Mondo Macchina Nr. 3-4 - Supplemento componentistica - Anno 2023

TECNICA 14 TECNICA La problematica relativa alla ricerca del più alto livello di sicurezza del macchinario nelle lavorazioni in pendenza è stata affrontata da tempo, ma senza dubbio il progresso tecnologico ha portato di recente un grosso aiuto nel risolvere con efficacia le situazioni più critiche, sia dal punto di vista della stabilità del cantiere trattore-attrezzatura, sia da quello della qualità del lavoro delle grandi macchine operatrici semoventi, come ad esempio le mietitrebbiatrici e le vendemmiatrici. Nei primi anni ‘50 del secolo scorso, ossia all’inizio di quel periodo che fu caratterizzato dalla cosiddetta “rivoluzione verde” (o, più modernamente, “agricoltura 2.0”), si pensò di affrontare la questione in modo attivo, ovvero cercando di impedire la progressiva perdita di stabilità e il conseguente incipiente ribaltamento del trattore con una serie di allarmi, visivi e sonori, di raggiungimento di pendenza pericolosa, monitorata da opportuni sensori. Si pensò anche, in quel frangente, di staccare il moto alle ruote, oppure di spegnere addirittura il motore. Furono anche installati speciali puntoni laterali che, nella malaugurata ipotesi di innesco di un ribaltamento, potessero essere velocemente espulsi dal corpo trattore e, appoggiandosi sul terreno o infiggendosi in esso, avessero la possibilità di bloccare la rotazione del mezzo. Una soluzione originale, che di fatto ha precorso i tempi, fu quella di dotare il trattore di ingranaggi riduttori finali in cascata, tramite la rotazione dei quali (e ovviamente entro determinati limiti) il corpo del mezzo potesse rimanere orizzontale anche nella marcia su superficie in pendenza. Purtroppo, molteplici ragioni, come ad esempio la scarsa precisione di intervento, l’inefficacia dei segnali di avvertimento (sottovalutati dai conducenti), l’insufficiente affidabilità dei meccanismi e, non ultimo, l’elevato costo di questi sistemi e dispositivi, decretarono ben presto il rapido abbandono di tutte le soluzioni messe a punto. Quindi, segnatamente per i trattori, si passò rapidamente all’applicazione di un concetto di sicurezza passiva, ovvero non impedire che il ribaltamento avvenisse, ma proteggere il conducente dalle sue nefaste conseguenze tramite l’installazione di un ROPS (Roll Over Protective Structure) intorno al posto di guida, completato con una cintura di sicurezza di tipo addominale solidale al sedile del conducente, in modo da trattenerlo efficacemente all’interno di un determinato “volume di sopravvivenza” garantito dalla tenuta della struttura di sicurezza. In pratica, il principio applicato ha avuto il medesimo fine dell’airbag montato anni dopo sui veicoli destinati alla circolazione su strada, ovvero non intervenire sull’accadimento dell’incidente, ma limitarne le conseguenze a carico del conducente (e, nel caso degli airbag, anche degli eventuali passeggeri). Un po’ di storia… The issue of seeking the highest level of machinery safety when working on slopes has been addressed for some time, but there is no doubt that technological progress has recently brought a great deal of help in effectively resolving the most critical situations, both from the point of view of the stability of the tractorequipment yard, and from that of the quality of work of large selfpropelled operating machines, such as combine harvesters and grape harvesters. At the beginning of the 1950s, that is, at the beginning of the period that was characterised by the so-called 'green revolution' (or, more modernly, 'agriculture 2.0'), the issue was tackled in an active manner, i.e. by trying to prevent the progressive loss of stability and the resulting incipient overturning of the tractor with a series visual and audible alerts when a dangerous slope was reached, monitored by appropriate sensors. At the time, a common measure was to disconnect the drive from the wheels, or even switch off the engine. Special lateral struts were also installed which, in the unfortunate event of a rollover, could be quickly ejected from the tractor body and, by resting on the ground or embedding themselves in it, would be able to block the rotation of the vehicle. An original solution, which was ahead of its time, was to equip the tractor with final reduction gears in cascade, whose rotation (obviously within certain limits) could keep the body of the vehicle horizontal even when driving on sloping surfaces. Unfortunately,many reasons, such as the poor precision of the countermeasure, the ineffectiveness of the warning signals (underestimated by drivers), the insufficient reliability of the mechanisms and, last but not least, the high cost of these systems and devices, soon caused the rapid abandonment of all devised solutions. Consequently, particularly for tractors, manufacturers quickly moved on to the application of a passive safety concept, i.e. not to prevent the rollover happening, but to protect the driver from its harmful consequences through the installation of a ROPS (Roll Over Protective Structure) around the driver's seat, supplemented by a lap belt built into the driver's seat, so as to effectively hold him within a certain 'survival volume' guaranteed by the tightness of the safety structure. In practice, the principle had the same purpose as the airbag fitted some year later to vehicles intended for road use, i.e. not to intervene in the occurrence of the accident, but to limit its consequences for the driver (and, in the case of airbags, also for any passengers). A bit of history... L’espulsione di un puntone laterale in caso di ribaltamento incipiente (a sinistra), oppure il disassamento delle ruote degli assali (a destra) furono due soluzioni messe in atto (purtroppo senza successo) alla fine degli anni ’50 del secolo scorso per cercare di impedire il ribaltamento del trattore The ejection of a side strut in case of an incipient rollover (left), or the offset of the axle wheels (right) were two solutions implemented (unfortunately unsuccessfully) in the late 1950s to try to prevent tractor rollovers

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