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Tecnica

La raccolta dei piccoli frutti è sempre più meccanizzata

Il mercato dei frutti rossi è in notevole espansione, ed offre una grande varietà di prodotti dalle differenti caratteristiche organolettiche. Per rendere più efficiente la raccolta si sono studiati mezzi meccanici per agevolarne e accelerarne la raccolta. Per il mirtillo americano, il ribes da industria e il mirtillo rosso sono disponibili mezzi meccani differenziati, mentre per le fragole sono già in commercio sistemi robotizzati

di Lavinia Eleonora Galli
marzo - aprile 2021 | Back

Succhi di frutta, confetture e consumo fresco sono le principali destinazioni produttive dei cosiddetti “frutti rossi”, la cui coltivazione è caratterizzata da numerose specie e varietà, che evidenziano morfologie vegetative e sesti di impianto tra loro molto differenti.

I piccoli frutti si possono classificare in base alla destinazione: principalmente per il consumo fresco, quali fragole, lamponi e mirtilli, oppure in prevalenza avviati alla trasformazione industriale, come il ribes e il mirtillo rosso. Tale differenziazione si riflette inevitabilmente sulle modalità di raccolta: le specie per il consumo fresco sono solitamente raccolte a mano, poiché la raccolta meccanica potrebbe inficiarne l’integrità e quindi la conservabilità, soluzione che invece è praticabile per i prodotti avviati alla trasformazione, poiché in tal modo i tempi di raccolta vengono drasticamente ridotti e la resa massimizzata, dato che la non perfetta integrità del prodotto non costituisce un problema.

 

Mirtillo selvatico e americano

Il mirtillo selvatico è una pianta perenne che fruttifica tra luglio e settembre, ha un’altezza di circa 20 cm e produce bacche piccole di colore rosso intenso, ricche di antociani. La struttura ed il portamento di questa pianta non permette una raccolta meccanizzata dei frutti; pertanto, le bacche vengono raccolte a mano, con l’ausilio di un rastrello o un pettine. Al contrario, il mirtillo americano è una pianta a portamento arbustivo/cespuglioso, con un’altezza che può superare ampiamente il metro. La bacca del mirtillo americano ha polpa bianca, e dimensione 4-5 volte più grande del mirtillo selvatico. Proprio quest’ultima peculiarità, insieme alla diversa conformazione della pianta, hanno permesso di meccanizzarne la raccolta, che viene eseguita tramite macchine operatrici scavallanti, trainate o semoventi, che analogamente alle vendemmiatrici staccano le bacche mediante scuotimento. La polacca Jagoda JPS ha realizzato il modello semovente Oskar 4WD Plus con scuotitori gestiti idraulicamente, per una selezione ottimale del prodotto dalle foglie ed eventuali residui di raccolta. Il produttore la dichiara idonea, in differenti configurazioni, per la raccolta anche di cinorrodi di rosa, uva spina, lamponi, ecc. I serbi di BSK propongono invece la Kokan 500s, un modello scavallante che per la raccolta dei mirtilli si avvale di un potente flusso d’aria che scuote i rami, causando la caduta dei frutti, con una produttività di 2-4 ha/gg. L’azione del getto d’aria è più delicata rispetto allo scuotimento meccanico: in tal modo si riesce a preservare l’integrità del frutto che, non riportando lesioni, può essere venduto anche come prodotto fresco. Dopo la separazione dalla pianta, i mirtilli vengono indirizzati su alcuni nastri trasportatori, che li trasportano poi verso un condotto di scarico, sotto al quale sono collocate le cassette per lo stoccaggio.

 

Ribes da industria

Il ribes è un frutto poco noto in Italia, mentre è maggiormente diffuso nell’Europa centro settentrionale, dove trova ampio impiego nella preparazione di succhi e composte. In questo caso non è necessario che le bacche rimangano solidali al raspo, come invece avviene per il prodotto fresco, ma anzi è utile che i frutti siano esenti da materiale estraneo, per agevolarne poi la successiva lavorazione.

La pianta di ribes ha portamento arbustivo e può superare 1,5 m di altezza; i frutti traslucidi, molto delicati e soggetti a danneggiamento, hanno un diametro inferiore ad 1 cm e sono raggruppati in grappoli da 10-20 bacche ciascuno.

