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Tecnica

Emergenza neve: mezzi per la sicurezza stradale

Sgombraneve, spazzaneve, spargisale e irroratrici sono fondamentali per ripristinare la viabilità in caso di precipitazioni. Una ricca gamma di macchine e attrezzature, prodotte in parte dalle industrie di macchine per l’agricoltura e la cura del verde, può soddisfare le più diverse esigenze e contribuire a mettere in sicurezza le arterie stradali e le aree urbane

di Pietro Piccarolo
gennaio - febbraio 2021 | Back

L’inverno 2020-2021, in Italia e non solo, è stato caratterizzato per nevicate che non si vedevano da decenni anche se, sempre nel XXI secolo, si sono registrate nel 2006 e nel 2009 forti nevicate ma non così eccezionali come quelle dell’inverno in corso. Già a partire dai primi di dicembre, soprattutto sulle Alpi centro-orientali, sono avvenute le prime nevicate copiose. In Alto Adige e in Friuli oltre i 2000 metri di altitudine il manto nevoso, in breve tempo, ha fatto registrare accumuli di neve sino a 4 metri di altezza, creando diversi disagi e isolamento di alcune aree montane. A fine dicembre altra copiosa nevicata che ha messo in difficoltà diverse città tra cui Milano, dove si è dovuto reclutare alcune centinaia di persone per spalare la neve. Questa situazione ha richiamato alla mente la nevicata storica del 1985 quando, tra il 13 e il 17 gennaio, una precipitazione nevosa durata oltre 70 ore paralizzò mezza Italia. A Trento il manto nevoso raggiunse l’altezza di 1,5 metri e a Milano sfiorò il metro di altezza. Anche a gennaio in Italia si sono registrate altre nevicate copiose, ma è stata soprattutto la Spagna, colpita dalla tempesta Filomena, ad accusare nevicate record che hanno paralizzato buona parte del Paese e intere città come Madrid.

 

Piano di gestione per le emergenze invernali

Nevicate copiose come quelle prima richiamate causano tutta una serie di inconvenienti e di danni più o meno gravi, e possono provocare anche vittime umane. è anzitutto interessata la mobilità stradale e autostradale, ed anche quella ferroviaria ed aerea, con il rischio di isolamento di intere aree. A ciò si aggiunge il rischio di rottura di rami e di caduta di alberi con possibili conseguenze anche gravi su persone e cose, ivi compreso l’interruzione di linee elettriche. La stessa stabilità dei tetti di case e palazzi può essere compromessa per l’eccessivo carico nevoso. Purtroppo questi sono gli eventi, a volte nefasti, che possono verificarsi in caso di nevicate eccezionali. Per ridurre i rischi è anzitutto necessario fare prevenzione in modo da trovarsi preparati a fronteggiare gli effetti delle nevicate anche eccezionali e delle gelate. Ciò presuppone l’adozione di un piano di gestione delle emergenze invernali basato su una buona programmazione. Questo richiede la disponibilità della necessaria strumentazione per l’acquisizione dei dati meteorologici (temperatura dell’aria e del suolo, velocità del vento, grado di umidità, quantità di precipitazione, etc.) e della loro elaborazione in tempo reale. Ciò a livello urbano e lungo le linee di comunicazione stradali, ferroviarie e negli aeroporti. Occorre poi potere disporre di un parco macchine adeguato, per la cui corretta gestione è utile poterne avere la georeferenziazione, tramite sistema satellitare. Avere la localizzazione dei mezzi impegnati è importante al fine di visualizzarne l’attività e coordinarne l’impiego, in modo da fare fronte in tempo reale a possibili emergenze. Il parco macchine per l’inverno è costituito essenzialmente da sgombraneve, spazzaneve, spargisale e irroratrici.

 

Sgombraneve

La funzione degli sgombraneve è quella di prelevare la neve e di espellerla a una certa distanza. In relazione al modo di operare possono essere suddivisi in due categorie: a monostadio, per i quali la fresa rotante convoglia la neve nella macchina da dove viene espulsa attraverso il condotto di scarico. La fresa è a diretto contatto del suolo; a doppio stadio, dove la fresa rotante convoglia la neve nella macchina e la immette in una turbina rotante ad alta velocità che provvede all’espulsione attraverso il condotto di scarico. La fresa non va a contatto con il suolo.

Rispetto ai monostadio, il doppio stadio è più rispondente per coperture nevose di maggiore altezza. In relazione alla posizione dell’operatore gli sgombraneve si distinguono tra macchine con conducente a terra e macchine con conducente a bordo.

