
Club of Bologna: sfide e strategie per la meccanizzazione agricola
Prima volta a Bari per il Club of Bologna, l’assise internazionale di esperti di meccanizzazione agricola sponsorizzata da FederUnacoma, che ha tenuto nella città pugliese il suo 34mo meeting in occasione di Agrilevante 2025
L'annuale meeting del Club of Bologna si è svolto quest’anno a Bari l’11 e il 12 ottobre nell’ambito di Agrilevante, ed ha avuto come filo conduttore il tema “Meccanizzazione e tecnologie per le nuove esigenze degli agricoltori”. Nella mattina della prima giornata i saluti del Presidente del Club, Danilo Monarca, e della Presidente della Federazione, Mariateresa Maschio, che ha voluto sottolineare come per il comparto da lei rappresentato sia di grande supporto il lavoro del Club. Questo da sempre analizza gli scenari evolutivi dell'agricoltura e della meccanica agricola suggerendo le tipologie di macchine, le competenze e i supporti che sono necessari per accompagnare la crescita delle diverse economie.
A seguire, la prima sessione dei lavori dedicata a “Come la tecnologia e le esigenze degli agricoltori plasmano i trattori di nuova generazione”, presieduta da Giuseppe Gavioli (Atlantic Business Labs) che ha avuto come rapporteur Andii Yatskul (Università LaSalle). Due i contributi di questa prima parte: “L’evoluzione delle esigenze degli agricoltori come motori della progettazione dei trattori di nuova generazione in Africa, Asia e America Latina, con Karim Houmy e Joseph Kienzle della FAO; e “Progettare sogni per un futuro luminoso”, con David Wilkie di CNH. Nelle considerazioni conclusive della sessione è emersa la necessità di una riflessione su come i trattori possano cambiare l'agricoltura, ma anche su come l'agricoltura imponga vincoli stretti alla progettazione di trattori e di macchine agricole più in generale. Considerando che le superfici arabili nel mondo stanno diminuendo e che l'Africa, per esempio, ha terra che può essere utilizzata per la produzione alimentare, i trattori agricoli dovrebbero essere sviluppati per soddisfare le esigenze degli agricoltori locali, tenendo conto delle aree disponibili, della dimensione dei campi, del tipo di suolo e delle condizioni climatiche. Molte tecnologie digitali poi, comprese quelle legate all’introduzione dell'intelligenza artificiale, possono essere in contrasto con il lento rinnovo delle macchine in molte aziende agricole, in buona parte a causa dei bassi redditi. I lavori sono poi proseguiti con la tavola rotonda “Nuove tecnologie per i trattori: meno ferro e più intelligenza” moderata da Karl Renius dell’Università di Monaco, che ha visto la partecipazione di Benno Pickelmaier di Agco, di Fulvio Zerbino di Kubota, di Hans Jurgen Nissen di John Deere e di Stefano Fiorati di CNH. Tracciando una sintesi di quanto emerso, Renius ha ricordato come l’architettura standard del trattore continuerà a essere il modello di riferimento anche per la prossima generazione con accoppiamenti trattore-attrezzo e operazioni senza conducente ulteriormente automatizzati; la cabina del trattore generalmente non verrà eliminata; la sterzatura tramite joystick potrebbe acquisire maggiore diffusione se i problemi legati alla sterzatura di emergenza potranno essere risolti in modo soddisfacente. Esiste ancora grande spazio di sviluppo nell’idraulica del trattore, con risparmi energetici ottenibili grazie a un maggiore controllo elettronico; l’ISOBUS è ormai ampiamente accettato, anche se, talvolta, il carico del sistema e la velocità del segnale rappresentano dei limiti; la robotizzazione delle operazioni troverà ulteriore sviluppo, pur restando dubbi sull’impiego nelle lavorazioni del terreno; i trattori elettrici, infine, hanno un futuro certo, soprattutto per potenze nominali dell’ordine di 75–100 kW.
La seconda sessione pomeridiana ha visto al centro il tema della “Meccanizzazione specializzata: macchinari per l’olivicoltura e l’estrazione dell’olio” con chairman Alessandro Leone, dell’Università di Bari, e rapporteur Lu Xun, dell’Università di Henan, vincitore del Pellizzi Prize 2024. Quattro le relazioni presentate: “La coltivazione olivicola globale: tra tradizione e innovazione per preservare quantità e qualità dell’olio in un mondo che cambia” di Eddo Rugini dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio; “Tecnologie avanzate di campo e di frangitura meccanica per migliorare la filiera dell’olio d’oliva e la sostenibilità: verso l’intelligenza artificiale” di Alessandro Leone; “Tecnologie e meccanizzazione per valorizzare la filiera nei Paesi in via di sviluppo” con Biagio di Di Terlizzi del Ciheam di Bari; “Le sfide della produzione di olio extravergine di oliva in nuove aree: l’esperienza australiana e californiana” di Pablo Canamasas, consulente Cobram Estate Olives (Argentina). Nelle conclusioni sono emersi i seguenti elementi: la stragrande maggioranza della produzione di olio d'oliva avviene tramite impianti arborei tradizionali e fornisce molto lavoro alla popolazione locale, il ricorso a forme di coltivazione moderne si attua su superfici inferiori. Sebbene esistano molti strumenti innovativi per migliorare la produzione di olive, rimane la necessità di disporre anche di tecnologie che si adattino ai metodi di raccolta tradizionali sviluppati nel corso dei secoli. I cambiamenti climatici poi, che comportano l’aumento delle temperature medie annuali, influenzano negativamente la produzione di olio d'oliva e la sua qualità. Per la produzione di successo di un olio d'oliva dovrebbe essere possibile introdurre tutte le tecnologie offerte dall’Industria 4.0.
Nella mattinata del 12 ottobre si è tenuta la terza e ultima sessione del Meeting, dedicata ad “Applicazione dell’intelligenza artificiale nelle macchine e nei componenti agricoli” con chairman Paolo Gay dell’Università di Torino e rapporteur Zixuan He della Aarhus University. Quattro anche qui le relazioni presentate: “L’intelligenza artificiale nell’ingegneria agraria: realtà, limiti e prospettive” di Georg Happich della University Applied Sciences of Kempten; “L’intelligenza artificiale in agricoltura: una corsa tra sfide e opportunità” di Alessio Bolognesi in rappresentanza di FederUnacoma; “Intelligenza artificiale embedded per applicazioni in tempo reale” con Marko Bertogna dell’Università di Modena e Reggio Emilia; “L’uso dell’intelligenza artificiale per la produttività e la sicurezza nelle macchine agricole” con Daniele Parazza di Kiwitron. La sintesi della sessione riporta che: il valore dell'IA si basa sui dati di addestramento che sono di proprietà dell’agricoltore, e il valore di questi dati deve essere definito dalla scienza e implementato in esempi pratici. L’IA richiede dati in tempo reale in forma standardizzata per l'applicazione pratica, e i ricercatori devono cercare di definire gli standard necessari e valutarli con gli utenti finali. La materia, che necessita di regole e fiducia oltre che di un quadro giuridico chiaro, può costituire un importante elemento per lo sviluppo delle macchine, ma non l’unica soluzione. La sua integrazione per le macchine agricole autonome è promettente ma richiede rapidi cambiamenti nei modelli di business. Closing session a cura del Presidente Monarca, che ha dato appuntamento al 2026 per il 35 meeting del Club, già calendarizzato per il 13 e 14 novembre nell’ambito di EIMA International (10/14 novembre).









