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Anche con poca neve meglio essere attrezzati

Il mercato delle attrezzature sgombraneve è ampio e diversificato, ma è difficilmente inquadrabile in una cornice statistica. L’andamento del settore è condizionato dalla frequenza e dalla quantità delle precipitazioni nevose che in questi anni sono diminuite sensibilmente. Il comparto, tuttavia, mantiene un certo dinamismo, soprattutto in una chiave di prevenzione

di Federico Valentini
gennaio 2024 | Back

Quello appena trascorso pare proprio essere stato l’anno più caldo della storia del pianeta. Anche l’Italia ha registrato temperature elevate abbinate, al di là degli eventi estremi (chi non ricorda l’alluvione emiliano-romagnola di maggio 2023?), a poche piogge e nevicate ridotte ai minimi termini. In un simile scenario appare quasi paradossale affrontare il tema delle macchine sgombraneve e delle attrezzature necessarie per gestire al meglio i disagi provocati dai bianchi cristalli. Indipendentemente dall’andamento di un mercato, che per evidenti ragioni climatiche non può essere considerato esplosivo, abbassare la guardia non è mai una buona soluzione e appare poco lungimirante di fronte ad eventuali emergenze, sempre possibili nel panorama nazionale.

L’impegno dei costruttori. Per questo decine di produttori di attrezzature agricole continuano a vantare nella propria gamma lame spazzaneve (per trattori e per motocoltivatori), mezzi spargisale portati e trainati, spazzaneve elicoidali e macchine porta-attrezzature multifunzione. Quantificare il mercato è impresa ardua ma qualche numero si riesce a dare. Lo fa il Comagarden di FederUnacoma per le macchine più piccole, gli spazzaneve a ruote o cingoli portati a mano. I dati dell’associazione dei costruttori di mezzi meccanici per il giardinaggio descrivono un mercato tutt’altro che “dimesso”: nel triennio 2018-2020 una media di circa 3 mila macchine annue, raddoppiate nel 2021 grazie – secondo l’analisi Comagarden – alla ricostituzione delle scorte da parte di rivenditori (oltre 6 mila macchine) per poi arrivare poco sopra le 4 mila macchine annue nel 2022, ultimo dato disponibile. Impossibile quantificare il mercato delle lame spazzaneve (c’è chi azzarda un ‘parco-lame’ di alcune decine di migliaia di unità) e dei vomeri (comunque meno utilizzati in agricoltura). Lame e vomeri che, in abbinata col trattore, rimangono ancora oggi le attrezzature principe per la gestione di queste operazioni. Una combinazione fra trattore e attrezzatura che, con una pianificazione anticipata dell’emergenza e un controllo da remoto dei mezzi a disposizione, può limitare sensibilmente le problematiche e velocizzare il ritorno alla normalità post-evento atmosferico.

Lame di tutti i tipi. Di lame, che hanno la principale funzione di spostare lateralmente la neve, se ne possono trovare di tutte le dimensioni e, ovviamente, dei prezzi più svariati. Le più piccole, abbinabili ad esempio a motocoltivatori o a trattorini, hanno larghezze anche inferiori al metro e altezze attorno ai 50 cm, raramente qualcosa in più. Con costi limitati: alcune centinaia di euro e comunque generalmente inferiori ai mille euro. Allargando il fronte dei centimetri di spazzamento delle lame si sale di prezzo: in media occorrono attorno ai 5-6 mila euro per arrivare ai top di gamma che possono toccare e superare i 10 mila euro. Anche sul fronte dei materiali le opzioni sono diverse. L’acciaio, generalmente trattato con sabbiatura e verniciatura epossidica con essiccazione a 200°C per aumentarne la durata, rimane la soluzione più frequente. Ma, sia per ragioni di peso che di costi, si sono progressivamente diffuse anche lame in poliuretano e in polietilene. Adattare un trattore per l’emergenza neve non appare così difficile. L’abbinamento avviene in genere anteriormente (posteriormente in caso di guida retroversa) utilizzando l’attacco a tre punti ormai frequentemente presente o, in alternativa, con piastre dotate di sistemi idraulici che consentono la loro movimentazione. A proposito di operatività, per la regolazione dell’altezza di lavoro vengono impiegate slitte regolabili, realizzate di norma con speciali acciai antiusura e poste ai lati della lama in modo tale da permettere di scaricare parzialmente sul terreno il peso della lama stessa. Aspetto già rimarcato in un articolo proprio su questa rivista da Davide Facchinetti (Mondo Macchina n. 12/2022) che sottolineava anche l’importanza di poter regolare l’inclinazione verticale della lama. L’operazione può essere realizzata meccanicamente (sui modelli più semplici) o idraulicamente, con la possibilità di effettuare la regolazione in continuo dal posto di guida. Lo stesso Facchinetti, sul fronte accessori, metteva l’accento sulle centraline elettroniche dedicate espressamente alle lame sgombraneve che, consentendo di gestire automaticamente i vari attuatori, permettono all’operatore di lavorare più velocemente e di concentrarsi sulla guida.

