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Pierre, una storia nel segno dell'innovazione

Forte di una solida tradizione nel settore agromeccanico, con origini che risalgono addirittura al 1880, l'impresa piemontese Pierre è sempre riuscita a distinguersi per la capacità di progettare e realizzare soluzioni tecnologiche altamente innovative. Come il trattore APT per la bonifica dei campi minati

di Giovanni M. Losavio
maggio - giugno 2016 | Back

Si chiama APT (Area Preparation Tractor) ed è un trattore speciale. La struttura, le funzioni, persino l’equipaggiamento sono quelli di un comune isodiametrico ma, a differenza delle motrici che si vedono lavorare quotidianamente nei campi, APT non è stato pensato per un uso agricolo. E’ stato invece concepito come un veicolo a controllo remoto per le operazioni di sminamento umanitario.

L’idea alla base del progetto era quella di adattare un trattore specializzato, partendo dalla blindatura dei componenti meccanici e delle ruote, e trasformarlo in un veicolo adatto ad operazioni estreme. Muove così i primi passi nel 2010 una macchina denominata  Locostra (Low Cost Tractor) sviluppata, dal trattore P796V, in collaborazione con l’Università di Genova e cofinanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico.

I risultati dei test condotti anche in campi minati in Giordania sono stati così incoraggianti che nel 2012 e per i successivi 3 anni la Pierre e l’Università di Genova partecipano ad un progetto cofinanziato dall’Unione Europea (TIRAMISU) per realizzare una macchina completamente affidabile e certificata per l’uso nello sminamento. è nato il modello APT – spiega a Mondo Macchina il titolare della Pierre, Giovanni Polentes – entrambe le macchine sono state sviluppate a partire dalle nostre trattrici, le quali, evidentemente già possedevano quella solidità e resistenza richieste per la bonifica dei terreni minati». In particolare, l’ATP deriva dall’isodiametrico P796evo , vero fiore all’occhiello della linea Pierre, che nella sua versione “agricola” viene proposto con motore Kohler da 55,4kw rispondente alla direttiva anti-inquinamento fase 3B, senza filtro antiparticolato, trasmissione idrostatica, reversibilità del posto di guida e doppio sistema di sterzo “TWIN STEERING SYSTEM”  «Rispetto al P796evo - prosegue Polentes - il modello APT si presenta con una cofanatura blindata in lamiere d’acciaio speciale per proteggere la macchina dalle schegge proiettate dalle esplosioni delle mine a frammentazione, ruote resistenti alle esplosioni e, ovviamente, con un peso maggiore. Nuova è anche la centralina elettronica (ECU) cui è affidato il compito di gestire le funzioni della macchina e di dialogare con il radiocomando». Per la Pierre lo sviluppo del Locostra e dell’APT rappresenta uno dei momenti più significativi di una storia di eccellenza produttiva che affonda le proprie radici nel lontano 1883 quando Carlo Repetto, bisnonno di Giovanni Polentes, mise a punto le prime tecnologie agromeccaniche, allora legate al comparto della protezione delle colture. Nella metà degli anni ‘50 da questo nucleo iniziale ebbe origine, con la fabbricazione di motocoltivatori e motoagricole prima e delle trattrici isodiametriche poi, il marchio Pierre per come è conosciuto oggi. Un marchio che è sempre stato capace di distinguersi per la sua spiccata propensione ad innovare. Lo fu negli anni ‘50, con la progettazione del sistema di disinnesto automatico della fresa con l’innesto della retromarcia, che si dimostrò molto efficace nella prevenzione degli infortuni lavorativi. Lo fu negli anni ‘60 con la realizzazione del trattore isodiametrico sterzante sull’asse anteriore, ideale per i  terreni in pendenza. E ancora negli anni ‘80, quando debuttarono il sistema a doppia frizione sulla trattrice Serie 70, la trasmissione idrostatica affiancata al doppio sistema di sterzo sul Pierre 358, il doppio sistema di sterzo “Twin Steering System” che consentiva di usare il trattore come motrice sterzante sull’asse anteriore, come articolato, oppure con l’uso contemporaneo dei due sterzi. Nella seconda metà degli anni ‘90 con il lancio del modello P796V equipaggiato con telaio d’acciaio, doppio sistema di sterzo, reversibilità del posto di guida e trasmissione idrostatica. E così è anche oggi, grazie ad una macchina concepita non solo per lavorare la terra, ma per bonificare quella stessa terra da ogni traccia di “conflitto”, per consentirle cioè di tornare a dare i suoi migliori frutti.

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