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Focus

Macchine agricole per nutrire il mondo

Le innovazioni nel campo della meccanica agricola hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia economica di ogni Paese. Oggi più che mai è necessario investire nello sviluppo delle tecnologie per soddisfare la domanda crescente di beni alimentari da parte della popolazione del pianeta. Un importante convegno, organizzato dal Club of Bologna nell'ambito di EXPO 2015, ha prodotto una "Carta per la meccanizzazione" inserita in modo organico all'interno della Carta di Milano che rappresenta l'eredità "politica" di EXPO 2015

di Luigi Bodria, Marco Fiala
dicembre 2015 | Back

Quest’anno, in occasione di Expo 2015, of Club of Bologna ha tenuto il suo consueto incontro annuale “Open Meeting – Farm Machinery to Feed the World” in forma pubblica al Teatro della Terra, presso il Parco della Biodiversità a Expo Milano  lo scorso 21 settembre.

Scopo dell’iniziativa era sottolineare e trasmettere a una più ampia platea il ruolo fondamentale della meccanizzazione agricola ai fini del tema qualificante di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Non va dimenticato, infatti, che se nel 2050 – 0 secondo le stime FAO – sarà necessario aumentare del 60-70% la produzione alimentare nella salvaguardia delle residue riserve verdi del pianeta, ciò dovrà avvenire principalmente attraverso un generalizzato aumento della resa per ettaro delle superfici attualmente coltivate.

 

Un Focus sulla meccanica agricola

Fondamentale, pertanto, sarà il contributo delle macchine agricole e di una razionale meccanizzazione al fine di garantire sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni, necessarie per la grande sfida alimentare che il mondo dovrà affrontare nei prossimi decenni. In un’intensa giornata di lavori, gli esperti del Club of Bologna hanno affrontato le problematiche e le strategie necessarie a garantire la produzione di risorse di cibo sufficienti per una popolazione mondiale in crescita esponenziale, evidenziando come la forte innovazione che ha caratterizzato lo sviluppo della meccanizzazione agricola in questi ultimi anni la renda elemento determinante per coniugare produzione agricola e sostenibilità ambientale.

A tale fine occorre, naturalmente, evitare gli errori del passato – che, per diverse ragioni, hanno posto l’agricoltura tra i responsabili del progressivo degrado ambientale del pianeta – e sviluppare nuove tecnologie produttive che consentano di mantenere le alte produzioni, oggi possibili nelle agricolture più avanzate, in modo sostenibile e nella salvaguardia delle risorse ambientali. Non meno sostanziale è il contributo che forme appropriate di meccanizzazione possono offrire per favorire lo sviluppo rurale delle aree meno avanzate, dove l’introduzione di macchine e attrezzi coerenti con le condizioni locali costituisce il primo passo verso l’autosufficienza alimentare. Nella sua relazione introduttiva, il presidente del Club of Bologna Luigi Bodria, ha sottolineato come, sin dalle origini della nostra civiltà, lo sviluppo di mezzi agricoli sempre più efficaci è stato il principale fattore di crescita economica e sociale. Dagli ultimi decenni dello scorso millennio, poi, l’azione congiunta delle scienze agronomiche e della meccanizzazione ha portato a una crescita senza precedenti della quantità e dell’efficienza delle produzioni agricole. L’impiego delle macchine ha enormemente aumentato la produttività del lavoro dell’uomo, consentendo a un singolo agricoltore, che alimentava 25 persone negli anni ’60, di produrre oggi la quantità di cibo necessaria al sostentamento di 145 persone. Al contempo, nel medesimo periodo, la superficie agricola necessaria, a parità di prodotto ottenuto, si è ridotta del 68%. Importante conseguenza del generalizzato miglioramento della produttività dell’agricoltura è stata la progressiva riduzione del numero di persone sottoalimentate, la cui percentuale negli ultimi 45 anni è scesa dal 30% all’11%, nonostante nello stesso periodo la popolazione mondiale sia quasi raddoppiata.

Unitamente al miglioramento delle prestazioni funzionali, continuo e positivo è lo sforzo dei costruttori per aumentare l’efficienza e ridurre i consumi di energia dei motori. Anche in questo caso, i miglioramenti degli ultimi decenni sono stati rilevanti e le moderne mietitrebbiatrici hanno un consumo di combustibile, per tonnellata di prodotto raccolto, che è inferiore di 2/3 rispetto alle macchine degli anni ’50.

