TECNICA 18 TECNICA chio elettronico può farlo. Allo stesso modo, si usano speciali telecamere sulle macchine per la raccolta di pomodori: basandosi sul colore delle bacche, riescono a scartare quelle acerbe, scaricandole in campo durante la raccolta. È sempre necessaria una selezione manuale al termine del processo, ma il compito degli operatori risulta fortemente agevolato dalla prima cernita. In alcuni casi, le telecamere sono utilizzate per localizzare la vegetazione durante particolari lavorazioni, come trattamenti con agrofarmaci o erbicidi. Per il costo e la pericolosità dei prodotti utilizzati, è di estrema importanza che l’irrorazione vada il più possibile a segno e alcune macchine utilizzano la visione artificiale per attivare e disattivare automaticamente gli ugelli. Va anche detto che, in alternativa, è possibile utilizzare per questi compiti sistemi radar, meno influenzati dalla nebbia creata dalla vaporizzazione degli agrofarmaci. A un livello di tecnologia ancora superiore, le telecamere sono in grado, assieme a un apposito software e ad attuatori elettrici, di rendere possibili particolari operazioni, come l’aggancio della testata di mungitura alle mammelle di una vacca, il diserbo puntuale o la sarchiatura di orticole. In questo caso, la telecamera individua posizione e forma della mammella, oppure la pianta infestante, che sarà poi irrorata dall’ugello, o – ancora – è in grado di far muovere una lama sarchiante tra una pianta e l’altra su una fila di orticole, in modo da eradicare le malerbe senza danneggiare la coltivazione. Un’altra automazione recente, legata alle telecamere, è la funzione di riempimento automatico del carro su alcune macchine da raccolta (tipicamente le trinciacaricatrici). La telecamera controlla dove cade il prodotto e muove il tubo di scarico avanti e indietro per riempire automaticamente e omogeneamente tutto il carro. Gli occhi dei robot. Dal riempimento automatico alla guida autonoma il passo non è molto breve: si deve passare da una singola operazione ripetitiva a un’attività complessa, che prevede di muoversi liberamente nello spazio, evitare ostacoli, trovare il campo di lavoro e, soprattutto, prendere decisioni non programmate. Tuttavia i primi Agv (sigla che sta per Automatic guided vehicle) sono già sul mercato e molti altri sono in fase di prototipo, più o meno avanzato. Terrestre o aereo che sia, un veicolo autonomo ha necessità di orientarsi nello spazio. Ciò può avvenire in diversi modi. Con il sistema satellitare, per esempio, utilizzando ovviamente correzioni che permettano di raggiungere un ridotto margine di errore. Oppure con dispositivi laser, i ben noti Lidar (acronimo per Light Detection and Ranoff objects and provide information about their shape and distance. Robot vehicles can also use cameras.The latter, if applied to autonomous driving, are mostly 3D or stereoscopic: essentially two cameras are combined exactly like two human eyes. Composing two images through a specific algorithm allows the vehicle to recognize not only the objects surrounding it, but also their distance and thickness. A primary use of cameras is for safety: by training artificial intelligence (experts talk about neural networks) with thousands and thousands of images, computers can be "taught" to recognize human beings. Aitronik, a Pisan startup company specializing in software for AGVs deals with this. “Using three-dimensional cameras, our software recognizes humans in mixed environments, even identifying details and depth,” explains Alessandro Procopio, an engineer at Aitronik, adding that the camera systems are particularly useful for obstacle recognition, both outdoors and indoors. How to act if there is a human within its range of action is determined by the software combined with the vision devices. The vehicle – let's say a tractor – can for example stop, or
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