Gli sgombraneve con conducente a terra monostadio sono principalmente destinati ad uso privato per smaltire la neve nel proprio cortile, nei vialetti del giardino e così via. Sono rappresentati da modelli leggeri (il peso non supera i 35-40 kg), con larghezza di lavoro inferiore ai 50 cm. Sono solo in grado di rimuovere spessori di neve contenuti. Per alcuni è la stessa fresa in gomma che, a contatto del suolo, favorisce l’avanzamento; altri invece sono montati su due ruote ed utilizzano la forza motrice di un motore endotermico (potenza inferiore a 4,0 kW), o elettrico, via cavo o a batteria. In termini di prestazioni la capacità di espulsione non va oltre le 30 tonnellate di neve per ora, per coperture nevose intorno ai 30 cm di altezza.

Gli sgombraneve con conducente a terra a doppio stadio sono alimentati da motore endotermico, a scoppio o Diesel, anche se non mancano modelli elettrici e ibridi. La propulsione è a ruote o a cingoli. Un dispositivo elettroidraulico consente di regolare l’altezza della fresa ed anche l’inclinazione, con il comando dato con il pulsante di un joystik elettrico. In relazioni alle prestazioni una schematica distinzione può essere fatta tra i modelli con potenza inferiore a 6,5 kW e quelli con potenza maggiore. I primi hanno larghezza di lavoro compresa tra i 50 e i 75 cm e capacità di espulsione tra 30 e 60 t/h di neve, su coperture intorno ai 50 cm di altezza; i secondi, grazie alla maggiore potenza, che in genere non va oltre i 10-12 kW, e alla maggiore larghezza di lavoro, forniscono prestazioni superiori.

Gli sgombraneve con conducente a bordo, rispetto ai precedenti, hanno larghezza di lavoro più elevata e conseguentemente richiedono più potenza. Esistono due versioni: apparato sgombraneve montato su macchine motrici (portattrezzi, trattori, autocarri stradali, etc.); macchina sgombraneve semovente a 4 ruote motrici. Nel primo caso la larghezza di lavoro raggiunge e anche supera i 3 metri, richiedendo potenze anche superiori ai 200 KW. Nel secondo le larghezze e le potenze in gioco sono ancora superiori. Sono spesso impiegati negli aeroporti. Per queste macchine una stessa fresa può alimentare due condotti di scarico.

 

Spazzaneve

La funzione dello spazzaneve è quella di rimuovere la neve spingendola a lato o in avanti. è costituito da una lama sagomata in acciaio o in polietilene applicata anteriormente a un veicolo. Quando l’altezza della neve è rilevante, la resistenza all’avanzamento incontrata dallo spazzaneve è molto elevata e viene anche a mancare lo spazio laterale per il deposito, per cui è necessario ricorrere agli sgombraneve a turbina precedentemente descritti.

Indipendentemente dal veicolo a cui sono applicate, le lame spazzaneve possono essere diritte o a “V”, con la parte inferiore della lama che può essere costituita da un pattino di gomma di cui fare la sostituzione in caso di usura. Le lame vengono realizzate in dimensioni che vanno da 1 a 3 metri di lunghezza, con altezza compresa tra 50 e 90 cm. Il peso, a seconda dei modelli, va da 75 a 400 chilogrammi. L’applicazione al veicolo è eseguita con attacco a piastra o col sistema a tre punti, tra loro intercambiabili. La lama va regolata a un’altezza da terra di 1-2 mm e i piedini di stazionamento e la coppia di ruote vanno posizionati in modo da garantirne il mantenimento. Beneficiano di un angolo di orientamento di 20°-30°, sia a destra che a sinistra, modulabile idraulicamente o con sistema elettroidraulico. Sono anche dotati di sistema di ammortamento e di basculamento per fare fronte ai possibili ostacoli e alle variazioni del profilo stradale.

I veicoli a cui applicare la lama spazzaneve possono essere: rasaerba semoventi con conducente a bordo, trattori compatti, automezzi fuoristrada, autocarri stradali, macchine movimento terra (pale caricatrici, terne). Le potenze richieste sono legate al tipo di lama. Indicativamente per i modelli leggeri, aventi larghezza di lavoro intorno a 1 metro e peso sui 100 kg, la potenza richiesta al mezzo di trasporto è di 14-16 kW; potenza che si eleva sui 20 kW per lame di 130-150 cm e peso di 130-140 kg. Per lame spazzaneve di 280-300 cm e peso anche superiore ai 400 kg la potenza necessaria sale a 70-80 kW e oltre. Per sgomberare la neve dalle linee ferroviarie una delle soluzioni adottate è quella di applicare la lama al locomotore.

