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Giardinaggio

Principi e tecniche del verde terapeutico

La progettazione di aree verdi riservate a pazienti o a comunità di recupero si sta diffondendo anche in Italia, dove non mancano casi interessanti come quello dell'ospedale San Carlo Borromeo di Milano. L'obiettivo terapeutico viene perseguito cercando di attivare tutti i sensi, dalla vista all'olfatto, con un'ampia varietà di piante che richiedono un'attenta manutenzione

di Pietro Piccarolo
luglio - agosto - settembre 2018 | Back

Negli ultimi anni anche in Italia è cresciuto l’interesse verso il verde terapeutico, non solo nelle strutture ospedaliere, ma anche nelle case di cura e nei centri di assistenza, dove vengono realizzate aree verdi con finalità curative. Nei Paesi anglosassoni, da cui traggono la loro origine, queste aree verdi vengono chiamate “Healing Gardens”. Tendenza presente anche in molti altri Paesi come USA e Canada dove hanno una buona diffusione.

Il concetto di base di queste realizzazioni deriva dalla presa di consapevolezza che la qualità dell’ambiente è strettamente connessa con la qualità della vita. È dunque il legame tra natura e salute e tra ambiente e benessere, confermato dalla ricerca scientifica del settore, che porta alla realizzazione del verde terapeutico. È stato infatti accertato che, a parità di altre condizioni, i pazienti che si affacciano durante la loro degenza su aree verdi – siano queste un giardino o un parco – guariscono più in fretta; così come, persone anziane residenti in zone con alta concentrazione di verde, hanno una qualità e un’aspettativa di vita superiore.

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce infatti la salute come “uno stato di complessivo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità”.

La fruizione del verde terapeutico può essere di tipo: passivo, che consiste nel guardare il verde dal proprio letto dell’ospedale o anche nello “stare” nel verde; attivo, quando viene praticata un’attività di giardinaggio o di orticoltura “ortoterapia” o altro.

Si tratta in sostanza di realizzare aree verdi in uno spazio esterno (o anche interno), concepite per specifiche esigenze, nell’ambito di strutture pubbliche e private finalizzate al miglioramento della salute e del benessere, sul piano fisico, psichico e sociale delle persone.

Ne deriva che i primi a essere interessati al verde terapeutico sono le strutture ospedaliere e socio sanitarie, i centri di ricovero per anziani e i centri di benessere. A goderne i vantaggi non sono solo i pazienti ma anche i visitatori e i familiari dei pazienti e lo stesso staff medico e sanitario, che può godere di queste aree per avere qualche momento di relax in un ambiente confortevole. A trarne grandi benefici sono anche i centri che si occupano dei bambini e degli adolescenti, come pure quelli rivolti a persone con disabilità o con dipendenze dalle droghe e dall’alcool. L’interesse riguarda anche i centri commerciali, all’interno dei quali la creazione di uno spazio verde strutturato gioverebbe anzitutto ai propri dipendenti per meglio motivarli, ma anche agli stessi clienti che, trovando luogo di incontro socializzante, sarebbero più invogliati a frequentare il centro.

In termini generali si può affermare che nella società in cui viviamo, pervasa dalla tecnologia e con ritmi di vita sempre più frenetici, il poter stare a contatto con la natura non può che migliorare lo stato fisico e mentale di ogni persona.

 

Progettazione

Come anticipato, vi sono vari tipi di aree verdi terapeutiche, in quanto queste strutture vanno realizzate in funzione delle specifiche esigenze dell’utenza. In fase di progettazione devono essere coinvolte diverse competenze, dalle medico-sanitario e psicologiche a quelle botaniche, agronomiche e architettoniche. Anzitutto occorre rispettare i criteri generali di fruibilità, bellezza e gestibilità. Infatti il giardino terapeutico deve essere un’ambiente capace di suscitare sensazioni piacevoli, non deve presentare ostacoli all’eventuali limitazioni di mobilità degli utenti senza richiedere tempi e costi eccessivi di manutenzione.

Per quanto attiene la capacità di suscitare emozioni è importante che la realizzazione riesca a coinvolgere tutti i cinque sensi: la vista, l’odore, il sapore, il tatto e l’udito, singolarmente o in diversa combinazione. Si tratta cioè di creare un legame con il mondo naturale al fine di conferire un senso di benessere. Realizzare cioè una ricchezza di specie e varietà di piante che garantisca anche una mutabilità stagionale. La cromoterapia e quindi il colore, ha una lunga tradizione curativa su diverse patologie in quanto ogni colore ha effetti benefici. Dal verde, che favorisce relax e serenità, al giallo che ispira gioia e calore. Il profumo dei fiori come gli aromi delle piante, hanno effetti legati al grado di piacevolezza percepito per cui se la percezione è piacevole ne derivano effetti psicofisici positivi. Anche il contatto tattile con le piante produce diverse sensazioni che avvicinano l’uomo al naturale, come pure la possibilità di gustare il sapore dei frutti o delle foglie. Il suono ha invece la capacità di dare sensazioni opposte: di disturbo, come può essere il rumore di una macchina, ma anche sensazioni piacevoli come quello che produce la natura. Nel cercare di ottenere questi risultati occorre dare la preferenza alle piante autoctone e comuni più facili da essere apprezzate dalla maggior parte degli utenti.

Sotto l’aspetto architettonico, occorre prevedere strutture che favoriscano l’attività ludica e creare percorsi tra il verde ad andamento circolare con basse pendenze senza ostacoli sul terreno e anche visibili, perché ciò facilita la socializzazione.

 

Ortoterapia

Con l’ortoterapia si mira a creare un’interazione con la natura attraverso l’attività di coltivazione delle piante e di giardinaggio. Prendersi cura delle piante del giardino o di quelle dell’orto aumenta la propria autostima, migliora l’umore e riduce lo stress. Del resto, attività come quella di zappare, potare, annaffiare o estirpare erbacce, rappresentano un ottimo esercizio fisico. Lavorare un paio d’ore nell’orto o nel giardino comporta infatti un consumo di 400-500 kcal, con riduzione del tenore di zucchero nel sangue.

Il ricorso all’ortoterapia risulta particolarmente utile per le persone che presentano qualche disabilità fisica, in quanto la partecipazione attiva alla coltivazione e cura del verde  risulta essere un ottimo metodo riabilitativo. Naturalmente occorre creare le condizioni adatte come, ad esempio, quella di avere cassoni di coltivazione posti ad una certa altezza. Anche nelle carceri l’ortoterapia può contribuire al recupero delle persone che dimostrano interesse per i lavori a contatto con la natura.

In Italia il verde terapeutico si sta lentamente diffondendo e non mancano esempi interessanti. Tra questi vi è l’“Healing Garden” dell’ospedale San Carlo Borromeo di Milano, realizzato attraverso la collaborazione tra il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo e il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano. Si sviluppa su un’area di 5000 m2 e offre diverse possibilità in termini di fruizione: dal giardino degli abbracci caratterizzato da percorsi sinuosi di diversa lunghezza nel verde, all’orto sinergico che consente di avere un’interazione attiva con la vegetazione.

Gestione e manutenzione

La gestione e manutenzione di questi giardini non è diversa da quella di altre tipologie. La presenza di tappeti erbosi richiede le cure ordinarie di taglio dell’erba, di concimazione, di irrigazione, ecc.; mentre quella di aree con piante da fiori con arbusti o alberi di alto fusto ha bisogno di concimazione, irrigazione, trattamenti, potature ecc. Il tutto sotto la guida di personale specializzato.

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