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Aspettando l'EIMA

EIMA 1969: una fiera all'esordio

Eima International giunge quest'anno alla sua 41ma edizione che si svolge nelle stesse date della prima edizione 1969: 12/16 novembre. Mondo Macchina ripercorre le tappe più importanti dei 40 anni della rassegna attraverso una serie di articoli che illustrano la storia dell'EIMA dalla sua nascita ad oggi

di Patrizia Menicucci
Febbraio 2014 | Back

È il 12 novembre del 1969, ore 9.00, e l’allora ministro dell’Industria, Domenico Magrì, inaugura a Bologna la prima edizione di Eima, Esposizione Internazionale delle Industrie di Macchine per l’Agricoltura, alla quale prendono parte 224 aziende, di cui 24 estere, e che viene visitata da oltre 11.000  operatori economici, di cui 300 sono di provenienza estera.

Eima nasce in un periodo che registra la  crescita della meccanizzazione agricola in quasi tutti i paesi industrializzati e ad agricoltura avanzata, in funzione della tendenza ad incrementare linearmente le produzioni agricole, e in particolare in Italia dove negli anni fra il ‘60 e il ‘70 il comparto è stato in grado di supportare la grande trasformazione in corso nelle campagne che vedevano il massiccio allontanamento della forza lavoro e l’introduzione di nuove tecnologie.

La rassegna prende vita da una felice intuizione dell’Unione Nazionale Costruttori Macchine Agricole – nata nel 1945 per studiare e promuovere iniziative economico-tecnico-scientifiche nell’interesse dell’industria delle macchine agricole – che vuole dare una risposta concreta all’esigenza espressa dalle aziende di settore di avere un’esposizione specializzata dedicata al comparto,  dove il momento mercantile possa venire  affiancato dal confronto e lo scambio fra gli operatori della filiera meccanico-agricola. Il periodo migliore per lo svolgimento della rassegna viene individuato nel mese di novembre, adatto - anche per la pausa di alcune lavorazioni colturali – alla pianificazione degli acquisti da parte di commercianti e utilizzatori e della conseguente programmazione produttiva da parte degli industriali.

La scelta della sede più idonea per ospitare la rassegna ricade sulla città di Bologna in virtù della modernità del suo quartiere fieristico, costruito appena quattro anni prima, nel 1965, che – come si legge nei depliant e nei cataloghi predisposti per questa prima edizione della rassegna – “consente di esporre nel periodo autunnale in moderni padiglioni chiusi e riscaldati, con il completamento di adeguati e razionali servizi”, e che risulta strategico anche in virtù della sua posizione geografica e della rete di infrastrutture – ferroviarie, autostradali (vedi Autostrada del Sole) e aeroportuali – che lo collegano al resto d’Italia e al mondo, nonché attraente anche per la “tradizionale ospitalità dei suoi cittadini”.

La durata della manifestazione viene fissata in cinque giorni – “per criteri di economia cui deve essere ispirata una rassegna davvero specializzata” – e la logistica espositiva prevede una suddivisione dei vari mezzi in sette settori merceologici “in relazione alla destinazione di impiego delle macchine” per consentire ai visitatori, anche attraverso una rapida visita, di orientarsi facilmente e poter confrontare le varie proposte sulla base delle proprie esigenze.   

La parte convegnistica di Eima 1969 – che ospita complessivamente dodici incontri – si apre con la formula di una moderna tavola rotonda sul tema “Formazione professionale e temi di ricerca per la costruzione e l’impiego di macchine agricole” che vede la partecipazione degli accademici Enzo Manfredi e Giuseppe Pellizzi, rispettivamente dell’Università di Bologna e Milano. Altri dettagli sulla “prima Eima”: sono presenti missioni ufficiali estere da Bulgaria, Cecoslovacchia, Congo, Corea del Sud, Filippine, Formosa, Iran, Malaysia, Polonia, Romania, South Africa, Thailandia e Ungheria, mentre il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) presenzia con una serie di riunioni dedicate al  Programma di Ricerca per la Meccanizzazione Integrata delle Aziende Agricole. 

