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Tecnica

Massima manovrabilità tra i filari

La necessità di lavorare nelle coltivazioni specializzate senza limitazioni operative comporta la disponibilità di trattori molto evoluti per ciò che concerne i dispositivi di sterzo. Una panoramica delle originali e in parte inedite soluzioni disponibili sul mercato

di Domenico Pessina
marzo/aprile 2022 | Back

La caratteristica peculiare dei trattori da vigneto e frutteto, peraltro proficuamente impiegati anche nel comparto orto-floro-vivaistico e in quello della manutenzione del verde, è senza dubbio la loro compattezza, ossia gli ingombri limitati sia in lunghezza che, soprattutto, in larghezza. Infatti, tecnicamente queste macchine sono anche definite “a carreggiata stretta”. Il progresso tecnico ha portato ad una continua e notevole evoluzione degli specializzati, tale che in alcuni casi – come ad esempio per l’impianto idraulico – a parità di potenza motore le performance sono ormai addirittura superiori a quelle dei modelli da campo aperto.

C’è però un’esigenza irrinunciabile che gli specializzati devono esaltare oltre misura: la manovrabilità, ovvero la capacità di muoversi in spazi estremamente ristretti in modo agile e veloce, specie quando hanno al traino attrezzature già di per sé piuttosto ingombranti, come ad esempio gli atomizzatori e gli spandiletame trainati.

Pertanto, oltre alle dimensioni ridotte, che hanno comportato una dura sfida tecnica per contenere in volumi minimi una numerosa serie di dispositivi e apparati, tutti i numerosi costruttori di trattori specializzati, per la massima parte italiani, come ad esempio gruppo CNH, gruppo SDF, gruppo ARGO, Antonio Carraro, gruppo BCS, Carraro SpA, ecc., si sono adoperati da qualche tempo per esaltare le capacità di sterzatura delle macchine, soprattutto per migliorare la transitabilità tra i filari, specie per quanto riguarda l’uscita e l’entrata nello spazio interfilare. Allo scopo, sono state individuate diverse soluzioni tecniche, anche piuttosto diverse tra loro e in parte assolutamente inedite nel campo trattoristico, ma che sono tutte accomunate dall’obiettivo di ridurre il più possibile il raggio minimo di volta. Quella che segue è una breve panoramica di ciò che attualmente offre il mercato, con particolare riferimento alle tecnologie di più recente introduzione.

 

New Holland SuperSteer

Sul mercato da qualche anno, sui trattori di New Holland dotati di SuperSteer l’asse anteriore è collocato in posizione particolarmente avanzata rispetto al vano motore, in modo che si possa ottenere un angolo di sterzata complessivo molto ampio (sino a 76°), grazie anche al movimento relativo di rotazione dell’asse stesso, in aggiunta a quello usuale delle ruote. Oltre a svolte a raggio ridotto, ciò comporta ovviamente anche un aumento del passo della macchina, tale che – secondo il costruttore – con il SuperSteer gli attrezzi montati anteriormente ritornano più velocemente alla configurazione di lavoro dopo la sterzata, mentre il peso sugli assi risulta meglio distribuito con un incremento sull’avantreno, in modo da poter ridurre l’entità della zavorratura anteriore quando si lavora con attrezzi posteriori pesanti.

 

Kubota bi-speed

Sempre per ridurre il raggio di svolta, sui modelli a 4 ruote motrici la giapponese Kubota ha scelto la soluzione di aumentare il regime di rotazione delle ruote anteriori. In pratica, per mezzo di un cambio “hi-lo” e frizioni multidisco a bagno d’olio dedicate, quando l’angolo di sterzata delle ruota interna supera i 30° la velocità periferica aumenta automaticamente di 1,7-1,9 volte (a seconda dei modelli) in modo da “chiudere” prima la curva, con evidenti vantaggi per le svolte a fine campo e per le manovre ripetute in spazi ristretti. Ciò si traduce in una riduzione dei tempi di lavoro, ma anche di combustibile e di stress del conducente, a cui sono risparmiate ripetute (e noiose) manovre. A lungo andare non è da trascurare nemmeno il fattore usura, che in tal caso incide meno su tutti gli organi meccanici interessati. Ulteriore vantaggio è l’incremento del contributo dell’avantreno alla trazione globale, una condizione che può risultare preziosa ad esempio in uscita dai filari con traini gravosi e terreno bagnato. Secondo i progettisti Kubota, la riduzione del raggio di svolta che si ottiene è del 18-20%, ovvero simile a ciò che si potrebbe ottenere bloccando con il freno la ruota interna, ma con un rispetto nettamente migliore delle cotica erbosa, nel caso di manovre in campo.

 

BCS Dualsteer

Per ciò che concerne la sterzata, nell’ambito dei trattori specializzati isodiametrici sono state proposte nel passato due soluzioni alternative, ovvero quella delle due ruote anteriori sterzanti, oppure l’inserimento di un’articolazione centrale nel corpo trattore. Le due tipologie tecniche tuttora convivono sul mercato, ma da qualche anno BCS propone il Dualsteer, ovvero un doppio sistema di sterzo che unisce lo snodo centrale del carro allo sterzo delle ruote anteriori, per un angolo complessivo di 70°. Secondo il costruttore, tale opzione riesce a sommare i vantaggi delle due soluzioni: la riduzione (o l’eliminazione) di manovre aggiuntive in capezzagna comporta un minore danneggiamento del terreno, oltreché ovviamente un risparmio di tempo e un migliore comfort operativo. Inoltre, nelle svolte in pendenza è garantita una ripartizione ottimale della trazione tra ruota interna ed esterna, così come un'elevata stabilità (conferita dalle ruote sterzanti), a tutto vantaggio della sicurezza dell’operatore.

