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Agricoltura, il futuro è digitale

L'agenda tecnica dell'AEF, l'associazione che raduna e coordina i ricercatori e le attività nell'ambito dell'agricoltura digitale, dei sistemi ISOBUS e delle tecnologie di precisione, è divenuta sempre più ampia. Il presidente di AEF Peter Van der Vlugt, intervistato da Mondo Macchina, illustra l'ampia rosa di attività, e la necessità di armonizzare i sistemi operativi prodotti dalle aziende attive nel settore, al fine di ottimizzarne l'impiego e sviluppare il mercato

di Alessio Bolognesi
giugno 2018 | Back

L’associazione AEF è nata per la promozione tecnica e commerciale della tecnologia ISOBUS, ma nel tempo ha ampliato il raggio delle proprie attività, ed oggi si occupa di ogni genere di innovazione digitale applicabile alla meccanizzazione agricola. Il presidente dell’associazione, Peter Van der Vlugt, indirizza l’attività dell’organizzazione con l’obiettivo non soltanto di gestire l’agenda presente, ma di anticipare la domanda di tecnologie che verrà negli anni prossimi dal settore primario.

 

Presidente, cosa vede nel prossimo futuro, e quali saranno le tecnologie in campo e le sfide per il settore?

Per quanto riguarda il prossimo futuro, AEF sta lavorando su una serie di dossier tecnici, fra i quali quello relativo allo sviluppo della TIM (Tractor Implement Management) in modo da poterla commercializzare tra più marchi. Tra gli ulteriori obiettivi quello delle autenticazione e sicurezza/protezione delle apparecchiature quando le macchine multimarca lavorano insieme ed è lo strumento a controllare il trattore. Un altro obiettivo è quello di rendere più accessibile la tecnologia Isobus in termini di costo, così che anche un trattore più semplice e di costo inferiore possa attivare il connettore ISOBUS e l’interfaccia di cablaggio. Un altro settore su cui si sta concentrando AEF è quello della Wireless Infield Communication. La possibilità di comunicare in campo fra macchine di produttori diversi può portare molti benefici in termini di ottimizzazione. Ad esempio si può ipotizzare la condivisione delle mappe di copertura (area lavorata) o la sincronizzazione delle linee A-B tra le macchine. Con un collegamento wireless è anche possibile condividere video live o immagini della telecamera. Per garantire l’efficienza di questi sistemi occorre lavorare anche per disporre di banda larga, e questo rientra nel programma AEF denominato Highspeed ISOBUS, mentre il programma EFDI (Extended Farm Management Data Interface) riguarda la realizzazione di un protocollo per consentire la condivisione continua dei dati fra le macchine sul campo e i sistemi di gestione dell’azienda agricola o le soluzioni cloud.

 

L’Italia è un mercato molto particolare. Secondo lei, le nuove tecnologie sono utili anche su macchine per le lavorazioni in frutteto, vigneto e orticoltura?

Credo che proprio nel segmento dei vigneti, dei frutteti e delle colture specializzate, ISOBUS possa diventare uno standard importante. In questo momento, con il COPL (Cost Optimized Physical Layer), AEF ha posto le premesse per una semplificazione dei connettori e dei cablaggi ISOBUS, oltre che per una maggiore economicità degli stessi. Ciò contribuirà ad aprire i nuovi segmenti target ai produttori per iniziare ad utilizzare ISOBUS come tecnologia comune, compresi tutti gli standard che possono essere utilizzati per lo scambio di dati sui sistemi FMIS.

 

In epoca di industria digitale e Big Data, quali potranno essere gli impatti sul mondo della macchine agricole?

Come dicevo, la connettività e lo scambio di dati con sistemi esterni sono una parte cruciale della futura strategia di AEF. Gli argomenti principali da affrontare sono da un lato la qualità dei dati in arrivo dalle nostre macchine, dall’altro la semplificazione del flusso di dati dalle nostre macchine al Cloud e viceversa. Per quanto riguarda lo scambio di dati tra i diversi Cloud, AEF ha collaborato con l’organizzazione AgGateway, e si concentrerà in primo luogo sulle interfacce dati e di comunicazione per le apparecchiature Ag, mentre AgGateway si concentrerà di più sulla standardizzazione del modello di dati e sulle interfacce standard tra i diversi sistemi Cloud.