Sin dalla prima edizione la rassegna prevede un catalogo ufficiale in quattro lingue (francese, inglese, spagnolo e tedesco) che riporta informazioni logistiche e l’elenco di tutti gli espositori con anagrafica e produzione merceologica, che complessivamente nel 1969 contempla 97 diverse voci.

Già dalla seconda edizione del 1970 (11/15 novembre), i settori merceologici, passando da sette a tredici, vanno a definire l’assetto della rassegna che rimarrà  sostanzialmente invariato sino gli anni più recenti: 1) motori, 2) macchine per la bonifica, 3) trattrici, motocoltivatori, motozappatrici, 4) macchine per la lavorazione del terreno, la semina e la concimazione, 5) macchine per la protezione delle piante e delle colture, 6) macchine per l’irrigazione e l’aspersione, 7) macchine per la raccolta, 8) macchine per la prima lavorazione e conservazione del prodotto, 9) macchine per gli allevamenti, 10) macchine per le industrie agrarie, 11) macchine per  lo spostamento e il trasporto del prodotto, 12) Parti staccate, accessori e parti di ricambio, 13) piccoli attrezzi motorizzati e a mano.

Nella presentazione di EIMA 1970, il Segretario Generale Unacoma Aldo Ambrogi (vero “padre fondatore” della manifestazione), nel confermare la formula di accesso all’esposizione che permane ancora oggi – primi giorni ad invito (all’inizio i primi tre, oggi portati a due) ed i restanti aperti al pubblico – ringrazia “l’atto di fede” dei costruttori italiani ed esteri che hanno aumentato la loro presenza del 60%, rispetto all’anno precedente, offrendo così contemporaneamente uno stimolo e un augurio per “un nuovo rilancio del settore sul piano industriale e commerciale”. Nel 1970 gli incontri di approfondimento sono oltre 20 e spaziano da “importanza agronomica delle operazioni sistematorie e di lavorazione del terreno” a “meccanizzazione agricola punto di convergenza tra industria e agricoltura”.

Nell’introduzione al catalogo di EIMA 1971 (10/14 novembre) vengono sottolineati alcuni aspetti del regolamento espositivo finalizzati al rigore professionale per una vera kermesse specializzata, adeguata ai tempi (divieto di pubblicità all’interno dei padiglioni, allestimenti stand uniformati, esposizione di un solo esemplare di ogni mezzo prodotto dalle aziende presenti) e che nei primi tre anni ha visto aumentare la superficie espositiva occupata (passata da 14.700 a 26.000 mq) e raddoppiare gli espositori (aumentati da 224 a 498). Il Corriere della Sera dell’11 novembre di quell’anno presenta Eima come “il salone della macchina agricola, il catalogo vivo di tutti gli strumenti tecnologici”.

Dopo la pausa di un anno, nel 1972, Eima ritorna nel 1973 (14/18 novembre) con caratteristiche inalterate, ipotizzando però in una prima fase organizzativa – testimoniata da un depliant dell’epoca – una possibile periodicità biennale che forse in virtù dei numeri positivi di quell’edizione (che registra la presenza di 535 espositori e 24.000 visitatori) non verrà in realtà adottata con la conferma della cadenza annuale.

L’introduzione della Guida del visitatore Eima 1975, parlando di un incremento degli espositori del 10% rispetto all’edizione precedente, sottolinea “il senso di responsabilità e di collaborazione di tutti gli espositori che hanno contenuto per quanto possibile la richiesta di area espositiva” consentendo così a più aziende di partecipare.

Nel 1977 (9/13 novembre) Eima diventa anche Esposizione di macchine ed attrezzature per il giardinaggio, prevedendo l’inserimento nel 13mo settore dei mezzi meccanici destinati appunto al giardinaggio (125 le aziende del comparto garden presenti) a testimonianza di un “tipo di meccanizzazione la cui importanza economica va continuamente crescendo”.

Dal 1976 al 1979 le aziende presenti alle successive edizioni di Eima passano da 795 a 1053 (220 gli esteri), i visitatori da 47.475 a 74.500 (4.116 gli stranieri) e le voci merceologiche esposte da 157 a 423, testimoniando così il successo di una formula espositiva rigorosa, professionale  ed evidentemente in linea con le reali necessità di espositori e visitatori.

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