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Tecnica

Innovazioni nella meccanica per la fienagione

La movimentazione necessaria per l'essiccazione naturale in campo rappresenta un passaggio critico per la qualità del foraggio affienato. Aziende specializzate stanno mettendo a punto, anche nell'ambito di programmi di ricerca europei, sistemi volti a ottimizzare le operazioni, conservando le migliori proprietà dell'alimento zootecnico

di Jacopo Bacenetti
luglio - agosto - settembre 2018 | Back

La qualità dei foraggi essiccati ha ormai assunto  da tempo un’importanza fondamentale, soprattutto per le produzioni agroalimentari di eccellenza, come ad esempio i formaggi DOP,  come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano.  è ormai infatti ampiamente noto che, specie nel settore lattiero-caseario, la qualità dei foraggi incide direttamente sulla quantità e qualità del latte e di conseguenza sulle caratteristiche igieniche, organolettiche e di conservabilità del prodotto trasformato. Inoltre, ancor più rispetto ad altre produzioni, un ruolo decisivo lo assume la raccolta, in termini di contenimento delle perdite di prodotto. La sua ottimizzazione deve tenere conto di un corretto grado di essiccazione del foraggio, unito alle modalità con cui gli organi lavoranti movimentano il prodotto, modulando la loro aggressività in funzione della struttura fisica del prodotto, riducendo comunque l’inquinamento con terra, sassi e altro materiale inerte, che può portare alla dannosa presenza di clostridi. Per tutto ciò, è evidente che la qualità del foraggio dipende fortemente dalle scelte di meccanizzazione della fienagione. Non si possono però dimenticare altre esigenze produttive, quali la riduzione dei costi di raccolta e la miglior tempestività di intervento, da ottenere con macchine operatrici di notevole produttività, ossia caratterizzate da elevate velocità e grandi larghezze di lavoro.

Semplificando, il fieno va fatto (ma soprattutto raccolto) “bene” e “in fretta”. In quest’ottica, sono state sviluppate di recente macchine con interessanti soluzioni nell’ambito della meccanica e della meccatronica, quali sospensioni a parallelogramma articolato delle barre di taglio, denti di ranghinatori di particolare conformazione, sensori dedicati al rilievo diretto di parametri ambientali e operativi, ecc.

 

Una buona fienagione

La fienagione è sostanzialmente articolata su quattro fasi: sfalcio, rivoltamento, andanatura e pressatura. Rivoltamento e andanatura possono essere ripetute più volte nel corso della singola campagna di raccolta, in funzione del tipo di prodotto e delle condizioni ambientali.

La qualità nutrizionale del prodotto è massima appena prima dello sfalcio, anche perché tutti gli interventi successivi inevitabilmente la riducono, aumentando tra l’altro le perdite; infatti, i criteri più importanti per una buona fienagione rimangono la rapidità di esecuzione e la delicatezza con cui deve essere trattato il foraggio. Con l’aumento della velocità di essiccazione del foraggio si riduce il tempo di permanenza in campo, limitando le perdite per respirazione cellulare e lisciviazione dovuta ad eventuale pioggia, preservando il miglior valore nutrizionale. In tal senso, la comparsa delle falcia-condizionatrici ha senza dubbio agevolato gli operatori.

Le modalità con cui viene “trattato” il prodotto influenza le perdite di foraggio, che sono di entità differente tra le diverse componenti della pianta (ad es. foglie e steli). Anche la qualità del prodotto è però condizionata: la delicatezza con cui viene movimentato il foraggio nel corso dello spargimento e del rivoltamento è particolarmente importante man mano che l’umidità del prodotto si riduce e la possibilità di causare rotture degli steli e/o distaccamento delle foglie aumenta.

L’andanatura rappresenta quindi uno delle maggiori criticità nell’organizzazione del cantiere di lavoro: dovendo operare a velocità ridotte, l’unica possibilità per aumentare la produttività è ricorrere ad attrezzature di grande larghezza di lavoro.

 

Aspetti innovativi

Negli ultimi anni, i cantieri di fienagione hanno visto l’introduzione di numerose novità. La tedesca Krone ha proposto di recente lo Swadro TS 680 Twin, un ranghinatore con due rotori a 13 braccia, dotati dei denti di sollevamento “Lift” a doppia inclinazione, conformati per un’azione più efficiente e delicata, in grado di ridurre le perdite e limitare l’inquinamento da terra.