Frese a rotori. Trattori e lame sono l’abbinamento più diffuso. Di fronte a quantitativi importanti di neve e a eventi frequenti, tuttavia, si può considerare anche l’uso di frese e turbine per la neve accoppiate all’attacco a tre punti, in grado di operare a una bassa velocità di avanzamento (1-2 km/h) ma con una capacità di sgombero neve, in relazione al modello e alla neve, che va dalle 50 t/h alle oltre 250 t/h. Il cuore pulsante del sistema sono i rotori dentati montati frontalmente su asse orizzontale. Rotori che nei piccoli trattori con potenza compresa tra 15 e 30 kW hanno diametro sui 400 mm e larghezze di lavoro da 1 a 1,5 m, con lancio della neve da 10 a 20 m, in relazione alla potenza del trattore e al tipo di neve. Nei trattori di potenza maggiore i rotori hanno diametro da 450 a 500 mm e le larghezze di lavoro raggiungono anche i 2 m. Il camino può essere a lancio fisso con uno o più deflettori a comando idraulico per il controllo della distanza di lancio della neve, oppure rotanti, sempre a comando idraulico.

Uno sguardo alle autorizzazioni. Al di là delle possibili opzioni tecniche e delle proposte sul mercato, per svolgere il servizio di sgombero neve con trattrici agricole equipaggiate con specifica lama anteriore occorre essere in regola sul fronte amministrativo. In primis la carta di circolazione della trattrice agricola deve riportare l’omologazione che consenta di agganciare, in uso temporaneo, la “lama sgombraneve”, unitamente alle prescrizioni da osservare quando la trattrice circola per il trasferimento con la suddetta attrezzatura sollevata e posizionata. L’omologazione è disposta dagli uffici competenti del Dipartimento per i trasporti terrestri, su richiesta dell’azienda agricola o forestale; la carta di circolazione della trattrice, qualora la visita e la prova di accertamento sia risultata positiva, viene debitamente aggiornata. La trattrice con lama montata, quando eccede in larghezza la sagoma limite di metri 2.55 (art. 61 del C.d.S.) o deve transitare sulle strade per effettuare i trasferimenti in previsione di precipitazioni nevose e per il ritorno alla sede dell’azienda, si configura come “veicolo eccezionale” ed è pertanto subordinata a specifica autorizzazione alla circolazione (art. 10 e 104 del C.d.S.). Il veicolo eccezionale, così attrezzato, deve rispettare anche quanto previsto per i dispositivi di segnalazione visiva per i veicoli eccezionali (art. 11 del Regolamento del C.d.S.): dall’installazione del lampeggiante giallo allo spostamento, se necessario, dei dispositivi di illuminazione in posizione visibile e il più possibile vicino a quelli regolamentari. È bene comunque precisare che la trattrice sgombraneve deve essere considerata anche “veicolo operativo” quando circola sulle strade innevate e su quelle che collegano le stesse al più vicino centro di manutenzione stradale e come tale, deve rispettare le disposizioni imposte dall’art. 38 del Regolamento del C.d.S. Nello specifico, l’art. 38 prescrive sia le segnalazioni da mettere in atto quando tali mezzi sono fermi o in movimento sulla strada, sia quali luci debbano essere utilizzate (una o più lampeggianti). Ovviamente, nell’eventualità che la trattrice sgombraneve circoli montando un modello di lama che sollevata e ripiegata rispetti i limiti di sagoma dell’art. 61 del C.d.S. (metri 2.55 di larghezza) l’autorizzazione non è più dovuta. Altro punto da evidenziare è quello relativo alla scorta tecnica. È chiaro che la trattrice, anche se omologata a portare la lama sgombraneve, mantiene a tutti gli effetti la classificazione di “macchina agricola”, ancorché eccezionale, e come tale è soggetta all’applicazione della scorta (comma 4 dell’art. 268 del Regolamento del C.d.S.). Con tale articolo il legislatore impone la scorta per tutte le macchine agricole eccezionali che eccedono la larghezza di metri 3.20; trattasi di una scorta tecnica effettuata direttamente dall’impresa (non da quella abilitata per i trasporti eccezionali o in condizioni di eccezionalità e non dalla polizia stradale). Pertanto, l’uso di lame sgombraneve di limitate dimensioni ovvero di tipo ripieghevole e tali da non comportare il superamento della larghezza della trattrice oltre i metri 3.20, durante la sola marcia di trasferimento del mezzo, non pone l’obbligo dell’utilizzo della scorta, circostanza questa, non certo in linea con la necessità di dover spesso intervenire prontamente.

Opportunità che rimane. Una chiosa finale: ha ancora senso per un contoterzista o un agricoltore fare il ‘servizio-neve? A rispondere è un imprenditore agromeccanico di lunga data storicamente impegnato nelle emergenze neve: l’attività ha sempre rappresentato un’opportunità di “arrotondamento” delle entrate e le attrezzature sono qualitativamente di livello assoluto, con manutenzione limitata e una durata davvero lunga. Certo, qualche passaggio burocratico è poco fluido ma ancora oggi è meglio essere pronti a ogni evenienza. Neve (assente) permettendo.

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