new generations to conceive agriculture no longer as a marginal sector but as a pivotal element of every country's economy.

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