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Anniversario CBM, cinquant'anni di successi

Importante traguardo per la CBM, l'azienda modenese specializzata nella produzione di componenti per macchine agricole che dalla fine degli anni '60 ad oggi grazie ad un ampliamento della gamma produttiva, a partnership e acquisizioni è diventata un'azienda leader del settore con mille dipendenti e oltre 150 mln di fatturato annuo

di Giovanni M. Losavio
maggio - giugno 2017 | Back

Correva l’anno 1967 e il “miracolo economico italiano” aveva appena vissuto la sua fase più dinamica. Presto l’economia del Paese avrebbe conosciuto fasi difficili, legate anche alla crisi petrolifera, ma in un contesto produttivo ancora molto legato all’agricoltura, il settore della meccanica agricola aveva comunque prospettive di sviluppo. In questo stesso anno comincia a muovere i primi passi la CBM, azienda di Modena specializzata nella progettazione e produzione di attacchi a tre punti per trattrici agricole. I primi tempi, nonostante una congiuntura economica generale non favorevole, sono molto positivi. L’impresa vive una crescita rapida, destinata a consolidarsi negli anni ‘80 con il forte sviluppo anche del mercato europeo dei trattori e, di conseguenza, con la grande vivacità della componentistica.

La crescita prosegue nel decennio successivo quando le nuove tecnologie entrano nell’agromeccanica cambiando in parte la stessa architettura costruttiva dei trattori. E così, mentre la ricerca applicata allo sviluppo di nuovi componenti fa passi da gigante – le parole d’ordine sono affidabilità, qualità e prestazioni – la CBM inizia ad espandersi con l’acquisizione prima della Mita Oleodinamica di Verona, attiva nel segmento dei sollevatori idraulici a posizione e sforzo controllato e delle valvole idrauliche per trattori agricoli,  poi della SAT Srl dove si realizzano attacchi a tre punti per motrici di trattori di piccola e media potenza.

Nel 1996 parte la fabbricazione dei sistemi di traino, seguita, poco dopo, dalla produzione di rotule, di supporti e di tiranti filettati con rotule. Intanto, la fine del millennio segna una nuova tappa nello sviluppo dell’impresa modenese, che inizia a guardare oltre confine.

Nel 1999 il management CBM sigla una joint-venture con “Mita-Harig India” (nel 2010 sarà anch’essa acquisita dalla casa emiliana) dove si fabbricano sollevatori idraulici per il mercato locale e per l’Estremo Oriente; già nell’anno 2000, ad entrare nell’orbita del gruppo emiliano è lo storico marchio svedese Axla Pick-Up Hitch, noto per la produzione di traini. Con l’espansione delle attività aziendali cresce anche il fatturato che nel 2007 – anno in cui vede la luce CBM Polska – tocca la quota record di 80 milioni di euro. Oggi il gruppo CBM, di cui è entrato a far parte anche Te.

Tra acciai, è una realtà imprenditoriale dinamica, affermata in Italia e all’estero con una gamma produttiva che va dai ganci traino agli assali, passando per i gruppi di comando e i sollevatori elettronici.

A cinquant’anni di distanza dalla sua fondazione, il Gruppo CBM ha lo stesso slancio imprenditoriale del 1967, ma con una “forza d’urto” di mille dipendenti e con un fatturato superiore ai 150 milioni di euro.

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