n. 11/2025 53 TECHNOLOGY gono i costruttori, una durata superiore di almeno cinque volte rispetto al ricambio comune. Cosa che, di per sé, basterebbe già a pareggiare la spesa totale. A ciò si aggiunge il risparmio di manodopera per le quattro o cinque sostituzioni non più necessarie, oltre al maggior guadagno dovuto al mancato fermo macchina. Quest’ultimo in realtà, si verifica soltanto se l’intervento manutentivo dev’essere effettuato a campagna in corso. Infine, un aspetto spesso trascurato: un componente parzialmente usurato, ma ancora utilizzabile, determina comunque una riduzione di efficienza. Un dente di erpice consumato per un terzo fa meno lavoro di uno nuovo, il puntale di un’ancora smussato aumenta l’assorbimento di potenza e dunque i consumi del trattore. Al contrario, un componente che resta praticamente inalterato per il doppio o il triplo del tempo assicura più ore di lavoro al 100% delle potenzialità dell’attrezzo. Materiali speciali: ma quali?Ci siamo tenuti, finora, sul vago, parlando genericamente di materiali speciali. Entrando nel dettaglio scopriamo che vi sono almeno tre livelli di qualità per un componente alto-resistente. Il primo è quello che impiega acciai con formulazioni particolari. Le quali variano a seconda delle caratteristiche che si vogliono esaltare: resistenza all’usura, allo stiramento, alla compressione oppure maggior elasticità o leggerezza rispetto a una lega tradizionale. Negli ultimi anni, per esempio, in molti hanno insistito, nelle campagne promozionali, sull’impiego di Hardox, che è il nome dato a uno specifico acciaio anti-usura ad alto contenuto di cromo e basso o medio contenuto di pect: a partially worn component, although still usable, leads to reduced efficiency. A tine of a harrow worn down by a third does less work than a new one; a rounded anchor tip increases power absorption and thus the tractor's fuel consumption. Conversely, a component that remains practically unchanged for double or triple the time ensures more hours of work at 100% of the tool’s potential. Special materials: but which ones? Until now, we've been vague, referring to special materials in a generic manner. Upon closer examination, we discover that there are at least three distinct quality levels for high-resistance components. The first uses steels with specially formulated compositions, which vary according to the characteristics one wishes to enhance: wear resistance, tensile strength, compressive strength, or greater elasticity, or lightness compared to a traditional alloy. In recent years, for instance, many have emphasized the use of Hardox in promotional campaigns, which is the name given to a specific high-chromium wear-resistant steel with low to medium carbon content. It has been (and still is) used because it combines high hardness (up to 500 HB on the Brinell scale) with good workability. In other cases and sectors, other Swedish steels, such as Domex and Strenx, which are particularly resistant to traction, have been employed. However, not always is a high-carbon, chromium, or manganese steel alloy sufficient to meet the high specifications required by certain components. When steel is not enough. In such situations, even the hardest materials - among the hardest currently known - are uti-
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