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Meccanizzazione agricola mondiale: check-up Agrievolution ad Eima Agrimach

Ad Eima Agrimach il forum di Agrievolution traccia gli scenari futuri per il comparto mondiale dell'agro-meccanica. Corrono il mercato cinese e americano, mentre l'Europa, dopo i rialzi degli anni passati, accusa un calo fisiologico. Prospettive positive per la Turchia che sta vivendo un vero boom agricolo. "Rischio prezzi" invece per il Giappone

di Giovanni M. Losavio
dicembre 2013 | Back

Mercati globali in primo piano ad Eima Agrimach con il forum di Agrievolution, ospitato dalla Ficci, in programma a New Delhi il 5 e 6 dicembre, nel corso del quale i relatori fanno il punto sugli scenari futuri dell'agricoltura mondiale e della meccanizzazione agricola. L'analisi parte da un'indagine di clima che, condotta presso i costruttori e gli importatori di macchine agricole, è stata presentata nell'ultima edizione di Agritechnica dal comitato economico di Agrievolution (l'associazione internazionale che riunisce le sigle che rappresentano i costruttori di macchine agricole dei più importanti Paesi del mondo). Secondo i risultati di tale indagine, dalla quale sono emerse importanti prospettive di crescita per il settore, nel 2013 – grazie alle buone performance registrate dal settore primario mondiale – il fatturato globale dei costruttori di macchine agricole dovrebbe raggiungere i 96 miliardi di euro con un incremento di sette punti percentuali rispetto all'anno precedente. Positivo, in particolare, l'andamento del terzo trimestre che ha registrato un aumento delle vendite sulla maggior parte dei mercati mondiali, andando così a compensare i risultati poco brillanti del primo semestre. Per i mesi a venire, a fronte delle buone performance registrate dal settore primario nel mondo, l'outlook delle aziende è improntato all'ottimismo, poiché quasi un'impresa su due (il 45% di quelle intervistate) prevede un incremento di fatturato, mentre solo una quota minoritaria (appena il 18%) si aspetta un calo delle vendite nel prossimo semestre.

Gli scenari di mercato.  India in primo piano
Naturalmente il dato aggregato generale nasconde differenze, spesso significative, tra i diversi contesti di riferimento. Un elemento consolidato dello scenario dela meccanizzazione agricola è quello rappresentato dal mercato indiano, che si è affermato negli ultimi anni come il primo a livello mondiale per numero di trattrici immatricolate. Considerando infatti le macchine con potenza superiore ai 30 cv, l'India ha raggiunto lo scorso anno un numero intorno alle 600 mila unità, circa quattro volte superiore a quello di mercati maturi come quelli europeo e statunitense, e destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni. Mentre per Usa, Cina e Turchia – ma in una certa misura anche per il Giappone – gli operatori si aspettano un ulteriore incremento di ordini e fatturato entro i prossimi sei mesi, le previsioni non sono altrettanto ottimistiche per il mercato europeo dove circa un'impresa su tre (la percentuale più elevata del sondaggio realizzato da Agrievolution) prevede un calo del proprio fatturato rispetto allo stesso periodo del 2012. Infatti, se si prendono in considerazione le stime del comitato economico di Agrievolution per il solo segmento delle trattrici, l'Unione Europea dovrebbe chiudere il 2013 con una riduzione in volume del 5% e con una diminuzione in valore dell'1% sul 2012. In territorio negativo anche il 2014 con le vendite attestate intorno a quota 170mila unità (-3% sul 2013) per un valore complessivo di 10,4 miliardi di dollari (-2% sul 2013). Trend non molto diverso per le mietitrebbie: nel 2013 dovrebbero confermarsi sugli stessi livelli del 2012 (10.500 unità), per poi diminuire nel 2014 (-8%). Ad ogni modo la battuta d'arresto dell'Europa può essere considerata in parte fisiologica, quasi "una pausa di riflessione" che segue il ciclo espansivo degli scorsi anni. Come nel caso della Francia, dove nel 2014 il mercato è visto in leggera contrazione (da 5,6 a 5,4 miliardi di euro) dopo un ciclo espansivo che proseguiva ininterrottamente dal 2011, o della Germania che proviene da un triennio decisamente positivo nel quale il valore totale del comparto è passato da 4,8 miliardi di euro a 5,6 miliardi nel 2013 con una crescita record per il fatturato delle aziende tedesche (+7% sul 2012). Ma lo stop del "Vecchio Continente" è anche dovuto a fattori di natura strutturale. Come evidenzia il "caso Italia" dove tra il 2007 e il 2012 le immatricolazioni di nuove trattrici sono crollate del 28%, portando alla luce una situazione di grave difficoltà per il mercato interno, parzialmente compensate da un aumento delle esportazioni. Difficoltà causate non solo dalla congiuntura economica sfavorevole ma, per l'appunto, da fattori strutturali quali la difficoltà di accesso al credito bancario e ai fondi comunitari, il peso degli oneri burocratici o gli alti livelli di imposizione fiscale. Proprio per questo, segnala FederUnacoma, negli ultimi cinque anni la maggioranza delle aziende agricole (il 55,5%) ha finanziato gli acquisti di macchine agricole con fondi interni all'impresa. Inoltre, secondo l'associazione dei costruttori italiani, la situazione non sembra destinata a cambiare nel prossimo futuro poiché solo il 13% degli imprenditori agricoli ha in programma di acquistare nuovi mezzi meccanici nel triennio a venire.

