Mondo Macchina Nr. 1-2 - Anno 2023

n. 1-2/2023 35 EIMA SPECIAL EIMA, the key role of training for agriculture4.0 te». Se per il Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini l’agricoltura italiana è un modello da esportare, mettendo a frutto tutto ciò che è necessario per far conoscere oltreconfine che cosa la caratterizza, per Gianni Dalla Bernardina, presidente di Cai, Confederazione agromeccanici e agricoltori, occorre un nuovo patto di filiera perché l’agromeccanica rappresenta un valore aggiunto per il settore primario, mentre per Raffaele Garofalo (Fattorie Garofalo) “con il nuovo governo si dovrà discutere della filiera soprattutto nel rapporto con la grande distribuzione organizzata. Sullo sfondo c’è il limite del sistema agricolo italiano nel confronto con il resto dell’Europa, vale a dire la dimensione mediamente piccola delle sue imprese”. Ma c’è anche la prospettiva, secondo Prandini, di “aumentare la nostra capacità produttiva lavorando con tutti i soggetti della filiera e di creare le condizioni per trasmettere la professionalità delle nostre aziende, che è anche una difesa contro il fenomeno dell’italian sounding”. Una cosa è certa: secondo Garofalo «l’agricoltura 4.0 sta cambiando tutti i processi produttivi e bisogna cogliere le opportunità che offre, soprattutto al Sud. È fondamentale ridurre i costi di produzione e questo si può fare solo con l’innovazione tecnologica». La strada è tracciata. «Sarà inevitabile proseguire in questa direzione – ha concluso Destro – perché oggi con l’agricoltura di precisione si ottiene un risparmio sui costi di produzione che oscilla tra il 50 e il 60% a ettaro». tics beyond our borders, for Gianni Dalla Bernardina, President of Cai, Confederation of Agro-Mechanics and Farmers, a new supply chain pact is needed because agro-mechanics represents an added value for the primary sector. Raffaele Garofalo (Fattorie Garofalo) says that "with the new government we will have to discuss the supply chain especially in the relationship with large-scale organised distribution". In the background there is the limitation of the Italian agricultural system in comparison with the rest of Europe, namely the average small size of its farms. But there is also the prospect, according to Prandini, of "increasing our production capacity by working with all the players in the supply chain and creating the conditions to transmit companies' professionalism, which is also a defence against the phenomenon of Italian sounding". One thing is certain: according to Garofalo, "agriculture 4.0 is changing all production processes and we must seize the opportunities it offers, especially in the South. It is essential to reduce production costs and this can only be done with technological innovation". The road is marked out. "Continuing in this direction is inevitable," Destro concluded, "because today with precision agriculture we can achieve production cost savings of between 50 and 60 per cent per hectare. Continuous training for the development of the new skills required at the centre of a conference promoted by Maschio Gaspardo. Made in Italy also enhanced through the most modern digital technologies. Supply chain agreements extended to the world of large-scale organised distribution. The challenge of productivity

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