 

Spargisale

Quando la temperatura scende sotto lo zero, i problemi non derivano solo dalle nevicate ma anche dal ghiaccio. Lo spargimento del sale è la soluzione maggiormente adottata per provocarne lo scioglimento, in quanto il sale abbassa il punto di congelamento dell’acqua. Oltre al cloruro di sodio, particolarmente appropriato per l’impiego preventivo, l’altro sale impiegato è il cloruro di calcio che ha maggiore efficacia nello scioglimento del ghiaccio e della neve. Va quindi preferito quando neve e ghiaccio sono già presenti, mentre il suo uso preventivo può creare problemi. Indipendentemente dal tipo di sale, è importante effettuarne una distribuzione nelle dosi corrette. Nel caso del cloruro di sodio, per evitare corrosioni al manto stradale e inquinamenti, il dosaggio non dovrà eccedere i 40 g/m2 in presenza di ghiaccio. È comunque consigliabile rispettare la dose di 15-20 g/m2, evitando lo spargimento quando la temperatura è sotto i -10°C.

Oltre alla giusta dose di sale è poi importante scegliere il mezzo spargisale appropriato in relazione, sia alle condizioni di impiego, sia al possesso dei requisiti necessari per una corretta distribuzione. Esistono due tipologie di macchine (sono assimilabili agli spandiconcimi), per le quali lo spandimento è effettuato: a caduta per gravità; per azione centrifuga. I primi sono caratterizzati dalla ridotta larghezza di lavoro e la bassa velocità di avanzamento. Il loro impiego è dunque idoneo per interventi su marciapiedi e comunque su aree ristrette. Gli spargisale centrifughi, grazie al sistema di spargimento e alla maggiore larghezza di lavoro, sono più rispondenti per grandi superfici, come strade, autostrade e parchi. Per effettuare un corretto spargimento queste macchine devono avere determinati requisiti, il primo dei quali è la garanzia che lo spargimento sia uniforme e la portata proporzionale alla velocità di avanzamento. I dispositivi presenti a bordo della motrice a cui lo spargisale è accoppiato devono quindi consentire, in primo luogo, di verificare se la portata è proporzionale alla velocità di avanzamento e, inoltre, indicare al conducente la superficie coperta dandogli la possibilità di variare il dosaggio della distribuzione. È anche importante che ci sia la possibilità elettronica di ridurre al minimo la velocità dell’agitatore all’interno della tramoggia quando la macchina si arresta, in modo da evitare la polverizzazione del sale. Nell’accoppiamento dello spargisale a un trattore l’azionamento è operato attraverso la presa di potenza. Gli spargisale con motore autonomo (elettrico, idraulico, elettroidraulico), possono invece essere montati sui veicoli più diversi. Ad esempio si può avere automezzi che portano anteriormente una lama spazzaneve e posteriormente uno spargisale. Anche per essi deve valere il controllo totale da parte del conducente. In alcuni modelli di spargisale centrifughi elettrici, l’azionamento dell’agitatore all’interno della tramoggia è dato da un motore elettrico di bassa potenza (140-160 W), mentre il piatto rotante distributore è azionato da un motore in grado di erogare una potenza elevata (40-60 kW).

 

Irroratrice

Lo scioglimento della neve e del ghiaccio si può ottenere, non solo spargendo il sale, ma anche facendo una irrorazione di acqua salina avente un’alta concentrazione di sale (salamoia). L’impiego della soluzione salina consente di ottenere una riduzione del consumo di sale del 20-30%. Questa tecnica risulta particolarmente efficace per contrastare quello che in termine anglosassone viene definito freezing rain. Si verifica quando, in particolari condizioni climatiche, la pioggia a contatto con l’asfalto, anche in presenza di sale, istantaneamente forma uno strato di ghiaccio. L’irrorazione di una soluzione salina composta dal 25-30% di cloruro di calcio determina lo scioglimento dello strato ghiacciato. La soluzione salina antighiaccio è preparata da specifici miscelatori. L’operazione viene eseguita attraverso l’impiego di macchine irroratrici azionate dal veicolo che ne effettua il trasporto, o anche da motore autonomo.

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