Continua a correre la Cina. In evidenza anche la Turchia.
A fronte di un mercato europeo in stagnazione, le prospettive sono decisamente più favorevoli per la Cina dove, grazie alla crescita dei redditi nel settore primario ed ai sussidi governativi per l'acquisto di macchine agricole, il 2012 ha segnato il quinto anno consecutivo di crescita tanto per il valore della produzione interna quanto per i profitti dei costruttori locali. Per quanto riguarda le politiche di incentivazione del settore – rende noto la Caam (China Association of Agricultural Machinery Manufacturers) – il governo centrale, che ha già messo a disposizione 74,4 miliardi di Yuan (pari a oltre 9 miliardi di euro) tra il 2004 e il 2012, dovrebbe stanziarne altri 21,7 miliardi per il 2013 (2,5 miliardi di euro) con l'obiettivo di portare entro il 2015 il valore totale della produzione interna a 400 miliardi di Yuan (48 miliardi di euro) e le esportazioni a 12 miliardi di dollari. La Cina insomma è un mercato dai "grandi numeri" che, come dimostrano i dati del comitato economico di Agrievolution, negli ultimi cinque anni ha vissuto un ciclo espansivo ininterrotto caratterizzato da tassi di crescita a doppia cifra per le macchine agricole (per il 2013 le stime fanno intravedere un +16% sul 2012). Da segnalare peraltro come l'industria cinese si stia specializzando nella fabbricazione di trattrici ad elevata potenza (dai 100 cavalli in su), passate dalle circa 2700 unità del 2006 alle oltre 56 mila del 2012, mentre la produzione totale di trattrici (dai 25 cavalli in su) nel 2013 ha raggiunto le 380mila unità. E nei prossimi anni – sempre secondo la Caam - la fase espansiva del mercato dovrebbe proseguire, anche per effetto della progressiva modernizzazione e industrializzazione dell'agricoltura cinese che avrà sempre più bisogno del supporto di mezzi meccanici. In tale contesto non deve dunque sorprendere se addirittura il 61% dei costruttori cinesi guarda al futuro con grande ottimismo.

