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Antonio Carraro, a Fieragricola la gamma al completo

Dalle trattrici Tigre 4000 alla serie T Major, fino ai cingolati Mach 2 e Mach 4, nello stand della ditta padovana si preannuncia il tutto esaurito, con macchine progettate nel segno della compattezza e delle prestazioni

di Giovanni M. Losavio
gennaio 2018 | Back

Antonio Carraro schiera a Fieragricola i pezzi pregiati del proprio catalogo. Ecco i principali portabandiera della scuderia padovana.

Tigre 4000. Supercompatto isodiametrico sterzante da 31 cavalli equipaggiato con motore Yanmar a 3 cilindri (coppia massima a 1700 giri al minuto), replica in scala ridotta tutte le caratteristiche dei top di gamma Antonio Carraro. Si caratterizza per il telaio oscillante Actio, il baricentro basso e un’ampia luce libera dal suolo. Le dimensioni sono compatte ma il posto di guida è ampio, ergonomico e confortevole anche nell’accesso a bordo.

Progettato per la manutenzione o la coltivazione di terreni agricoli, orti e serre, Tigre 4000 si presenta con un design accattivante, funzionale al disimpegno nella vegetazione e con un “muso basso” che assicura all’operatore una visuale ideale sull’area di lavoro, mentre il massiccio paraurti anteriore, dotato di gancio traino, serve al contempo come zavorra e paracoppa. Infine, la PTO è a 540 giri/min e sincronizzata con tutte le velocità del cambio; il sollevatore ha una capacità massima di 850 Kg.

T Major. È una linea di macchine compatte di potenza medio-bassa (49,7 o 56 cavalli) con soluzioni tecniche innovative, anche nel segno del comfort. Tre le configurazioni previste dall’azienda di Campodarsego: due con telaio Actio sterzante (TCF e TN) e una con telaio articolato (SNV). Se le versioni sterzanti offrono stabilità sulle pendenze laterali e flessibilità d’uso (anche nelle zone più impervie), i modelli articolati si segnalano per le prestazioni di assoluto livello nelle coltivazioni a filari stretti, anche con forti pendenze verticali.

Agili e maneggevoli, le trattrici T Major si segnalano per una sterzata fluida nelle condizioni di lavoro più difficili, grazie a una trazione e a un’aderenza permanenti, e al sistema di blocco dei differenziali (idraulico su SNV; meccanico su TCF e TN). La trasmissione conta 12 rapporti avanti e 12 in retromarcia su 4 rapporti di velocità sincronizzati, 3 gamme di lavoro e un inversore posto sul tunnel centrale. Alimentati da un propulsore Yanmar a 4 cilindri aspirato (per una potenza di 49,7 cavalli) e da un VM a 3 cilindri turbo da 56 cavalli, i T Major sono equipaggi con dischi multipli in bagno d’olio esenti da registrazione.

Serie R. Si tratta di macchine in linea con i parametri Stage 3B e le omologazioni previste dalla Mother Regulation. Tuttavia – precisa l’azienda padovana con una nota tecnica – il restyling costruttivo richiesto da tali adempimenti con l’introduzione dei filtri antiparticolato è stato condotto senza alterare ingombri e dimensioni delle serie precedenti. La Serie R, disponibile con potenza da 98 cavalli, prevede sette versioni con sigla 10900 (TRX, TRG, TGF, TTR, SRX, Mach 4 e Mach 2) corrispondenti a una differente configurazione del telaio ACTIO (telaio integrale oscillante proposto in tutte le declinazioni: sterzante, a baricentro basso, a carreggiata larga oppure articolato). Le trattrici Serie R sono a guida reversibile (tranne il modello TGF, monodirezionale) alimentate da un motore Kubota a 4 cilindri turbo Common Rail, a gestione elettronica. Tra i punti di forza di questa gamma c’è la capacità di trazione, aumentata grazie ad un passo allungato che ripartisce in maniera ottimale i pesi del trattore.

Cingolati Mach 2 e Mach 4. Mach 2 è una trattrice a due cingoli (posteriori) e con ruote anteriori da 20”,  equipaggiata con telaio sterzante reversibile che offre stabilità e sicurezza; mentre Mach 4 è un quadricingolo pensato per la massima agilità di manovra. Caratterizzate entrambe da un’accattivante livrea nera, sono dotate di guida reversibile. La particolare configurazione dei cingoli di gomma, spiega il costruttore, offre aderenza e trazione costanti anche nelle condizioni estreme: terreni in pendenza, fangosi o viscidi, o in situazioni inaccessibili a un gommato. Il compattamento del terreno è ridotto al minimo – assicura l’azienda veneta – ed inferiore a quello prodotto dal calpestio di un uomo. 

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