La meccanizzazione della raccolta del ribes è simile a quella dell’uva spina e del mirtillo; si usa un’operatrice trainata o talvolta semovente, molto simile come principio di funzionamento alla vendemmiatrice, che avvolge le piante e con tamburi a dita flessibili stacca le bacche. Una coppia di nastri trasportatori sottostanti le intercettano e le convogliano in rimorchi tramite rulli e un condotto orientabile a collo d’oca. Altri modelli, come la Jagoda JPS Jarek 5 non sono scavallanti, e vengono accostati lateralmente al filare: i grappoli vengono staccati dai rami tramite dei rotori superiori dotati di dita flessibili, cadono sul nastro trasportatore che li convoglia sul lato della macchina, dove un altro nastro provvede a deporli nelle cassette.

 

Il mirtillo rosso

I principali produttori di questi frutti sono dislocati in America settentrionale, in Cile e in alcuni Stati dell’Europa orientale. Dal sapore piuttosto aspro, il mirtillo rosso è raramente venduto per il consumo fresco, ma è frequentemente utilizzato per la produzione di succhi e confetture, come frutta disidratata o base per integratori alimentari. I frutti possono essere raccolti asciutti o umidi.

Nel primo caso, si preleva il prodotto per la commercializzazione tal quale per mezzo di attrezzi agevolatori ad uso manuale dotati di un pick-up a rotore con denti metallici. Il raccolto perviene su nastri trasportatori che lo convogliano in coda al mezzo. Viceversa, la raccolta umida è adottata per i frutti da destinare a fini industriali. Si tratta di una lavorazione possibile dalle particolari modalità di coltivazione: infatti, il mirtillo rosso cresce su “marcite”, ovvero terreni ad elevata umidità, con un fondo piuttosto impermeabile. Sono in pratica l’equivalente di grandi vasche, delimitate da argini naturali fino a un metro di altezza.

La prima fase della raccolta umida, che dura un giorno e una notte, prevede un allagamento notturno delle vasche, in modo che al mattino seguente la coltura sia completamente sommersa da 20-40 cm d’acqua. A questo punto, un trattore dotato di un telaio a denti elastici simile a quello dell’erpice entra in campo e, smuovendo le piante sommerse, provoca la separazione delle bacche dalle piante. A causa della densità dell’acqua, lo scuotimento delle piante è più delicato rispetto alla tradizionale soluzione meccanica, a tutto vantaggio della qualità dei frutti. Le bacche staccate galleggiano sull’acqua, e pertanto la fase successiva consiste nel raggrupparle al centro della vasca, tramite un flusso d’aria generato da un ventilatore azionato dal trattore. Contestualmente, con il trattore si posa sul pelo dell’acqua una barriera galleggiante, per concentrare il prodotto nel punto di prelievo, da dove le bacche vengono aspirate per mezzo di una pompa che le invia ad un dispositivo di selezione dall’acqua e da eventuali altre impurità, prima del definitivo convogliamento in un rimorchio.

 

La raccolta robotizzata delle fragole

La pezzatura non uniforme dei frutti e l’elevata delicatezza del prodotto rendono particolarmente critica la raccolta meccanizzata delle fragole in pieno campo. Peraltro, sono comparse di recente soluzioni robotizzate: la spagnola Agrobot ha sviluppato una macchina scavallante ad azionamento elettrico (Agrobot E-series) in grado di raccogliere i frutti sia in campo aperto che in serra. La macchina, dotata di 24 bracci autonomi, è impostabile per diversi sesti di impianto, in base ai quali sono alloggiati i supporti per la collocazione delle cassette di stoccaggio del prodotto raccolto.

Grazie alla mobilità dei bracci, il robot può raccogliere le fragole da terra sino a 1-1,5 m di altezza, opzione utile nel caso di colture su substrato o idroponiche. La selezione dei frutti avviene tramite una serie di sensori ottici e ad infrarossi, che identificano i prodotti giunti a maturazione. I bracci prelevano la fragola, recidendo il picciolo a 2-4 cm dal frutto, che viene poi adagiato delicatamente all’interno della cassetta. In tal modo, si evita qualsiasi contatto diretto con il corpo fruttifero, riducendo così la possibilità di danneggiamento del prodotto.

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