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Lavorazione del terreno: Maschio Gaspardo potenzia la gamma

La ditta veneta si presenta alla kermesse bolognese con molte novità, soprattutto nel comparto della lavorazione del terreno dove, tra novità assolute e restyling, si registra un considerevole rinnovamento delle gamme, che promettono di rendere il lavoro dell'operatore ancore più efficiente

di Giovanni M. Losavio
ottobre - novembre 2016 | Back

Le novità della Maschio Gaspardo per la lavorazione del terreno sono protagoniste negli spazi espositivi del gruppo veneto ad EIMA International. Di seguito una veloce panoramica sulle tecnologie più innovative presentate alla rassegna bolognese. Nuova fresa fissa “G”, per classi di potenza fino a 270 cavalli. È la seconda generazione della fresa fissa Maschio; si tratta di un modello più leggero del precedente, ma adatto comunque a operazioni heavy duty, ideale per lavorare il terreno in modo particolarmente fine, ottenendo così un letto di semina ottimale anche da suoli più pesanti. Per garantire la massima affidabilità dell’applicazione con impieghi intensivi, Maschio Gaspardo ha equipaggiato la fresa “G” con un circuito di raffreddamento dell’olio del riduttore che opera in maniera continuativa, mentre un sistema idraulico ad azionamento indipendente spinge l’olio in un radiatore e attiva la ventola di raffreddamento. Da citare poi, tra la caratteristiche tecniche più significative della macchina, le speciali tenute “Duo-Cone”, studiate per proteggere i mozzi da acqua, fango o polvere, e quindi allungare gli intervalli di manutenzione. Attila Hydro, invece, è un dissodatore che alla compattezza e alla rigidità del modello a telaio saldato unisce l’affidabilità del sistema idropneumatico, attraverso cui è possibile regolare la profondità di lavoro (fino a 75 cm). Punto di forza del nuovo dissodatore è il rullo “Vanga”, il quale, grazie alle sue numerose vanghette, permette a parità di passaggi di affinare maggiormente il suolo. Inoltre, l’ampia superficie di appoggio degli utensili consente al rullo di girare in modo costante anche sui terreni leggeri. Veloce. È un coltivatore a dischi compatto e leggero, provvisto di una dischiera ottimale (ha una capacità di lavoro tra 8 e 12 cm) per la gestione del residuo e per la preparazione del letto di semina, e di un telaio ridisegnato (la distanza tra i due ranghi è di 800 mm) per conferire all’applicazione una maggiore resistenza alle sollecitazioni. I dischi del coltivatore sono costruiti con acciaio al boro e hanno un’angolazione tale da tagliare il terreno in modo netto, offendo al contempo un rimescolamento ottimale anche alle basse velocità.  Il supporto del disco – si legge in una nota tecnica della Maschio Gaspardo – è stato progettato per avere migliore luce libera tra gli elementi e il telaio stesso e, quindi, per agevolare il flusso di terreno anche nella parte interna del disco. I dischi, a loro volta, sono posizionati su molle indipendenti “Silent Block” progettate per offrire la massima presa possibile sul terreno e la massima uniformità di lavoro. Il coltivatore a dischi Veloce è disponibile sia in versione portata che trainata, ma in quest’ultimo caso le ruote sono collocate tra la dischiera e il rullo posteriore, per migliorare il baricentro della macchina e facilitarne la movimentazione. Jumbo. È un erpice rotante pieghevole che, grazie alla sua scatola cambio maggiorata con ventilazione potenziata, risulta essere indicato soprattutto per lavorazioni intensive su terreni difficili, anche in presenza di sassi e pietre. In occasione della rassegna bolognese il modello Jumbo è stato reso ancora più affidabile e resistente, arrivando a gestire potenze fino a 550 Cv. Infatti, tanto la scatola cambio quanto gli alberi di trasmissione sono stati rinforzati, mentre il telaio è stato riadattato per reggere maggiori flessioni. Le versioni Combi permettono poi di utilizzare una barra per la semina combinata. Jumbo si presenta inoltre con i nuovi cuscinetti orientabili a rulli (per una maggiore capacità di resistenza ai carichi di lavoro gravosi) che conferiscono flessibilità a ciascun rotore, aumentandone la tolleranza rispetto alle flessioni verticali e orizzontali riscontrabili nelle normali situazioni operative. I due corpi infine sono dotati di un cardano con sicurezza a camme: in caso di blocco, la risposta della sicurezza interviene solo su metà macchina alla volta, riducendo così lo sforzo sugli ingranaggi e impedendo che il carico di tensione si ripercuota su tutti gli organi di movimento.

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