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Macchine agricole: nuove incognite su un mercato in ripresa

I dati sulle vendite in USA, India, Germania e in altri Paesi indicano un netto recupero dopo la crisi della primavera scorsa, ma la nuova emergenza sanitaria rischia di bloccare il settore. Immatricolazioni in recupero anche in Italia, ma la produzione può avere una battuta d’arresto se le difficoltà logistiche e dei trasporti dovessero frenare le esportazioni

a cura della Redazione
dicembre 2020 | Back

La nuova emergenza sanitaria rischia di frenare il mercato delle macchine agricole proprio nel momento in cui questo stava dando segnali di ripresa. I dati sulle immatricolazioni di trattrici – illustrati dal presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti nel corso della conferenza stampa per la presentazione della rassegna EDP – indicano a fine settembre incrementi molto consistenti negli Stati Uniti (+14,7% in ragione di 219 mila unità), in India (+4,7% a fronte di 544 mila unità) e in Germania (+7,7% con 24 mila unità). Andamenti positivi si registrano anche in Canada (+8,9% per 19 mila macchine circa) e Russia con poco meno di 18 mila unità riferite però al mese di agosto (+0,7%).

La ripresa del comparto deve essere messa in relazione con la tenuta complessiva del settore agricolo – ha detto Malavolti – che registra nell’anno un buon andamento sia in termini di produzione che di prezzi.

I dati FAO indicano infatti una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 3% ad ottobre rispetto al mese di settembre, e una crescita complessiva del 6% considerando l’intero anno dall’ottobre 2019 ad oggi.

In particolare, il prezzo dei cereali risulta in sensibile crescita, e in crescita è anche la produzione (malgrado i cali della produzione in Argentina, e dalle cattive condizioni meteoclimatiche che hanno colpito le semine di grano invernale in Europa, Nordamerica e nella regione del Mar Nero) che si stima a fine anno raggiungerà la quota record di 2.750 milioni di tonnellate (+1,6%).

La recrudescenza dell’epidemia – è stato spiegato nel corso della conferenza – potrebbe frenare il mercato, anche quello europeo, che proprio ad ottobre, secondo i dati del “Barometro” CEMA, vedeva crescere l’indice di fiducia delle industrie costruttrici.

Una specifica indagine FederUnacoma – GRS sulle aspettative per il settore, realizzata su un vasto campione di operatori comprendente case costruttrici, rivenditori e tecnici indica come ad ottobre il 29% delle aziende prevedesse una crescita del fatturato a fine anno rispetto al risultato del 2019, e come il 32% del campione prevedesse un risultato in linea con le performance dell’anno precedente.

Con specifico riferimento al mercato italiano, i dati sulle immatricolazioni aggiornati ad ottobre indicano un recupero rispetto al netto calo subito nei primi sei mesi dell’anno. Nel mese di ottobre le immatricolazioni di trattrici segnano un incremento del 7,5% rispetto allo stesso mese 2019, dopo l’impennata registrata a settembre (+20,7%), e tuttavia il bilancio complessivo dei dieci mesi resta ancora negativo (-10%); le mietitrebbiatrici guadagnano ad ottobre un 8,3% pur  rimanendo negativo il consuntivo dei dieci mesi (-11%) e le trattrici con pianale di carico chiudono i dieci mesi con un passivo del 6,3%. I rimorchi calano in modo lieve ad ottobre (-2,6%) segnando un passivo nei dieci mesi del 15,5%, mentre migliore bilancio esibiscono i sollevatori telescopici, che registrano ad ottobre una crescita del 29,4% e che evidenziano nei dieci mesi un passivo molto contenuto (-1,7%).

Per quanto riguarda la produzione – ha spiegato Malavolti – le previsioni per fine anno indicano flessioni relativamente contenute: cala al 3,9% la produzione di trattrici e macchine agricole a fronte di un fatturato di 7,6 miliardi, cala del 2,1% la produzione di componenti e parti (2,7 miliardi) e del 2,6% quella di macchine per il verde (760 milioni di euro).

In un anno condizionato dal blocco della produzione nella primavera scorsa – ha concluso il presidente di FederUnacoma – questi cali di produzione erano ampiamente prevedibili.

Meno prevedibili sono – conclude – gli effetti che potrebbero produrre nuovi provvedimenti restrittivi, che avrebbero l’effetto di rallentare non soltanto la produzione ma anche la logistica e il trasporto dei prodotti, con danno soprattutto per le esportazioni.

 

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