 

La sfida della sostenibilità

Ma il passaggio fondamentale che chiama la meccanizzazione a giocare nuovamente un ruolo fondamentale nel futuro sviluppo dell’umanità, è la nascita delle nuove tecnologie legate all’agricoltura di precisione che trasformano le macchine da strumenti di puro lavoro a mezzi in grado di “leggere” l’ambiente in cui operano e di adeguarsi alle condizioni locali.

Dopo un’ampia relazione del presidente dell’Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell’Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale Michele Stanca, che ha illustrato le grandi possibilità offerte dagli sviluppi della genetica agraria, i cui studi mirano in prospettiva alla possibilità di giungere sino al raddoppio delle produzioni unitarie delle principali colture, nella prima sessione le relazioni di Karl Renius, dell’Università di Monaco, e John Schueller, dell’Università della Florida, hanno evidenziato il contributo che la meccanizzazione può portare al fine della sostenibilità ambientale delle produzioni agricole nei paesi industrializzati.

Entrambi gli interventi hanno sottolineato la necessità che i Paesi più industrializzati continuino a promuovere uno sviluppo qualitativo e quantitativo del settore primario in un’ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale. L’innovazione nel comparto della meccanica agricola può svolgere un ruolo di primo piano nel raggiungimento di tale obiettivo; d’altro canto, le tecnologie di ultima generazione hanno già dato, e continueranno a dare anche in futuro, un contributo sostanziale al miglioramento della produttività e dell’efficienza in agricoltura.

Sempre in tema di sostenibilità, i relatori hanno fatto il punto sulle opportunità legate  allo sviluppo e all’applicazione tecniche di Precision Farming ancora più avanzate, quali l’uso di droni e  sistemi di irrigazione e concimazione a rateo variabile. Tecnologie – queste – che permetteranno di aumentare la quantità e di migliorare la qualità delle produzioni agricole, in modo da soddisfare la domanda globale riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente e tutelando la salute delle persone.

 

La sicurezza alimentare

Nella sessione successiva, Josef Kienzle, della FAO, e Gajendra Singh, dell’Indian Agricultural Research Institute, hanno affrontato il tema della disponibilità alimentare delle aree dove permangono gravi problemi di sottonutrizione. Il 70% di coloro che soffrono la fame, infatti, vive in zone rurali, dove l’agricoltura e le attività ad essa correlate sono la principale forma di sussistenza e, pertanto, lo sviluppo rurale generato dalle disponibilità di mezzi tecnici appropriati costituirà un imprescindibile fattore di sviluppo economico e sociale.

I relatori hanno sottolineato come il ricorso a pratiche agricole intensive negli anni della  “Rivoluzione Verde” abbia avviato la transizione verso l’agricoltura di mercato e abbia ridotto il peso della malnutrizione, precisando però come questo processo abbia avuto un impatto maggiore in Asia che non in Africa. Negli ultimi sessant’anni, molti Paesi asiatici hanno compiuto grandi progressi nella meccanizzazione: se negli anni ‘60 più del 90% dell’”energia di trazione” era fornita dagli animali, nel 2014 più del 60% veniva erogata da sistemi meccanici. In Africa, invece, il tasso di meccanizzazione continua ad essere inadeguato, perché, a causa di livelli produttivi molto bassi,  il reddito agricolo risulta insufficiente a sostenere la domanda macchine e di altri input. Il che contribuisce a ridurre ulteriormente i livelli di produttività dell’agricoltura africana.

Ma la stagnazione della domanda di macchine agricole è causata anche da ostacoli commerciali e geografici, da infrastrutture inadeguate, da un deficit di competenze professionali. Oltreché dalle dinamiche interne al settore privato, in particolare dai vincoli all’importazione e alla distribuzione di mezzi meccanici; da un sistema manifatturiero locale poco qualificato; dalla mancanza di una rete specializzata nei servizi di manutenzione e assistenza. In tale contesto, il contoterzismo rappresenta una strategia efficace per superare le barriere che si frappongono all’impiego di mezzi meccanici nell’agricoltura dell’Africa.

 

I nuovi standard qualitativi

Nell’ultima sessione, infine, Josse De Baerdemaeker, dell’Università di Lovanio, ha illustrato il ruolo della meccanizzazione ai fini della qualità e della sicurezza dei prodotti, mentre Giuseppe Gavioli, consulente industriale, ha tracciato un suggestivo quadro della future esigenze e delle possibili evoluzioni del sistema produttivo futuro.

