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Tecnica

Raccolta meccanizzata delle olive. Alte prestazioni e lavorazioni delicate

Macchine sempre più evolute hanno ormai aperto nuovi orizzonti per una raccolta efficace del prodotto. La sinergia con le vendemmiatrici agevola notevolmente lo sviluppo della tecnologia

di Lavinia Eleonora Galli
luglio-agosto-settembre 2023 | Back

La favorevole vocazione del territorio e l’elevato apprezzamento della popolazione, ha fatto sì che l’olivicoltura in Italia diventasse una delle produzioni agricole più significative, che si articola in olive da tavola, olio e diversi sottoprodotti. Nonostante ciò, la produzione di olive (e di conseguenza di olio) è calata negli ultimi 30 anni fino a dimezzarsi, passando da 650.000 t circa della campagna 1991-92 a meno di 320.000 nel 2021-22.

Sesti di impianto e forme di allevamento

I sesti di impianto sono fortemente variabili, sostanzialmente in relazione all’età delle piante. Nel Centro e Sud Italia sono ancora attivi oliveti secolari, con sesti molto ampi e produzioni decisamente non intensive. Da qualche tempo sono state invece introdotte forme di allevamento super-intensive, con oliveti organizzati in filari e piante di dimensioni compatte, a tutto vantaggio di un’efficiente meccanizzazione, raccolta compresa. Se nella coltivazione semi-intensiva le piante hanno distanza variabile tra 5 e 10 m tra le file e sulla fila, a livello super-intensivo ci sono solo 3-4 m tra le file e 1-1,5 m tra una pianta e l’altra sulla fila.

 

La raccolta agevolata ...

È il metodo storico, e ancora diffuso nelle zone più impervie. Esso prevede la stesura a terra di teli/reti per l’intercettazione del prodotto. Per agevolare la caduta delle olive si usano degli scuotitori, manuali o motorizzati. L’utensile terminale è simile nei due casi, ed è costituito da un rastrello, le cui dita metalliche vengono fatte scorrere lungo la chioma delle piante, in modo da “pettinare” le fronde. I modelli con motore provvedono a far vibrare il rastrello, per un’azione di distacco più efficace. I teli vengono poi riuniti, per concentrare le olive e riporle in cassette per il trasferimento in azienda.

 

… e quella meccanizzata

Oltre a ridurre in misura significativa il tempo di raccolta, essa evita che le olive restino a lungo sul terreno; un fattore, questo, che potrebbe pregiudicare la qualità dell’olio. Le soluzioni di raccolta sono differenti rispetto al tipo di impianto: in quelli semi-intensivi si adottano dei gruppi scuotitori, applicati anteriormente al trattore (o a mezzi semoventi simili), azionati idraulicamente con un impianto spesso autonomo, alimentato da una pompa mossa dalla presa di potenza del trattore. L’attrezzatura si avvale di una grossa “pinza” a doppia ganascia, con le estremità rivestite in gomma per non danneggiare la pianta, che afferra il tronco (o le grosse branche) delle piante e le fa vibrare, per provocare la caduta delle olive, che vengono quindi intercettate da un telo a ombrello rovesciato, fatto scorrere in precedenza intorno al tronco della pianta. Le olive vengono infine convogliate in due piccoli contenitori, il cui contenuto viene periodicamente riversato nelle cassette. In alternativa, si adotta la soluzione dei teli a terra precedentemente descritta.

 

Raccolta negli impianti super-intensivi

Di fatto, vengono impiegate vendemmiatrici riadattate allo scopo, le quali – nella versione semovente – operano come telai portattrezzi multifunzionali. I modelli trainati, mossi idraulicamente, sono invece collegati al gancio del trattore e lavorano in posizione latero-posteriore. Pur con una produttività più bassa, questi ultimi limitano il compattamento superficiale del suolo, sia per la loro massa minore, sia perché le tracce lasciate dalle ruote sono sfalsate rispetto a quelle degli pneumatici del trattore, producendo quindi una pressione al suolo meno localizzata. I modelli semoventi operano più facilmente su pendii fortemente declivi: sono autolivellanti e risultano più facili da guidare, essendo basati su una struttura monolitica. La funzione di livellamento del corpo macchina è demandata a 4 cilindri idraulici (uno per ruota) che, insieme con l’incernieramento centrale del modulo di raccolta, assicurano un efficace allineamento verticale della testata di raccolta con le chiome soprattutto in caso di marcia a girapoggio, con pendenze fino al 25% e con coltivazioni irregolari come allineamento e larghezza della vegetazione. La trazione è assicurata da 4 motori idraulici (anche in questo caso uno per ruota), gestiti con una portata variabile di olio, in modo da limitare gli slittamenti localizzati.

Il gruppo di raccolta

Anche in questo caso, si agisce sulle piante con uno scuotimento delle chiome: le olive distaccate dalla pianta vengono intercettate e poi convogliate in apposite tramogge. L’apparato scuotitore è costituito da una serie di aste frenate di varia conformazione che oscillano nell’asse trasversale. Più in dettaglio, le aste frenate (soluzione adottata da New Holland) sono precaricate, ovvero ognuna di esse è incernierata rigidamente ad un’estremità, mentre quella opposta è collegata ad un eccentrico che determina la variazione ritmica della curvatura, provocando – secondo quanto dichiara il costruttore – un distacco delicato delle olive. Le aste ricurve sono invece solitamente sagomate a forma di P, ed incernierate ad entrambe le estremità.

Le olive vengono quindi intercettate e convogliate mediante paratie orizzontali di materiale plastico o panieri disposti in due nastri a movimento continuo, che si spostano verso la parte posteriore della macchina, dove un gruppo di trasporto colloca le olive nelle tramogge. Ognuna di esse è provvista, nella parte superiore, di una coclea che assicura un’uniforme distribuzione del prodotto nel volume disponibile. In alternativa allo stoccaggio temporaneo a bordo, è possibile avvalersi di un braccio a “collo d’oca” per trasferire il materiale in un rimorchio trainato da un trattore, parallelamente alla macchina per la raccolta. Le tramogge vengono infine svuotate in rimorchi per il trasferimento al frantoio.

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