principali confederazioni agricole (Confagricoltura, Coldiretti e CIA), aziende, e istituzioni per discutere del ruolo fondamentale che l’agricoltura può svolgere nella lotta ai cambiamenti climatici attraverso il sequestro di carbonio nel suolo. In una sola mattinata sono state delineate parecchie tecniche per favorire la protezione del suolo tra cui: colture di copertura, colture intercalari, lavorazione conservativa del suolo, agricoltura di precisione e la moderna meccanizzazione oggi disponibile, l’uso del digestato (in sostituzione del concime chimico) o ancora la diffusione di pratiche di agroforestazione e agricoltura mista, che integrano alberi o arbusti nella gestione delle colture e/o del bestiame. Queste tecniche, oltre a ridurre le emissioni di gas serra, agevolano la conservazione e il ripristino della sostanza organica nel suolo, incrementano la fertilità del suolo, aumentano la resilienza agli effetti del cambiamento climatico e promuovono una produzione agricola più sostenibile. In questo contesto, il carbon farming si conferma uno degli strumenti più promettenti per contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici europei. Una strategia che non solo contrasta i cambiamenti climatici, ma che ha l’obiettivo di premiare anche gli agricoltori per l’adozione di pratiche ecologiche, integrando il loro reddito. Se i progressi delle Conferenze mondiali sul clima stentano a produrre risultati concreti, a livello europeo, il percorso per promuovere il carbon farming avanza con decisione. Lo scorso aprile, il Parlamento europeo ha infatti adottato l'accordo provvisorio sul “Regolamento per la Rimozione di Carbonio e Carbon Farming (CRCF)”, creando il primo quadro volontario per la certificazione delle rimozioni di carbonio, del carbon farming e dello stoccaggio di carbonio nei prodotti in Europa. Secondo le stime della Commissione europea queste pratiche potrebbero garantire un risparmio complessivo di 42 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030, contrition), in collaboration with the Accademia dei Georgofili and the Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, in order to clarify and gather proposals on what can be done to give greater impetus to the spread of carbon farming, on the eve of the final approval of the European directive on the subject. To this end, the meeting involved experts of various kinds, including the main agricultural confederations (Confagricoltura, Coldiretti and CIA), companies, and institutions to discuss the fundamental role that agriculture can play in the fight against climate change through carbon sequestration in the soil. In just one morning, several techniques were outlined to promote soil protection, including: cover crops, intercrops, conservative soil cultivation, precision agriculture and the modern mechanization available today, the use of digestate (in place of chemical fertilizer), or the increased use of agroforestry and mixed agriculture practices, which integrate trees or shrubs in the management of crops and/or livestock. These techniques, in addition to reducing greenhouse gas emissions, facilitate the conservation and restoration of organic matter in the soil, increase soil fertility, increase resilience to the effects of climate change and promote more sustainable agricultural production. In this context, carbon farming turns out to be one of the most promising tools to help achieve European climate objectives. It is a strategy that not only combats climate change, but also aims to reward farmers for adopting ecological practices, supplementing their income. While the progress of the World Climate Conferences is struggling to produce concrete results, at the European level the path to promoting carbon farming is moving forward decisively. Last April, the European Parliament adopted the provisional agreement on the “Regulation for Carbon Removal and Carbon Farming (CRCF)”, creating the first voluntary framework for the certification of carbon removals, carbon farming and carbon storage in products in 72 BIOECONOMIA BIOECONOMIA
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