Il primo intervento ha posto l’accento sul fatto che tutti gli stakeholder della filiera considerano ormai la questione della sicurezza sicurezza alimentare come un tema centrale e che i produttori sono sempre più soggetti a controlli relativi a processi e metodi di fabbricazione. 

Gli standard relativi alla buone pratiche agricole (GAP) rappresentano uno dei cardini alla base della sicurezza alimentare. Infatti essi prevedono che vengano applicati i principi generale della normativa HACCP per diminuire l’uso improprio di sostanze chimiche, così come la quantità di residui sulle coltivazioni alimentari; che venga ridotto al minimo l’impatto negativo delle produzioni alimentari sull’ambiente; che le aziende agricole, oltre ad essere attente alla propria responsabilità sociale, seguano pratiche di igiene e sicurezza sul lavoro; e che, dove possibile, siano rispettati i principi legati alla tutela del benessere animale.

In questo senso, le tecnologie dell’agricoltura di precisione possono rappresentare uno strumento utile non solo per il rispetto delle normative di settore ma per dimostrare l’adozione di pratiche produttive ad esse conformi.  Insomma, utilizzare le tecniche dell’agricoltura di precisione significa rispettare gli standard delle buone pratiche agricole.

Nei prossimi anni – ha spiegato Giuseppe Gavioli – il modo di fare agricoltura sarà influenzato da numerosi fattori quali, ad esempio, l’incremento della domanda alimentare, dovuto all’aumento sia della popolazione mondiale che dei consumi individuali; la necessità di migliorare la produttività e l’efficienza dei terreni oggi coltivati, e di coltivarne di nuovi; la possibilità di accedere a tecnologie sempre più innovative; la disponibilità pervasiva di dati e informazioni. Infine, le aziende agricole dovranno rispettare sempre di più criteri di sostenibilità ambientale.

Gli agricoltori, dal canto loro, dovranno interagire con mercati sempre più globali; mercati che vedranno dunque crescere il proprio peso sulle strategie aziendali nel medio e lungo periodo. Per contro, gli agricoltori tenderanno a stringere legami e rapporti sempre più intensi con comunità e gruppi agricoli locali, facendo leva sulle reti locali e regionali per la produzione e la condivisione di energia; per l’ottimizzazione della logistica; per l’accesso a informazioni e servizi.

Meccanizzazione agricola nella carta di Milano

Le considerazioni conclusive emerse al termine dei lavori sono state raccolte nel documento “Carta di Milano per la meccanizzazione” che è stato approvato all’unanimità dai 48 membri del Club of Bologna presenti. Il documento è stato ritenuto di specifica importanza dal Comitato Scientifico per Expo del Comune di Milano ed è stato, pertanto, incluso fra gli allegati che costituiscono parte integrante della Carta di Milano che il Ministro Martina ha consegnato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon,in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, svoltasi a Milano lo scorso 16 ottobre.

In esso, alla luce delle future azioni necessarie a garantire il raggiungimento degli obiettivi indicati da Expo Milano 2015 e considerato lo stato dell’arte dell’evoluzione tecnologica attuale, i 48 membri del Club di Bologna presenti – in rappresentanza di 17 diversi paesi e di FAO, UNIDO e UN-Economic and Social Commission for Asia and Pacific (ESCAP) – esprimono la più viva raccomandazione che:

• ‑la produzione agricola e le tecnologie ad essa collegate svolgono un ruolo fondamentale per garantire la sicurezza alimentare;

• ‑le R&S nel settore della meccanizzazione agricola e, più in generale, nel comparto delle tecnologie agro-alimentari rappresentano un fattore chiave  per soddisfare la domanda futura di cibo del pianeta;

• ‑è necessario non solo disporre di sistemi di valutazione che permettano di misurare l’impatto ambientale dei mezzi meccanici attualmente in uso, ma incentivare la diffusione di macchine, progettate secondo i nuovi standard di sostenibilità e tracciabilità stabiliti dalle autorità nazionali e internazionali.

• ‑la meccanizzazione agricola deve tenere conto delle condizioni socio economiche delle comunità locali. Questo rappresenta il primo passo verso il miglioramento della produzione agricola e lo sviluppo rurale nei PVS, nell’ottica di garantire prosperità e benessere anche alle economie dei Paesi più poveri;

• ‑i temi della ricerca, della formazione, delle reti personali, dell’accesso alle informazioni e della cooperazione internazionale nel comparto agro-meccanico, questioni di fondamentale importanza per il futuro dell’umanità, devono diventare temi prioritari nell’agenda politica dei governi.

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