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Tecnica

La movimentazione dei materiali nelle serre chiuse

Nelle coltivazioni a ciclo continuo è fondamentale mettere a punto soluzioni efficienti per trasportare i mezzi di produzione e il raccolto. La robotizzazione risolve i problemi quando l'intervento diretto degli operatori è controindicato, come ad esempio nel caso dei trattamenti fitosanitari

di Stefano Albanesi
Luglio - Settembre 2014 | Back

Le coltivazioni in serre chiuse hanno un’intensità e una continuità che non ha uguali in nessun altro settore del pieno campo. Anche l’ortoflorovivaismo praticato in tunnel freddi prevede un’attività meno frenetica. In serra, ogni giornata di lavoro è della massima importanza, perché la produzione deve procedere secondo il programma stabilito. E’ quindi del tutto evidente che la movimentazione di materiali assume una grande rilevanza; non si tratta infatti solamente di fornire terriccio o altri substrati, concimi, prodotti antiparassitari (e in qualche caso anche acqua per irrigazione), ma anche di raccogliere e concentrare il prodotto presso le postazioni di prima lavorazione. Questa grande varietà di materiali da movimentare richiede pertanto un’estrema versatilità nei mezzi impiegati, che tra l’altro devono potersi muovere in spazi alquanto ristretti (stante l’esigenza di ottimizzare il volume utile di coltivazione), con l’accortezza di non danneggiare minimamente né le strutture, né tantomeno il prodotto.

Queste esigenze si sposano bene con soluzioni ad elevati livelli di automazione, se non addirittura  con la robotizzazione. Ma non è tutto: dovendo operare in un volume completamente confinato, è praticamente d’obbligo adottare sorgenti di potenza ad inquinamento nullo (o almeno minimizzato), in grado di salvaguardare adeguatamente la salute dell’operatore. Da questo punto di vista, i veicoli a trazione elettrica rappresentano una delle migliori opzioni. Il mercato ha messo a disposizione opportunità molto diversificate in termini di: mobilità (mezzi su ruote, su rotaia, ecc.), rapidità di spostamento, portata, altezza max di carico, potenza motore, tipo di organo di propulsione, ecc. Quella che segue è una veloce panoramica in tema.

 

Piattaforme elevabili su rotaia

Si tratta di mezzi atti al trasporto di materiale, basati su un piattaforma di lavoro elevabile tramite dispositivi a pantografo, che scorre (per mezzo di ruote motrici azionate tramite motori elettrici alimentati a batteria) su rotaie, quasi sempre rappresentate dai tubi del riscaldamento collocati appena sopra il pavimento della serra. La Aegon di Cuneo commercializza in Italia i carrelli dell’olandese Berg, in una gamma di varie dimensioni e portate, comunque azionati da motori elettrici fino a 370 W di potenza. Il modello BRW185 si distingue per la piattaforma lunga (1800x400 mm) e i comandi a bordo. Il pianale può raggiungere un’altezza di 1,70 m rispetto alla collocazione dei comandi. E’ dotato di un pannello di controllo su entrambi i lati (regolabili indipendentemente l’uno dall’altro), per effettuare la raccolta contestualmente su due pareti vegetate. La velocità di avanzamento è regolabile elettronicamente tra 0 e 40 m/min, in entrambi i sensi di marcia.

 

Agevolatrici a triciclo

La Salf Macchine Agricole di Piacenza d’Adige (PD) offre Tucano, una macchina agevolatrice per serre basata su un triciclo a trazione elettrica, assicurata da un motore in corrente continua da 800 W alimentato da un pacco batterie da 24 V. E’ un mezzo consigliato per la coltivazione in serra chiusa di fragole, pomodoro, ecc., in cui la pedana dell’operatore è regolabile in altezza, per il suo ottimale posizionamento rispetto alla coltura. Per lasciare libere le mani dell’operatore, i comandi sono a pedale. Il variatore di velocità agisce sulla ruota motrice anteriore di tipo pneumatico, che tra l’altro permette svolte strettissime in testata, senza danneggiare gli impianti della serra. E’ disponibile a richiesta la funzione di conversione della trazione elettrica in quella manuale, per rendere più rapide le svolte in testata. In corsia la guida è predisposta per un  avanzamento in linea retta, senza la necessità di interventi di correzione. Sempre in opzione si può avere anche lo sterzo elettrico e regolabile in altezza, la piattaforma centrale ad elevazione idraulica e pedane idrauliche supplementari.

 

Carriole a più ruote

Hanno cassone prismatico o tronco piramidale, ma le accomuna la caratteristica di appoggiare a terra su 3 o 4 ruote, una o 2 della quali pivottanti per la miglior manovrabilità. Azionate da un motore a corrente continua di qualche centinaio di Watt, sono alimentate da normali batterie al piombo-acido.

