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BCS, soluzioni su misura per l'agricoltura indiana

La ditta di Abbiategrasso è presente in India dal 2004. Dopo un inizio difficile, legato soprattutto alle particolari caratteristiche dell’agricoltura locale, BCS India ha visto progressivamente crescere il proprio peso anche al di fuori dei confini del Punjab, Stato indiano dove ha sede la sua filiale

di Giovanni M. Losavio
dicembre 2019 | Back

La filiale indiana di BCS nasce da una intuizione dell’ingegner Fabrizio Castoldi, attuale titolare dell’azienda, che nei primi anni duemila, visitando l’India alla ricerca di nuove opportunità produttive, ha intuito le grandi potenzialità di sviluppo offerte dal mercato locale. Così, dopo aver ottenuto varie conferme circa la profittabilità di un eventuale insediamento in loco e dopo aver steso un business plan con i costi macchina sostenibili dal mercato indiano, nel 2004 Castoldi decise di rendere concreta quella intuizione dando vita allo stabilimento di Ludhiana (Punjab). I primi anni furono difficili - la quasi totalità dei componenti (il 90%) continuava ad essere prodotta in Italia mentre la quota di produzione dell’impianto del Punjab non superava il 10% - ma negli anni successivi quel rapporto si è gradualmente invertito. I primi 4 anni di attività sono stati difficili perché BCS  si è dovuta adattare  alle particolarità delle coltivazioni e del modo di fare agricoltura in India. Preso atto di quanto non stava funzionando, la società ha  predisposto gli opportuni interventi correttivi e questo a partire dal 2008 gli  ha consentito di aumentare la   forza di penetrazione. Ma i numeri ancora non decollavano. La vera inversione di tendenza c’è stata nel 2011 quando BCS ha iniziato ad incrementare in misura significativa la produzione di macchine e componenti. Una crescita robusta, questa, culminata ad ottobre scorso, quando la scuderia lombarda ha ampliato lo stabilimento di Ludhiana realizzando un impianto produttivo e logistico che si estende su tre livelli per una superficie complessiva di 6000 metri quadrati. Oggi BCS India conta circa 75 collaboratori, con una produzione destinata all’India e ai Paesi che hanno sistemi agricoli con caratteristiche simili a quello indiano. In particolare, la filiale del Punjab si è specializzata nella fabbricazione di macchine speciali per il taglio, la raccolta e la legatura dei cereali. Tuttavia, il fiore all’occhiello di BCS India (come del resto di BCS Italia) è la motofalciatrice 622 con sistema mietilegatore. Su questa macchina il costruttore ha previsto sia una versione a tre ruote con operatore seduto su sedile, sia una a quattro ruote con volante e operatore a bordo.

Oggi BCS India è ben inserita nel contesto produttivo del Punjab ma anche fuori dal proprio distretto. è un’azienda conosciuta e apprezzata in quegli Stati indiani che hanno la necessità di usare le  macchine proposte dal marchio; collabora con diverse Università per lo sviluppo e la ricerca di tecnologie agro-meccaniche progettate sulle specifiche esigenze dell’agricoltura indiana. Tra l’altro, sono proprio questi enti di ricerca che propongono al Ministero dell’Agricoltura indiano eventuali sovvenzioni all’acquisto di macchine agricole da parte degli agricoltori locali.

A distanza di 15 anni è possibile dire che il brand  BCS è diventato uno dei protagonisti della meccanizzazione agricola in India.

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