Mondo Macchina - Nr. 1 - Anno 2024

TECNICA 46 TECNICA finire i vari attrezzi, dato che sono disponibili molti modelli con caratteristiche intermedie, la vera differenza consiste nelle caratteristiche di dirompimento: lo scarificatore smuove e frantuma grossolanamente lo strato lavorato, creando quindi un certo sopralzo rispetto al terreno compatto, mentre il ripuntatore mira a creare la sola fessurazione profonda, senza apparente disturbo superficiale, o quasi. Un ulteriore, importante, differenza risiede nella profondità di lavorazione, che per lo scarificatore non supera di solito i 4050 centimetri, mentre con il ripuntatore si può talvolta superare anche il metro. Il ripuntatore Si tratta di un’attrezzatura concettualmente semplice, ma che richiede un’attenta progettazione e un’accurata scelta dei materiali. È sostanzialmente composto da un numero variabile di ancore (da 1 a 11), se del caso disposte su diversi ranghi sfalsati, ciascuna costituita da una barra verticale molto robusta, corredata alla sua estremità inferiore (e talvolta anche lungo il suo sviluppo verticale) da utensili atti a realizzare di volta in volta la lavorazione con le caratteristiche desiderate. Il ripuntatore è una macchina operatrice portata all’attacco a 3 punti, che grazie alla sua conformazione e al suo notevole peso penetra progressivamente nel terreno, fino alla profondità desiderata. Per le sue tipiche modalità di funzionamento, essa richiede una forza di trazione molto alta, e deve pertanto essere accoppiata a trattori di stazza notevole (quasi sempre anche opportunamente zavorrati) e quindi di potenza al top della gamma attualmente disponibile, specie per i ripuntatori che lavorano oltre i 70 cm di profondità e sono dotati di molte ancore. Si consideri infatti che il trattore risulta severamente impegnato non solo in termini di capacità di tiro, ma anche per l’erogazione della potenza, poiché l’esecuzione veloce della ripuntatura migliora l’effetto di dirompimento degli strati profondi. Le ancore hanno conformazione varia, rettilinea oppure ricurva con concavità rivolta nel senso dell’avanzamento, e sono costituite da robuste piastre sagomate in acciaio di notevole spessore (anche 30-40 mm), sottoposto ad opportuni trattamenti di indurimento superficiale. L’attrezzo terminale può differenziarsi in funzione dell’effetto di dirompimento desiderato: la configurazione più comune prevede un puntale terminale (talvolta a montaggio reversibile, per un opportuno prolungamento della vita utile), che può essere completato da un riporto in acciaio al tungsteno. Il puntale è spesso caratterizzato da una curvatura più accentuata rispetto alla struttura portante ed è normalmente fissato con bulloni per facilitarne la sostituzione in caso di rottura o di fine vita per usura. I riporti al tungsteno possono essere applicati anche al corpo dell’elemento, sempre per aumentarne la vita utile in termini di usura. Lo scarificatore La profondità di lavorazione è in questo caso inferiore a quella del ripuntatore, attestandosi tipicamente tra 30 e 50 cm. La differenza principale risiede però nelle modalità di dirompimento del terreno prodotta dagli organi lavoranti, che in questo caso assumono una tipica conformazione arcuata, con un utensile terminale intercambiabile per questioni di usura. Anche gli scarificatori hanno gli organi di lavoro disposti su più ranghi, in modo sfalsato, ma più fitti rispetto alle ancore dei ripuntatori ed in numero superiore (fino a 20 o più nei modelli di maggior produttività). La motrice da accoppiare all’attrezzo deve essere anche in questo caso di grande potenza per garantire comunque un’efurther important difference lies in the depth of tillage, which for the chisel is usually no more than 40-50 centimeters, while with the subsoiler, it can sometimes exceed one meter. The subsoiler This is a conceptually simple piece of equipment, but one that requires careful design and choice of materials. Basically, it is composed of a variable number of anchors (from 1 to 11), where appropriate, arranged in different staggered ranks, each consisting of a very strong vertical bar equipped at its lower end (and sometimes also along its vertical development) with tools suitable for carrying out from time to time the work with the desired characteristics. The subsoiler is an operating machine brought to the three-point hitch, which, thanks to its conformation and its considerable weight, progressively penetrates the soil to the desired depth. Because of its typical mode of operation, it requires a very high tractive force and must, therefore, be coupled to tractors of considerable tonnage (almost always also suitably ballasted) and, of top-of-the-line power, especially for those subsoilers equipped with anchors, which work over 70 cm in depth. It should, in fact, be considered that the tractor is severely engaged not only in terms of pulling capacity but also in the delivery of power since the fast execution of the subsoiling improves the disrupting effect of deep layers. The anchors have various conformations, either straight or curved, with the concavity facing in the direction of advance, and are made of strong-shaped plates of steel of considerable thickness (even 30-40 mm), subjected to appropriate surface hardening treatments. The end implement can differ according to the desired disruptive effect: the most common conUn modello di scarificatore ad ancore ricurve con rullo a spuntoni (sopra) e uno dotato di lama triangolare (sotto) A chisel with curved shanks and spiked roller (above) and another with triangular blade (below)

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