La Climbcart di Villanovetta di Verzuolo (CN) produce la gamma 108, una serie di carriole a 3 e 4 ruote a motore elettrico da 600-800 W a controllo elettronico, alimentati da due batterie da 12 V – 50 Ah collegate in serie. La trasmissione è a ingranaggi a bagno d’olio con differenziale, permette velocità di avanzamento da zero a 5 km/h, sia avanti che in retromarcia. Oltre al tipo garden, per garantire la miglior trazione sono disponibili ruote pneumatiche dotate di costole. Quelle anteriori sono invece pivottanti, per un’agevole manovrabilità. La portata è di 250 kg, per pendenze sino al 20%. L’autonomia (in piano e a vuoto) è di circa 30 km di percorrenza; per un uso intensivo c’è spazio per installare batterie di maggiore capacità (da 80 Ah).

Peculiarità interessante è il freno magnetico, che entra in funzione in meno di 1 secondo al rilascio dell'acceleratore o all’attivazione del pulsante di emergenza. Inoltre, il freno magnetico agisce da freno motore negli spostamenti (anche a pieno carico) in discesa, alla velocità selezionata dall’operatore. Se il mezzo si blocca per mancanza di energia elettrica, è possibile disinserire il freno magnetico, per garantirne la mobilità.

 

Carriole a ruota singola

Del tutto simili alle classiche carriole, hanno una capacità di carico ridotta rispetto a quelle a più ruote (max 100 dm³). La loro particolarità è di avere un’unica ruota, con pneumatico talvolta dotato di costole per la miglior trattività su terreni scoscesi e poco coesi. Il motore elettrico con il relativo riduttore, quasi sempre calettato direttamente sul mozzo della ruota, è normalmente alimentato da una batteria a 12 V da 20-25 Ah, in grado di garantire l’autonomia di un’intera giornata di lavoro.

La Eurosystems di Luzzara (RE) propone Bravo, una carriola tradizionale a motore in grado di far trasportare carichi fino a 120 kg. La velocità di avanzamento è regolabile tramite un’impugnatura collocata sul manubrio. Grazie anche allo pneumatico dotato di costole, si possono superare pendenze fino al 35%, mentre in discesa il motore elettrico funge da freno, e contemporaneamente ricarica la batteria, collocata sotto al cassone e protetta dai sovraccarichi tramite un fusibile da 40 A. La carriola Bravo può essere impiegata anche nella modalità tradizionale a spinta, grazie alla possibilità di disinnestare la trazione del motoriduttore dalle ruote. Interessante accessorio è la

 

 

 

 

 lama spingineve (larga 650 mm e alta 290 mm), ancorata alla parte anteriore tramite i due bulloni di ancoraggio che fissano la ruota la telaio.

 

 

Carriole con cingoli in gomma

In questo caso, i motori elettrici hanno maggior potenza (fino a oltre 4 CV), poiché i carichi trasportati sono di entità decisamente superiore rispetto a quelli dei mezzi illustrati in precedenza. Si tratta di macchine tipicamente professionali, dotate di funzioni molto utili, quali ad esempio il ribaltamento idraulico del cassone, che permette di scaricare agevolmente grandi quantità di materiale. Non c’è dubbio però che la caratteristica peculiare sia la presenza di cingoli in gomma, che, oltre ad una presa senza pari su superfici anche relativamente scivolose, riducono al minimo il compattamento del terreno qualora ci si debba muovere su superfici cedevoli.

A tale proposito la Active di S. Giovanni in Croce (CR) propone il 1460 Electro, un minidumper con cingoli in gomma dotato di motore elettrico a corrente continua da 3 kW – 24 V, alimentato da 2 batterie al gel da 85 Ah.  È indicata un’autonomia di 3 ore per un uso continuo a pieno carico.

 

 BOXUn robot per i trattamenti

 La legislazione per i trattamenti fitosanitari in serre chiuse è orientata verso una proibizione generalizzata della presenza di operatori durante l’esecuzione dell’operazione e per un determinato periodo successivo all’intervento. In tale contesto assumeranno sempre maggiore importanza le attrezzature in grado di eseguire tale operazione autonomamente, dopo l’opportuna programmazione. Fantascienza? No, è già realtà grazie anche a Meto, il robot messo a punto dall’olandese Berg e commercializzato in Italia dalla Aegon di Cuneo. Si tratta di una piattaforma carrellata scorrevole su rotaie, che trasporta tutto ciò che serve per effettuare i trattamenti con agrofarmaci. Per minimizzare l’attacco corrosivo dei prodotti distribuiti, la struttura e le parti metalliche della macchine sono in acciaio inox, mentre tramite un pannello facilmente programmabile è possibile predisporre in automatico l’intera operazione. Azionato da un motore elettrico da 370 W alimentato da un pacco batterie da 24 V – 110 Ah, ad una velocità max di 70 m/min può percorrere corsie lunghe fino a 140 m, grazie all’avvolgitubo che ospita tubazioni fino a Ø ½”.

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