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Reportage

RIPRESA, uno strumento in rete per migliorare la sicurezza del lavoro in agricoltura

Presentato un articolato progetto per la diffusione della sicurezza in agricoltura, realizzato in compartecipazione dalla Direzione centrale prevenzione Inail e dalle Università della Tuscia, di Udine e di Catania. Il progetto ha l’obiettivo di mettere a sistema le conoscenze e i dati in tema di sicurezza e divulgarli alle community degli operatori

a cura della Redazione
novembre 2019 | Back

Coniugare con modalità innovative e tecnologicamente avanzate le attività di informazione, per sviluppare la cultura della prevenzione e della sicurezza in agricoltura. È questo l’obiettivo della piattaforma RIPRESA (Rete Italiana per la PRomozione della Sicurezza in Agricoltura) presentata l’11 ottobre ad Agrilevante. «Questo progetto è compartecipato dall’Inail, e i suoi soggetti proponenti sono Value Up Group srl e le Università della Tuscia, di Udine e di Catania, ha spiegato nella sua introduzione Rino Gubiani, docente dell’Università di Udine. Il progetto prende le mosse dall’obbligo, previsto dal D. Lgs. 81/08 Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, della elezione in tutte le aziende agricole degli RLS, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il progetto prevede dunque la realizzazione di una piattaforma informativa per gli RLS e per tutti coloro, datori di lavoro e lavoratori, che vogliano saperne di più e formarsi sul tema della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro in agricoltura». Il progetto RIPRESA prevede quattro fasi. «Finora è stata realizzata la prima fase – ha spiegato Massimo Cecchini, docente dell’Università della Tuscia – che consiste prevalentemente nella costituzione della base informativa da realizzare attraverso l’acquisizione di dati e informazioni». «A seconda dei casi – ha detto ancora Cecchini – questi possono essere o già disponibili, in quanto conservati dalle Università partner, o da rilevare e analizzare attraverso attività apposite, da sviluppare secondo tre direttrici: ascolto degli RLS, con un piano di interviste e tramite appositi “Focus group”; ascolto delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori, tramite interviste rivolte a tutte le sigle rappresentative; ascolto delle organizzazioni rappresentative delle aziende agricole, con interviste a tutte le organizzazioni rappresentative».

Gli output previsti – ha detto in sostanza  Luciano Caruso dell’Università di Catania – sono numerosi e comprendono la costituzione della community degli RLS agricoli, e la realizzazione di una infrastruttura tecnologica a disposizione della community (in grado di veicolare informazioni sulla sicurezza a tutto l’universo degli RLS agricoli italiani, per mezzo di siti internet, app, forum, newsletter). Ancora, gli output consistono in percorsi informativi-tipo, differenziati per i principali contesti lavorativi e produttivi del settore, e nella costituzione di una base dati strutturata, di tipo aperto, sulle tematiche della sicurezza in agricoltura e di conseguenza la messa a punto di una base dati socio-comportamentale sugli RLS.

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