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Confindustria, la presidenza di Emanuele Orsini

L’amministratore delegato di Sistem Costruzione eletto a larga maggioranza. La piattaforma programmatica di Orsini: per rilanciare l’industria nazionale, puntare su indipendenza energetica e investimenti

di Giovanni M. Losavio
maggio - giugno 2024 | Back

Emanuele Orsini è il nuovo presidente di Confindustria. L’amministratore delegato della Sistem Costruzione, nonché presidente della Tino Prosciutti, è stato eletto dall’assemblea privata dei delegati con il 99,5% dei voti e resterà in carica sino al 2028. Molto elevata anche la partecipazione alle operazioni di voto, alle quali hanno preso parte il 98% degli aventi diritto, confermando il forte consenso che la candidatura di Orsini è riuscita a catalizzare. «Sono molto contento. Il voto ha dimostrato che il nostro sistema, dopo una campagna elettorale un po' accesa, si è riuscito a compattare immediatamente», ha detto il 32° presidente di Confindustria, commentando l’esito dello scrutinio.

La piattaforma Orsini: i dieci “capitoli”. L’elezione di Orsini si è svolta in una fase molto delicata per le industrie italiane, che debbono misurarsi non soltanto con le tensioni geopolitiche, la crisi degli approvvigionamenti energetici e le problematiche della logistica, ma anche con le conseguenze dell’inflazione e della stretta creditizia. Il programma in “dieci capitoli”, rilanciato dal neo-presidente davanti all’assise degli industriali, risponde proprio all’obiettivo di consolidare il sistema Italia e di rispondere in maniera proattiva alle sfide congiunturali. Europa, energia, investimenti, capitale umano, infrastrutture sono i principali capisaldi intorno ai quali si struttura la piattaforma del neo-presidente che, ovviamente, non tralascia ambiti strategici come quello dei trasporti, del turismo, dell’industria, della logistica, del Mezzogiorno. Particolare enfasi, poi, viene data alla questione della certezza del diritto, che continua a condizionare in misura significativa la propensione ad investire in Italia.

Una politica industriale per l’UE. Intanto, come ha ricordato Orsini, c’è l’atteso appuntamento con le elezioni europee, che potrebbero davvero cambiare volto al Vecchio Continente. «Nell’Unione europea occorre lavorare a una vera politica industriale comunitaria e smontare gli atteggiamenti ideologici antindustriali. Serve – ha detto il neopresidente di Confindustria – un cambiamento culturale per invertire la rotta e ci auguriamo che la prossima Commissione metta al centro l'industria, la competitività e la crescita». Su questo terreno non mancano i dossier controversi, primi fra tutti il packaging e lo stop al motore endotermico nel 2035. Sullo sfondo resta la questione centrale degli approvvigionamenti energetici; un tema che impatta sulla competitività delle industrie italiane e che ha evidenti implicazioni di sicurezza nazionale. Secondo Orsini, è necessario tagliare il traguardo dell’indipendenza energetica, ma per raggiungere tale obiettivo non è pensabile puntare esclusivamente sulle rinnovabili. Serve invece un mix energetico, che preveda anche il nucleare di ultima generazione ma è anche necessario garantire il mantenimento di una rete elettrica nazionale, asset strategico per il nostro Paese. In questo scenario, ancora in divenire, un buon punto di partenza è rappresentato – sempre secondo Orsini – dalla realizzazione del mercato unico europeo dell’energia, strumento chiave per rafforzare la competitività dell’industria italiana e continentale.

Pianificare il futuro. Gli investimenti devono tornare al centro della politica industriale italiana ed europea. «Occorre attuare subito Industria 5.0, che però è legata al Pnrr mentre – ha affermato Orsini – serve una visione più lunga, misure a cinque anni, e definire le direttrici dei contratti di sviluppo». Investire significa puntare anche sulla realizzazione delle grandi opere di cui l’Italia ha bisogno. Servono soprattutto infrastrutture di collegamento: la priorità è unire il Paese. Per questo sull'autonomia differenziata vanno rivisti alcuni capitoli ed è necessario fare ragionamenti un po' più complessi, perché su temi come energia, logistica, infrastrutture non si può correre il rischio di dividere Nord e Sud.  «Nel momento in cui con gran forza chiediamo gli Stati uniti d’Europa – ha commentato The CEO of Sistem Costruzione elected by an overwhelming majority. Orsini’s programmatic platform: to revive national industry, focus on energy independence and investmentOrsini – dobbiamo promuovere lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, per abbattere i divari economici e sociali. È indispensabile avvicinare il livello di occupazione tra settentrione e meridione».

L’appello al confronto. Centrale nel programma del neopresidente di Confindustria è il dialogo con Governo e sindacati. «Sediamoci per confrontarci, in modo non conflittuale ma costruttivo. Serve una visione del Paese: quello che tutti devono avere in mente – ha concluso – è un’idea di crescita. Fatto questo, vinciamo tutti».

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