Con il Dualsteer, il controllo della proporzionalità di inserimento dei due dispositivi di sterzo è gestito dal circuito idraulico e da un collegamento meccanico di sincronizzazione dedicato, che assicura anche la progressività della sterzata.

Il vantaggio è tangibile: gli isodiametrici Volcan di BCS con Dualsteer e pneumatici 280/70R18 hanno un raggio di svolta minimo di 2,20 m (contro i 3,24 m con le sole ruote anteriori sterzanti e i 2,70 m quando è montata la sola articolazione centrale), in modo che spesso è possibile uscire da un interfilare ed entrare in quello immediatamente adiacente senza alcuna manovra.

 

SDF Active Steer

Sebbene non nuova in senso assoluto (essendo già stato applicato in altri settori dell’automotive), la soluzione delle 4 ruote sterzanti su un trattore specializzato è stata implementata per la prima volta sulla gamma Same Frutteto dal gruppo Same Deutz-Fahr, che l’ha definita 4WS, senza comportare alcun aumento della carreggiata e del passo (quindi degli ingombri) e nemmeno modifiche della distribuzione dei pesi sugli assi rispetto alla medesima macchina in configurazione tradizionale.

Con il 4WS, le ruote posteriori possono raggiungere un angolo di sterzata di ±20°; la loro posizione è costantemente controllata da una centralina elettronica, che gestisce 3 diverse modalità di funzionamento, selezionabili in alternativa:

- sterzata delle ruote posteriori in controfase rispetto a quelle anteriori, per ridurre fino al 28% il raggio di volta;

- modalità “a granchio”, utile per le manovre ripetute nel centro aziendale, ad esempio per la movimentazione dei materiali con il caricatore frontale, oppure per il carico/scarico di prodotti confezionati, ma anche per contrastare efficacemente lo scivolamento verso valle nel caso di lavorazioni a girapoggio (ovvero secondo la linea di pendenza). In quest’ultimo caso, l’angolo di sterzo può essere impostato manualmente sul valore desiderato, e poi bloccato;

- modalità ritardata, tramite la quale la sterzata delle ruote posteriori rimane proporzionale a quella delle ruote anteriori, ma viene eseguita con un leggero ritardo, per far percorrere all’attrezzatura al traino la medesima curva del trattore, senza “stringere” pericolosamente la traiettoria.

 

Lintrac 4-wheel steering

Grazie all’esperienza accumulata nella progettazione e produzione di veicoli dedicati ad altri settori, come l’Unitrac Transporter destinato alle attività municipali, l’austriaca Lindner sulla sua gamma di trattori agricoli Lintrac ha messo a punto un assale posteriore sterzante, avvalendosi di tiranti di sterzo idraulici in lega speciale, per un angolo massimo di 20°, a cui si abbina l’asse anteriore, che raggiunge un angolo massimo di sterzo di 52°. Nella gamma, è offerto anche il modello Lintrac 90 Vineyards che, pur non rientrando ufficialmente nella categoria dei trattori a carreggiata stretta, grazie alla soluzione descritta ha un raggio minimo di svolta di 3,5 m. con una combinazione di pneumatici 420/65-R20 davanti e 480/70-R28 dietro. Ovviamente è attivabile anche l’andatura a granchio.


Massima manovrabilità anche nel centro aziendale

Le miglior manovrabilità dei mezzi agricoli semoventi è particolarmente importante nel centro aziendale, dove spesso si è costretti a muoversi in spazi ristretti, con mezzi talvolta ingombranti.

La soluzione delle 4 ruote sterzanti è quindi da sempre praticamente un obbligo per i sollevatori telescopici ad uso agricolo, destinati ad operare in esclusiva (o quasi) tra i fabbricati aziendali, così come messo in pratica da tempo da uno dei costruttori leader a livello internazionale di telehandler, la Merlo SpA di S. Defendente di Cervasca (CN), che offre tutta la sua gamma dedicata all’ambito agricolo con questa peculiarità, declinata nelle tre modalità (due ruote sterzanti, 4 ruote sterzanti, andatura a granchio). Stessa sorte, ma con modalità ancora più stringenti, per i carri trincia-miscelatori semoventi, i cui modelli di maggior capacità operativa hanno spesso ingombri davvero notevoli.

La Faresin Industries di Breganze (VI) produce ormai da qualche anno gamme di carri trincia-miscelatori a 4 ruote motrici, che si avvalgono anche in questo caso di 3 differenti modalità di sterzatura, ovvero delle sole ruote anteriori (adatta per i trasferimenti), 4 ruote sterzanti (per una riduzione del 15 % del raggio di svolta) e andatura a granchio (per un avanzamento combinato con la traslazione laterale).

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