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Bioenergia

Un gruppo di lavoro al MiSE sul Biometano nel settore agricolo

L'impiego del biometano può trovare sbocchi importanti anche nelle motorizzazioni agricole. Per inquadrare la questione in un'ottica di filiera il Ministero ha costituito un Tavolo tecnico invitando i principali stakeholder nazionali tra cui FederUnacoma

di Matteo Monni
luglio - settembre 2019 | Back

Oggi il biometano si può considerare il carburante ideale su cui puntare per la mobilità sostenibile e il raggiungimento dell’obiettivo, previsto al 2030, per le rinnovabili nei trasporti. In un’ottica di economia circolare, in linea con gli indirizzi UE e nazionali, il biometano agricolo ha il grande pregio di valorizzare scarti e materie prime rinnovabili come gli effluenti zootecnici, i sottoprodotti delle attività agricole, agroalimentari e altre biomasse derivanti da colture d’integrazione. Inoltre, l’auspicato sviluppo di una filiera nazionale determinerebbe effetti positivi sul PIL, creerebbe nuova occupazione e consoliderebbe la leadership italiana a livello globale, come avvenuto per il biogas.

Infatti, l’Italia è oggi il quarto produttore mondiale di biogas, con circa 1.700 impianti attivi, che hanno creato più di 6.400 posti di lavoro stabili.

Per tali ragioni, su iniziativa dei Sottosegretari di Stato Davide Crippa e Andrea Cioffi, lo scorso 10 luglio è stata organizzata una riunione presso il MiSE, allo scopo di raccogliere valutazioni e discutere le prospettive di sviluppo del biometano in ambito agricolo. All’incontro sono stati invitati tutti i principali stakeholder del settore (tra cui Assogasliquidi, Coldiretti, Confagricoltra, Cib, Cnh Industrial, Eni, Liquigas, Sapio, Snam e FederUnacoma) nonché i rappresentanti delle Segreterie tecniche dei Ministri di MIPAAFT e MATTM.

In questo primo confronto sono state affrontate le principali questioni legate all’utilizzo del biometano come: la riconversione degli impianti di produzione di energia elettrica a biogas esistenti, gli impianti di liquefazione del biometano (bioGnl) e il potenziale d’impiego del biometano per alimentare macchine agricole innovative. Su quest’ultimo punto, in particolare, FederUnacoma potrà fornire il proprio contributo, raccogliendo i pareri e gli orientamenti dei propri associati. L’attenzione di diverse case produttrici verso la produzione di trattori a biometano è alta e al MiSE interessa capire il grado di sviluppo tecnologico raggiunto, i tempi e i costi della commercializzazione delle macchine. Le condizioni per immaginare l’ingresso dei motori a biometano nella meccanizzazione agricola ci sono tutte e traggono forza dal fatto che, già oggi, l’Italia è il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione (circa 1,1 miliardi di metri cubi) e oltre 1.300 stazioni di rifornimento per circa 1 milione di veicoli in circolazione. Nonostante tali presupposti si registra un forte ritardo nell’avvio degli investimenti, sia per incertezze normative, sia per la mancanza di una strategia progettuale condivisa tra i diversi attori della filiera. Vista la complessità del tema, che necessariamente richiede un’ampia visione di sistema, Davide Crippa ha invitato i presenti a trasmettere alla sua Segreteria tecnica i vari contributi che serviranno ad impostare una strategia efficace. Il prossimo incontro avverrà subito dopo il periodo estivo.

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