La DLG ha confrontato le prestazioni della nuova e della precedente versione di questa macchina su un primo taglio di loiessa con una resa media di foraggio fresco di 39 t/ha circa, a differenti altezze di taglio (3 e 4 cm) e velocità di avanzamento (tra 8 e 10,5 km/h), analizzando  in particolare la quantità di ceneri (per valutare l’inquinamento da terra) e l’entità delle perdite di raccolta. A fronte di prestazioni identiche per ciò che concerne il tenore in ceneri (con un incremento dello 0,3% in entrambi i casi), le perdite di fieno sono risultate inferiori nel caso della macchina dotata di denti lift. Sebbene in entrambi i casi le perdite di prodotto siano particolarmente contenute, si evidenzia una maggior efficacia dei denti a doppia inclinazione, efficacia che si fa più marcata con l’aumento della velocità di avanzamento. L’aumento dell’altezza di taglio comporta un modesto aumento delle perdite, che rimangono comunque entro livelli più che accettabili (1,5% a 10,5 km/h). Da notare che le caratteristiche nutrizionali e energetiche, la minor quantità di prodotto perso equivale ad un incremento di produzione di latte che può arrivare a 100 kg/ha.

Con una larghezza di lavoro di 6,8 m, la produttività è rispettivamente di 5,4, 6,8 e 7,1 ha/h per velocità di avanzamento di 8, 10 e 10,5 km/h. In tale contesto, aumenta logicamente l’assorbimento di potenza, risultando leggermente più elevato per il ranghinatore con i denti “Lift”, ovvero 1,3 kW/m a 8 km/h e 1,7 kW/m a 10,5 km/h.

Grazie al progetto RA-Rake (http://www.rarake.eu/) finanziato dal programma UE H2020, l’italiana Repossi Macchine Agricole sta sviluppando un nuovo ranghinatore, che arricchisce di nuove funzionalità la consolidata tecnologia degli andanatori a stella. L’idea alla base è quella di dotare la macchina di due ranghi di stelle di diametro diverso: la più grande fa muovere la più piccola, che in tal modo movimenta il foraggio senza toccare il terreno. Pertanto, il ranghinatore non necessita di complessi e costosi meccanismi per far muovere la stella più piccola, con conseguenti costi ridotti, sia di acquisto che di manutenzione.

Nel dettaglio, ogni coppia di organi lavoranti è composta da una stella posteriore (di diametro maggiore) che essendo a contatto con il terreno garantisce il movimento ad una seconda stella frontale di diametro minore, che risulta leggermente sollevata dal suolo e provvede a raccogliere il foraggio. Ciò permette di ridurre l’inquinamento del prodotto con terra, sassi e altro materiale indesiderato. L’obiettivo è quello di combinare i vantaggi tipici dei ranghinatori a pettine (soprattutto la  delicatezza di movimentazione del prodotto) con quella dei ranghinatori a stella (che lavorano ad elevate velocità di avanzamento). Il “Ra-Rake” con la doppia fila di stelle folli minimizza il contenuto in ceneri nel foraggio, pur operando fino a 20 km/h e riducendo al contempo i consumi di gasolio fino ad un massimo del 40%. Avviato nel luglio dello scorso anno, il progetto triennale ha comportato lo sviluppo di un primo prototipo che è attualmente in fase di prova in Italia, con la prospettiva di verificarne l’efficacia nelle differenti condizioni operative di alcuni Paesi europei (Austria, Svizzera e Ungheria).

 

Fienagione e contoterzismo

La fienagione comprende una serie di lavorazioni che tipicamente sono eseguite in conto proprio, ovvero in autonomia da parte del singolo agricoltore, con mezzi disponibili nel parco macchine aziendale e quindi senza ricorrere al contoterzismo. Peraltro, negli ultimi tempi si sta assistendo ad un’inversione di tendenza sempre più marcata. Il quesito è: come mai si verifica un tale trend, nonostante il costo delle attrezzature impiegate non sia proibitivo e le potenze richieste sono comunque agevolmente erogate da trattori di media potenza?

In questo caso è la tempestività il fattore chiave, soprattutto in annate piovose. Grazie alla disponibilità di macchine di produttività elevata, il contoterzista può garantire l’esecuzione rapida e puntuale di lavorazioni che diversamente il singolo agricoltore non potrebbe soddisfare da questo punto di vista. Altri aspetti, peraltro non secondari, riguardano una manodopera dell’impresa agromeccanica che risulta essere dimensionata per la punte di lavoro e la disponibilità di un sufficiente “cuscinetto” contro gli imprevisti legati a rotture delle macchine aziendali, in virtù di un ampio parco mezzi. Giocano senza dubbio un ruolo significativo anche le politiche comunitarie, che hanno imposto di recente una certa diversificazione colturale su parte delle superficie aziendale, portando alla produzione di foraggi da affienare anche in realtà storicamente vocate ad altre colture e, quindi, sprovviste delle operatrici necessarie.

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