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MTS Sandei: tecnologia raffinata per la raccolta del pomodoro

Il 16 dicembre a Pontenure (Piacenza) debutta la nuova gamma di macchine per la raccolta del pomodoro in campo aperto, realizzata dalla MTS Sandei. Composta da tre modelli, la linea THR è stata sviluppata con il supporto della Regione Emilia Romagna nell'ambito dei finanziamenti per le attività di ricerca e sviluppo industriale

di Giovanni M. Losavio
dicembre 2017 | Back

Dieci anni fa la MTS di Pontenure (Piacenza) acquisiva la Sandei, impresa specializzata nella tecnologie per la raccolta del pomodoro, entrando così in un segmento di mercato che avrebbe fatto da volano per lo sviluppo del business aziendale. Oggi, proprio in concomitanza con questa importante ricorrenza, l’impresa piacentina inaugura una nuova area espositiva nel proprio sito produttivo, ma soprattutto lancia sul mercato una nuova linea di raccoglipomodoro. Si tratta dei semoventi THR (tre i modelli con diversa capacità di carico: 650, 750, 850), pronti ad esordire, il 16 dicembre, dopo avere superato brillantemente tutti i test sul campo. E non poteva essere altrimenti perché l’ultima nata in casa MTS Sandei è il frutto di un lavoro progettuale intenso e meticoloso, andato in porto grazie alla collaborazione tra più attori, istituzionali anzitutto. Il prototipo della THR è stato infatti messo a punto grazie al bando promosso nell’ambito del POR FESR 2014-2010 dalla Regione Emilia Romagna ex Dgr 773/2015 per sostenere le iniziative di ricerca e sviluppo delle imprese. «Il nostro progetto – spiega Francesco Casella, presidente della ditta emiliana – è risultato il migliore a livello provinciale, il tredicesimo a livello regionale. La Regione Emilia Romagna ha approvato la fase di R&S con un importo di circa la metà di quanto da noi preventivato per la realizzazione del prototipo». Il bando regionale ha permesso alla MTS Sandei di ampliare l’organico, assumendo due ingegneri dedicati esclusivamente alla progettazione della nuova macchina, e di coinvolgere nel progetto il gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma specializzato nei sistemi oleodinamici. Insomma, nel caso della THR, la Regione è riuscita a creare un circolo virtuoso tra imprenditori, istituzioni e mondo della ricerca universitaria. Il punto d’approdo di queste sinergie è un semovente per la raccolta in campo aperto, che si presenta con un profilo tecnico davvero avanzato, a partire dalla testata di raccolta. I tecnici della MTS Sandei l’hanno infatti ridisegnata con l’obiettivo di scaricare il peso della barra di raccolta non sulle ruote della testata stessa, come avviene con la maggior parte dei modelli attualmente in commercio, ma sui cilindri. «La nostra tecnologia permette di ridurre in misura significativa l’impatto della testata sul terreno perché, quando si verificano variazioni di carico, il sistema idraulico della macchina distribuisce l’incremento del peso sui cilindri, contenendo così la pressione esercitata dalle ruote sul suolo. Il dispositivo – spiega a MondoMacchina Andrea Zanoli, ingegnere della ditta piacentina – lavora in modo automatico grazie a un sistema idraulico dedicato». La soluzione messa a punto dall’impresa emiliana si dimostra vantaggiosa soprattutto in presenza di terreni bagnati, tuttavia il restyling dell’idraulica, reso necessario dalla riprogettazione della testata, ha consentito di sfruttare al meglio le caratteristiche e le potenzialità della nuova raccoglitrice, migliorandone le prestazioni a parità di consumi. Insomma, oltre ad essere poco impattanti sul terreno, le THR si distinguono per un approccio decisamente rispettoso dell’ambiente, grazie ai propulsori Volvo da 8 litri, robusti sì nelle prestazioni (260 i cavalli erogati) però in linea con i più stringenti requisiti europei per le emissioni. E se dovessero andare in porto le ricerche della MTS Sandei in materia di olii biodegradabili, i nuovi semoventi vedrebbero rafforzata la loro vocazione di macchine ecocompatibili. Ma tra i punti di forza della nuova gamma non vanno dimenticati il comfort per l’operatore (la cabina è insonorizzata) e un software di bordo con cui è possibile controllare e gestire tutte le funzioni della raccoglitrice. Insomma, le raccoglitrici THR sono macchine intelligenti che “dialogano” con l’utilizzatore e con l’ambiente esterno attraverso una fitta rete di sensori; una vera rete neurale che rappresenta il cervello operativo della macchina.

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