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Tecnica

Trebbiare bene, anche in pendenza

Mantenere un'elevata produttività senza pregiudicare la qualità della trebbiatura e la miglior pulizia del prodotto è cosa ardua, specie quando si lavora su terreni in pendenza. Unitamente all'adozione di tecniche costruttive evolute, la sensoristica e l'elettronica hanno contribuito non poco al raggiungimento di tale obiettivo. I maggiori marchi che producono mietitrebbiatrici adottano soluzioni innovative e originali, spesso realizzate presso aziende fornitrici specializzate

di Davide Facchinetti
ottobre 2017 | Back

La mietitrebbiatrice è senza dubbio una tra le macchine più complesse tra quelle attualmente impiegate in agricoltura. Rispetto alle trebbiatrici a punto fisso degli anni ’50 del secolo scorso, i modelli tradizionali con i classici scuotipaglia sono rimasti tecnologicamente pressoché immutati per molto tempo. Dopo questa lunga stasi, a partire dal 1980 sono dapprima comparse mietitrebbiatrici assiali e poi ibride, finalizzate all’eliminazione degli scuotipaglia, considerati il “collo di bottiglia” per una produttività sempre più alta.

Il livellamento

In ogni caso, anche nell’ambito delle macchine tradizionali è di recente stata introdotta una serie di rivisitazioni e modifiche, specie degli apparati di pulizia della granella, che ora consentono alla macchina di operare con efficacia e senza indesiderati incrementi delle perdite anche lavorando su terreni con pendenze modeste, tali da non pregiudicare la stabilità nella macchina, ma comunque critiche per l’efficienza degli apparati di vagliatura e pulizia normali. In tali condizioni, definite di “media pendenza”, molto diffuse nella cerealicoltura europea, è sempre possibile operare con modelli livellanti (nel piano trasversale) o autolivellanti (che operano anche nel piano longitudinale), ma con un notevole aggravio dei costi della macchina. Da qualche tempo sono però disponibili opzioni intermedie, ovvero modelli nei quali viene attivato il livellamento dei soli apparati interni, o soluzioni analoghe che permettono di lavorare con efficienza anche in appezzamenti con pendenze di un certo rilievo.

Le soluzioni tecnologiche

I vari meccanismi sono tutti finalizzati ad evitare l’accumulo per gravità di prodotto nella zona più a valle dei crivelli o degli scuotipaglia, in modo da mantenere uniforme lo strato di prodotto, o comunque a facilitare il “compito” della porzione dell’elemento sovraccaricato.

Le soluzioni tecniche oggi disponibili appaiono spesso sostanzialmente differenti, ma soddisfano tutte il medesimo requisito, cioè “compensare” in modo automatico gli squilibri del flusso di prodotto, evitando in tal modo un aumento delle perdite e/o una diminuzione dell’efficacia di pulizia.

Sulle mietitrebbiatrici della serie S, John Deere monta l’ATA (Active Terrain Adjustment) che agisce esclusivamente sulla ventilazione, mentre analogamente il gruppo AGCO (con differenti denominazioni per i marchi Fendt e Laverda) ha optato per la differenziazione attiva del flusso d’aria nelle diverse zone d’azione. Per accentuare l’effetto di compensazione, differenziando l’azione di correzione in funzione del tipo di granella, alla soluzione illustrata John Deere abbina la regolazione attiva dell’apertura dei crivelli inferiore e superiore. Claas ha recentemente introdotto in tema la funzione “Auto Slope”, che modula in automatico e in modo progressivo il regime del ventilatore, aumentandolo in salita e riducendolo in discesa rispetto al valore standard predisposto per il lavoro in piano. In più, sulle serie Tucano e Montana Claas monta i crivelli 3D e 4D: il 3D, efficace per pendenze trasversali fino al 20%, si avvale di un cilindro idraulico che percuote il crivello in senso opposto alla pendenza, realizzando di fatto una compensazione della forza gravitazionale che tenderebbe a far accumulare la granella sulla parte più a valle del crivello. Viceversa, il 4D è adatto alle macchine “ibride” (ovvero quelle con trebbiatura tradizionale con battitore e controbattitore, ma in cui gli scuotipaglia sono sostituiti da una coppia di rotori dedicati). In tal caso viene attuata una parziale e graduale occlusione delle griglie dei rotori: in pratica, si riduce progressivamente l’area operativa posta più a valle, in modo da ridurre gli accumuli in quella zona.

Sui modelli New Holland (e anche Case IH, seppur con denominazioni differenti) c’è invece l’OptiFan, che regola automaticamente il regime del ventilatore per la compensazione delle pendenze longitudinali, cui si aggiunge lo SmartSieve, ovvero un sistema automatizzato di compensazione di quelle trasversali. In pratica, l’OptiFan aumenta il flusso d’aria in discesa e lo riduce in salita, mentre lo Smart Sieve percuote lateralmente ad alta frequenza il crivello tramite un cilindro idraulico, per distribuire uniformemente la granella sull’intera superficie disponibile. Sulle macchine di fascia alta c’è invece un vero e proprio crivello autolivellante in 3 direzioni, che grazie all’incernieramento al telaio con un perno centrale compensa pendenze trasversali fino al 17%.

Se la pendenza è accentuata

Quando gli appezzamenti non sono più in falsopiano, ma sono caratterizzati da pendenze accentuate, è giocoforza necessario livellare (almeno parzialmente) l’intero corpo macchina. Pur non raggiungendo le prestazioni dei modelli autolivellanti veri e propri, queste macchine sono in grado di operare egregiamente sulla media collina, con costi di esercizio (e di ammortamento) analoghi a quelli delle macchine tradizionali. Anche in questo particolare settore la PMI italiana è molto attiva, distinguendosi per l’ingegnosità delle soluzioni proposte. In tale nicchia di mercato, ad eccezione del marchio Laverda e di quelli del gruppo AGCO, per ampliare le potenzialità dei propri mezzi è ormai prassi, anche a livello di grandi multinazionali, rivolgersi ad allestitori nazionali. Ad esempio, New Holland (che costruisce le proprie macchine a Zedelgem in Belgio e a Plock in Polonia) per le serie TC e CX si rivolge alla Zaffrani di Macerata, che le trasforma nelle serie “HillSide”; inoltre, Zaffrani fornisce a Deutz-Fahr il livellamento posteriore delle serie “Balance”. Sempre Deutz-Fahr si avvale dalla piacentina Comep per le serie 6060 Climber, mentre la medesima Comep risulta tra i fornitori di componenti per il livellamento delle Claas della serie Montana. Ancora, oltre a vari fornitori europei, la John Deere è cliente della Possanzini di Jesi per il livellamento posteriore delle sue HillMaster.

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