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Cifarelli, una storia italiana

Fondata nel 1967 da Raffaele Cifarelli e dalla moglie Rita, l'azienda di Voghera celebra quest'anno i cinquant'anni di attività. E lo fa con un ricco calendario di eventi pensati per sottolineare il ruolo che l'intuito e la creatività possono giocare nella vita di un'impresa industriale. I festeggiamenti sono l'occasione anche per gettare uno sguardo nel futuro, e prefigurare – grazie anche a nuovi assetti societari – una fase di ulteriore sviluppo

a cura della Redazione
maggio - giugno 2017 | Back

Tre giorni dedicati all’arte, dal 17 al 19 giugno, con spettacoli musicali, workshop fotografici, eventi con finalità benefiche nonché la presentazione di una linea di macchine in edizione limitata. è questo il ricco calendario di iniziative promosse dalla Cifarelli di Voghera (Pavia) per celebrare l’anniversario dei cinquant’anni di attività nel comparto della meccanica per l’agricoltura, il giardinaggio e la cura del verde. Concerti di gruppi rock e blues, (Chris Cacavas & Edward Abbiati with The Dirty Devils, Mandolin’s Brothers, Cheap Wine, Daniele Tenca & The Working Class Bande) e jazz (soprattutto Paolo Fresu Quintet) e seminari sulle arti visive (vedi in particolare il corso di Roberto Cifarelli, responsabile R&D dell’azienda ma anche affermato fotografo di scena) per ricordare come la storia di un’azienda sia anche una storia di creatività, di rapporti umani, di feeling con il mercato. L’azienda di Voghera, specializzata nella realizzazione di atomizzatori a spalla, soffiatori, scuotitrici e aspiratori, inizia ad operare nel 1967 in un piccolo stabilimento alla periferia della città, dove il fondatore Raffaele Cifarelli e sua moglie Rita tengono a battesimo le prime macchine, atomizzatori a spalla con marchio “Nuvola”. Questi dispositivi si rivelano un successo, al quale seguiranno gli atomizzatori da trattore e una prima esperienza di diversificazione produttiva con il lancio, nel 1984, di una linea di decespugliatori che comporterà la creazione di un nuovo sito produttivo (che si affiancherà a quello aperto nel 1975 in sostituzione della sede iniziale). Questo primo ampliamento di gamma viene ridimensionato nel 1994, a fronte di una quota di mercato ritenuta insoddisfacente, rappresentando tuttavia la tappa fondamentale di un percorso di crescita. A seguito di quello stop, infatti, la Cifarelli si specializza nel comparto delle macchine di nicchia con cui riesce a conquistare posizioni di primato sui mercati di tutto il mondo. «Il nostro obiettivo è quello di sviluppare macchine in grado di soddisfare le esigenze dei clienti, anticipandone se possibile i bisogni latenti – spiega l’AD Renato Cifarelli – e per farlo abbiamo un dipartimento ricerca e sviluppo molto attivo sul versante dei brevetti». «Persino su un prodotto maturo come l’atomizzatore – aggiunge Renato Cifarelli – siamo riusciti a introdurre diverse innovazioni che hanno ottenuto importanti riconoscimenti, quali il premio ‘Novità Tecnica’ ad EIMA International». «Abbiamo ad esempio progettato una macchina ‘modulare’ dove i numerosi accessori possono essere agevolmente applicati dall’operatore – prosegue l’amministratore delegato – e abbiamo innovato profondamente il segmento degli scuotitori a gancio, diventando leader di mercato con una continua attività di sviluppo del prodotto. Siamo, infine, tra i primi nel nostro comparto a puntare su una continua implementazione delle tecnologie, spesso imitate da altri, un fatto molto negativo sotto il profilo etico ed economico, ma che rivela in sostanza la misura del nostro successo». Altrettanto importante, nella storia della Cifarelli, è stata la strategia di guardare oltreconfine. «Gianfranco Cifarelli, fratello di Raffaele, ha avuto un ruolo fondamentale – racconta l’AD dell’azienda lombarda – perché ci ha permesso di creare una rete di vendita estesa, di avere una visione chiara sulle esigenze del mercato e di adattare le macchine al mercato globale». «Non a caso – aggiunge Renato Cifarelli – le esportazioni rappresentano oggi il 95% del nostro fatturato». Di fatto, in un periodo in cui molte imprese delocalizzavano, la scuderia di Voghera ha scelto di diventare ancora più ‘verticale’, portando all’interno la produzione dei pezzi plastici a iniezione e le lavorazioni meccaniche, e spingendo su ricerca e sviluppo, migliorate proprio grazie al know how derivante dai processi produttivi interni.  Per la casa di Voghera questo ha significato la possibilità di offrire macchine di qualità molto elevata, e di reggere l’urto della concorrenza soprattutto cinese, pur avendo volumi di produzione più bassi rispetto alle aziende che realizzano macchinari ‘di prezzo’, ed è proprio in quest’ottica che bisogna leggere l’intesa raggiunta nel 2016 con Emak, per la cessione del 30% del pacchetto azionario dell’azienda lombarda.  «L’accordo – conclude Renato Cifarelli – da un lato ci permette di progettare con maggiore serenità il nostro futuro, dall’altro ci apre una serie di opportunità che stanno già dando i primi frutti, sia come collaborazione tecnica che come distribuzione dei prodotti attraverso le filiali di Emak. In altri termini, abbiamo gettato le basi per un nuovo ciclo espansivo».

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