Da primato anche i dati riferiti alla Turchia, specie quelli relativi all'agricoltura. Infatti, con una produzione agricola quasi triplicata, tra il 2002 e il 2010, – passata da 24 a 62 milioni di dollari, come rende noto l'agenzia di promozione e supporto degli investimenti della Repubblica turca – il comparto agricolo è diventato il vero e proprio motore di sviluppo dell'economia turca, assegnando al Paese il ranking di settimo produttore mondiale. Ovviamente, il boom agricolo ha posto le basi per la lo sviluppo del comparto agro-meccanico – reso possibile anche dal sostegno pubblico – che nel 2011, ha messo a segno un +68% nelle vendite di trattori (in totale: più di 60 mila unità). Nel 2012 il mercato ha accusato un calo fisiologico che dovrebbe proseguire anche nel 2013, per poi tornare a crescere a partire dal 2014, anno per il quale il comitato economico di Agrievolution prevede un incremento del 6% sul 2013. Per il futuro i trend del mercato sono legati soprattutto alla professionalizzazione dell'agricoltura turca che vedrà una selezione naturale delle imprese meno efficienti e competitive e che sarà sempre più caratterizzata dall'impiego di macchine ad elevata capacità e dall'adozione di sistemi meccatronici in grado di rendere ancora più efficiente e razionale il settore primario del Paese.

Gli Usa premiano le alte potenze; per il Giappone prezzi in rialzo.
Sentiment positivo anche per il mercato statunitense dove il 54% dei costruttori prevede una crescita degli ordini nei prossimi sei mesi, mentre una percentuale leggermente inferiore – il 46% – si aspetta un incremento del fatturato. Un mercato, quello degli Stati Uniti, che nel 2012 ha raggiunto il valore complessivo di 29 miliardi di dollari, con un aumento decisamente considerevole (+40%) rispetto al 2011. Ne ha beneficiato in particolare il segmento delle trattrici con potenza superiore ai 30 cavalli (+47% in valore) e, sia pure in misura minore, quello delle mietitrebbie (+12%). Sempre con riferimento al settore delle trattrici, per il 2013 l'associazione dei costruttori statunitensi, Aem, stima che saranno vendute poco meno di 150 mila unità. Le alte potenze, invece, benché rappresentino tuttora una quota minoritaria (poco più di 25 mila le unità vendute nel 2013) stanno comunque guadagnando importanti quote di mercato sulle basse potenze. I trend relativi all'ultimo decennio dimostrano infatti come le prime abbiano più che raddoppiato il loro peso (dalle 10mila unità vendute del 2003 alle 25mila del 2013), sottraendo posizioni soprattutto alle seconde che hanno perso circa il 20% in termine di vendite e "lasciato" sul terreno" oltre 20 mila unità (più di 100mila quelle vendute nel 2003). In calo anche le trattrici nel range da 40 a 100 cavalli, che, dopo il picco toccato a cavallo tra il 2004 e il 2007, sono tornate sui valori del 2003. Discorso a parte merita il Giappone, Paese nel quale le aspettative dei costruttori, comunque positive per i prossimi mesi - nel 2013 sono stati lanciati nuovi prodotti e le performance dell'agricoltura giapponese sono state buone - potrebbero alla lunga cedere il passo al pessimismo. L'allarme lo lancia l'associazione dei costrutttori Giapponesi, Jamma, che segnala come i due incrementi delle imposte al consumo, programmati per il prossimo aprile (dal 5% all'8%) e per ottobre 2015 (arriverà al 10%), causeranno un progressivo aumento del prezzo di vendita delle macchine agricole. Su tale prezzo dovrebbe influire, con una nuova pressione al rialzo, anche l'entrata in vigore - prevista per novembre 2014 - delle normative sulle emissioni inquinanti dei mezzi agricoli. Tra l'altro, sempre secondo Jamma, l'incremento delle vendite di trattori (+9%) e mietitrebbie (+10%) stimato per il 2013 potrebbe essere il frutto di una "corsa all'acquisto" finalizzata proprio a "sterilizzare" gli aumenti dei prezzi previsti per gli anni a venire.

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