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Assemblea FederUnacoma: una agenda per la meccanizzazione agricola

Il rilancio della meccanizzazione agricola dipende dalla capacità delle imprese primarie di effettuare investimenti e cioè dalla loro redditività. I risultati economici dell'agricoltura – questo uno dei temi centrali dibattuti nel corso dell'Assemblea Generale di FederUnacoma – possono essere migliorati con tecnologie innovative, sistemi di coltivazione sostenibile e principi di economia circolare capaci di garantire produzioni a più alto valore aggiunto. Nel corso dell'Assemblea rinnovate anche le cariche elettive della Federazione

a cura della Redazione
luglio - agosto - settembre 2018 | Back

L’industria della meccanica agricola produce tecnologie all’avanguardia, ma le imprese del settore primario non sono in condizioni di acquistarle. Le tecnologie realizzate dalle industrie italiane – alte prestazioni, ampia gamma, sofisticati sistemi digitali per il controllo e la gestione scientifica delle operazioni colturali – si impongono sui mercati di tutto il mondo, ma rischiano di non trovare spazio nei territori agricoli italiani. Questa la situazione descritta da Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma – l’associazione dei costruttori italiani di macchine per l’agricoltura, la cura del verde e la relativa componentistica – in occasione dell’Assemblea Generale della Federazione tenutasi il 26 giugno scorso a Bologna. Una situazione paradossale che nasce da una perdita di redditività delle imprese agricole che riduce drasticamente la possibilità d’investimento per l’acquisto di mezzi meccanici e tecnologie di nuova generazione. La forbice fra costi e redditi – ha spiegato Malavolti nella propria relazione – si è allargata in modo consistente negli ultimi anni. Nel periodo compreso fra il 2005 e il 2017, secondo i rilievi Istat, i prezzi di vendita dei prodotti agricoli sono cresciuti meno della metà rispetto a quelli degli input produttivi (concimi, mangimi, energia, ecc…) e questo ha causato una netta riduzione dei margini economici per le imprese. Nello stesso tempo – ha aggiunto Malavolti – gli obblighi di adeguamento alle normative comunitarie sui mezzi meccanici, sempre più pressanti, comportano un aumento del costo delle macchine agricole rendendole meno accessibili per le imprese primarie, che si rivolgono in modo sempre più consistente al mercato dell’usato rinunciando ad essere competitive nella dotazione tecnologica. Restituire margini all’agricoltura per l’acquisto di mezzi di nuova generazione è dunque un obiettivo fondamentale, che impegna tutta le filiera agricola e agro-industriale. Per mettere a fuoco i fattori critici e individuare i possibili sbocchi, FederUnacoma ha voluto avviare – in occasione della propria assemblea – un “tavolo di lavoro” con economisti di chiara fama. Nel corso del dibattito sul tema “Una nuova agenda per la meccanizzazione agricola: l’analisi economica, la proposta politica”, che ha visto la partecipazione di Francesco Marangon, Ordinario di Economia Agricola all’Università di Udine e di Andrea Segrè, Ordinario di Economia Agricola all’Università di Bologna, e che è stato moderato dallo stesso presidente Malavolti, è emerso come la redditività dell’agricoltura possa essere incrementata, in una prospettiva di medio e lungo periodo, ma a precise condizioni. Occorre ottimizzare quelli che sono i “capitali” dell’impresa agricola, in primo luogo la terra, che può essere valorizzata grazie all’impiego di tecnologie innovative capaci di metterne meglio a frutto le potenzialità, e in secondo luogo le risorse umane che detengono le conoscenze tecniche e gestionali su cui si fonda l’attività aziendale. L’obiettivo – è emerso nel corso del dibattito – è quello di accrescere il valore aggiunto delle produzioni, soprattutto introducendo principi di sostenibilità e di economia circolare, anche per superare il limite rappresentato dalla dimensione ridotta delle imprese agricole. Nel contesto di un’agricoltura a più alto valore aggiunto – è stato sottolineato – la valutazione di un’impresa dovrà essere fatta sui suoi risultati economici molto più che sulla sua estensione, anche se questa rimane un elemento influente nelle economie di scala. Su queste basi – ha commentato Malavolti al termine del dibattito – la Federazione sta lavorando alla definizione di una propria agenda da presentare ai soggetti politici in sede nazionale e comunitaria. Questo in continuità con le iniziative già assunte negli ultimi anni, e potendo contare sull’apporto del Consiglio Generale, che proprio in occasione dell’Assemblea ha visto un rinnovo di cariche.

 

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