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Meccanica agraria, l'alleanza tra atenei e aziende

Alla 44ª edizione di EIMA, salone internazionale delle macchine agricole e per il giardinaggio, si consolida la collaborazione tra università e case costruttrici per lo sviluppo della ricerca a fronte delle importanti sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi anni

a cura della Redazione
novembre 2021 | Back

è sempre più stretta l’alleanza tra le imprese che producono macchine agricole e gli atenei. Una intesa grazie alla quale le aziende possono sviluppare nuovi prodotti o innovare i processi produttivi per rispondere meglio alla domanda che arriva dal mercato, e le università entrano in contatto con il mondo produttivo.

La conferma delle sinergie tra il mondo produttivo e il mondo della ricerca è arrivata dalla 44ª edizione di EIMA International, e in particolare dal workshop sull’innovazione nella meccanica e nell’impiantistica applicata ai biosistemi agroalimentari e forestali promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari (Distal) dell’Università di Bologna e dal Safe (Dipartimento di Scienze agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente) dell’Università di Foggia, in collaborazione con FederUnacoma. Distal e Safe hanno organizzato il seminario per valorizzare il percorso di studi dei dottorati di ricerca che in questo campo seguono il conseguimento della laurea magistrale.

«Quando parliamo di innovazione ci riferiamo sia alla meccanica agraria sia all’impiantistica nell’agrifood. E abbiamo due realtà che viaggiano a velocità diverse. Da un lato – spiega Michele Mattetti, docente di meccanica agraria dell’Alma Mater – ci sono le grandi aziende che investono molto sulla ricerca e sullo sviluppo. Dall’altro ci sono le piccole imprese che hanno maggiori difficoltà a sostenere tali investimenti». Strategica, per le aziende come per gli atenei, è la partnership che nella sola Emilia-Romagna porta ogni anno venti tirocinanti nelle imprese. «Una collaborazione proficua – prosegue Mattetti – che per lo studente si conclude quasi sempre con l’assunzione e che permette all’università di stare a stretto contatto con il sistema produttivo. Molto spesso, infatti, la ricerca nasce dalle esigenze delle aziende».

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