 

Esiste ad oggi una stima del vantaggio che un’azienda agricola “virtuosa” può trarre dall’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’Agricoltura 4.0? E tale vantaggio si può trasferire alle piccole aziende familiari che puntano sulla qualità del prodotto piuttosto che sulla quantità?

Questa è veramente una domanda difficile, perché per puntare alla produzione di qualità ci vogliono i mezzi per misurare la qualità. La raccolta dei dati produce informazioni sulla qualità della produzione ma questo significa che c’è bisogno di macchine più intelligenti. Naturalmente questo vale per le aziende agricole di tutte le dimensioni, ma le aziende agricole più grandi hanno di solito maggiori mezzi finanziari da investire in attrezzature ad alta tecnologia. Tuttavia, anche per aziende familiari – ed io stesso provengo da una azienda agricola di questo tipo – debbono avere un “business model” solido che preveda la dotazione di macchinari intelligenti.

 

Si parla molto, oggi, della gestione delle risorse idriche che stanno diventando critiche a fronte di una crescita mondiale della popolazione sempre più veloce. Le nuove tecnologie per Agricoltura 4.0 possono aiutare?

Le risorse idriche sono sicuramente un problema mondiale sempre più grave. Guardando agli indici a livello mondiale delle industrie che investono in tecnologie per l’acqua, possiamo dire che sta crescendo un grosso business in questo campo, e questo proprio in conseguenza della domanda che proviene dal settore agricolo. Come AEF contribuiamo con la tecnologia Smart Sensor alla raccolta di dati sulla qualità del suolo, il contenuto di umidità, la materia organica ecc. Questi dati possono essere quindi utilizzati per ottenere un ulteriore supporto decisionale nei modelli di consulenza agronomica e contribuire a un’agricoltura migliore e sostenibile.    

  

Le tematiche associabili all’ambito “elettronica” sono sempre più oggetto di attenzione. Eventuali falle di sicurezza possono generare gravi danni a macchine e persone. Quando le nuove tecnologie possono anche risultare, in qualche modo, “pericolose”?

Il termine “pericoloso” è legittimo, perché i macchinari Ag sono per definizione dei macchinari pericolosi e ogni produttore ha l’obbligo di soddisfare le condizioni stabilite dalla direttiva sulla sicurezza dell’UE. Quando si tratta di applicazioni come TIM con marchi diversi, la cosa diventa ancora più complessa. Cosa succede se qualcosa va male mentre il trattore è controllato da uno strumento e si verifica un incidente mortale?  Quale dei due produttori è da ritenere responsabile, oppure lo sono tutti e due? AEF ha sviluppato delle linee guida per TIM per  garantire la sicurezza e l’integrità delle macchine quando sono unite insieme, ma ogni produttore deve rispettare la direttiva sulla sicurezza, con misure ulteriori rispetto alla conformità, la sicurezza e l’autenticazione delle apparecchiature certificate. Con un’attrezzatura così complessa anche il discorso sul RMI diventa più difficile. Cosa succede se un rivenditore indipendente modifica qualche impostazione e in seguito si verifica un incidente sul campo? Secondo me, con le prossime macchine sempre più sofisticate e con le diverse combinazioni di macchine, potremo anche aver bisogno di un supporto simile alla “scatola nera” degli aeroplani, per provare e identificare all’occorrenza cosa è andato storto.     

 

A livello europeo, le tematiche legate a pratiche agronomiche virtuose sono sempre più considerate, anche in relazione ai problemi ambientali. Come si pone AEF nei confronti della Commissione Europea, del CEMA, e degli altri organi Europei e che tipo di supporto fornisce?

AEF collabora attivamente con il CEMA e con le istituzioni comunitarie. Abbiamo rivendicato presso l’Unione il ruolo di soggetto deputato alla standardizzazione dei sistemi elettronici per l’agricoltura, e questa lo ha riconosciuto in modo chiaro, come si vede anche nel settore “IoT” dove AEF è inserita come un’organizzazione industriale che rappresenta l’area di Ag Electronics.  Inoltre, AEF è stata invitata a svolgere un ruolo più attivo in alcuni progetti futuri finanziati all’interno dei programmi di ricerca Horizon 2020.

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