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Banca Dati SCIP, ancora poco conosciuta

Il 5 gennaio 2021 è entrato in vigore l’obbligo di notifica alla Banca Dati SCIP degli articoli, immessi sul mercato, contenenti sostanze pericolose. Ancora poco diffuse le conoscenze sul funzionamento della banca dati. Difficoltà emergono da parte delle industrie costruttrici di mezzi per l’agricoltura e il giardinaggio nel reperimento delle informazioni sulle sostanze pericolose nella catena di approvvigionamento. FederUnacoma ha promosso una serie di iniziative utili a fronteggiare e a comprendere questi nuovi obblighi

di Ufficio Tecnico FederUnacoma
gennaio - febbraio 2021 | Back

La banca dati denominata SCIP (Substances of Concern In articles, as such or in complex objects - Products) è nata con l’obbiettivo di raccogliere informazioni sulle “sostanze preoccupanti” presenti negli articoli semplici (ad esempio componenti) o in oggetti complessi ad esempio un mezzo agricolo (vedi articolo pubblicato su Mondo Macchina n. Aprile-Maggio 2020). L’obbiettivo della banca dati è quello di incentivare la sostituzione delle sostanze preoccupanti con altre meno impattanti per la salute e per l’ambiente, aiutando i gestori dei rifiuti a garantire che queste sostanze non siano presenti nei materiali riciclati, e di permettere al destinatario di questi materiali un acquisto consapevole.

L’ECHA (Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche) il 28 ottobre 2020, in occasione del lancio della versione ufficiale della banca dati, ha permesso alle aziende di iniziare a notificare i propri articoli anche prima dell’entrata in vigore prevista ufficialmente per il 5 gennaio 2021.

Al momento, però, risulta non sufficientemente chiaro il modo in cui debbono essere effettuate le notifiche, tant’è che la stessa Agenzia, in una nota del 16 dicembre u.s., riportava di aver ricevuto già due milioni di notifiche alla banca dati, contenti però, in molti casi, informazioni non pertinenti.

ECHA al fine di scongiurare la trasmissione di dati non appropriati ha più volte riportato nel materiale informativo divulgato che è necessario notificare solo quegli articoli contenenti sostanze altamente preoccupanti (SVHC- Substances of Very High Concern- figuranti nella cosiddetta “Candidate List”) e presenti in una concentrazione superiore allo 0,1% in peso sul peso dell’articolo.

In aggiunta a questo problema si registra la difficoltà per le imprese a reperire le informazioni su queste sostanze altamente preoccupanti presenti negli articoli lungo la catena di approvvigionamento. Per fronteggiare ciò, la Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura (FederUnacoma), ha realizzato una “Lettera per i fornitori” utile ad ottenere le informazioni necessarie alla notifica e, se del caso, lo SCIP Number (il codice alfanumerico ottenuto come risultato della notifica), e utile per adempiere agli obblighi previsti dall’Art.33(1) del Regolamento REACH.

La divulgazione di tali informazioni è un elemento fondamentale per il raggiungimento di un duplice obiettivo: da una parte, il vantaggio per il consumatore di sapere se l’articolo che vorrebbe acquistare presenta sostanze potenzialmente pericolose per la salute e per l’ambiente, dall’altra vi è un obbligo di legge per coloro che immettono gli articoli sul mercato e che pertanto necessitano di ottenere le informazioni lungo la loro catena di fornitura.

Una volta raccolte le informazioni è necessario per le imprese, in funzione del proprio portafoglio di prodotti, effettuare la notifica. L’industria, che conosce approfonditamente i prodotti e le loro peculiarità settoriali, ha proposto formati aggregati più funzionali e coerenti per notifiche di oggetti altamente complessi, come ad esempio i mezzi agricoli, che presentano configurazioni e soluzioni customizzate assai varie.

ECHA, assecondando le esigenze dell’industria, ha infine demandato alle autorità nazionali la possibilità di approvare questi formati aggregati. In conseguenza di questo FederUnacoma, con il supporto di Confindustria, in un incontro con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero della Salute ha richiesto l’applicabilità in Italia dei nuovi formati aggregati, in particolare per i settori rappresentati.

Il dialogo con le autorità è ancora in corso, e la Federazione supporta le aziende del settore facendosi appunto portavoce degli obblighi e delle problematiche connessi alla banca dati, destinata comunque ad essere nel prossimo futuro una delle piattaforme di raccolta dati più strategiche fra quelle predisposte dalla Commissione Europea.

Per ulteriori informazioni: https://echa.europa.eu/it/scip

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