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CBM-Mita: nasce a Dewas uno stabilimento high tech

Conto alla rovescia per l'inaugurazione dello stabilimento produttivo della CBM a Dewas, che consentirà all'azienda modenese di ampliare ulteriormente la propria produzione. Il sito, posizionato in un'area strategica per la logistica, è stato realizzato con le più moderne tecnologie costruttive e gli impianti più innovativi

di Giovanni M. Losavio
dicembre 2017 | Back

Mancano poche settimane all’inaugurazione del secondo stabilimento del Gruppo CBM in India. L’apertura dell’impianto produttivo, gestito dall’azienda modenese attraverso la sua controllata Mita India, è prevista per gennaio o al più tardi febbraio 2018 quando partirà la produzione dei primi componenti: sollevatori idraulici ed elettronici, distributori, valvole idrauliche e attacchi a tre punti. Si concretizza così uno degli investimenti più significativi degli ultimi anni realizzati dall’azienda emiliana. Alla vigilia di questo importante appuntamento, Mondo Macchina ha intervistato Enrico Cornia, amministratore delegato CBM, per fare il punto sulle potenzialità e le strategie di sviluppo del gruppo nel subcontinente indiano.

Il vostro gruppo è presente in India già dal 2000, anno in cui divenne operativo l’impianto di Ghaziabad, vicino a Delhi. Poi, nel 2014, la decisione di aprirne un secondo nello Stato di Madhia Pradesh, a Dewas, mille chilometri a Sud. Quali obiettivi si prefigge la vostra azienda con il nuovo sito produttivo e quali sinergie avete programmato fra le due unità produttive?

Il sito produttivo di Ghaziabad, specializzato nella fabbricazione di sollevatori e attacchi a tre punti, ha ormai raggiunto la sua massima capacità produttiva. Il nuovo impianto del Madhia Pradesh si è reso necessario proprio per consentirci di espandere ulteriormente la nostra offerta non soltanto sul mercato indiano, dove comunque realizziamo numeri importanti, ma anche all’estero, in Nord America, Europa e Turchia. Peraltro, l’impianto di Dewas è stato progettato con tutte le più moderne tecnologie e ci permetterà quindi di offrire componenti molto innovativi e di qualità sempre più elevata.

Una struttura, quella del Madhia Pradesh, che insiste su una superficie di ben 40 mila metri quadrati, e che si presenta come un impianto all’avanguardia dal punto di vista costruttivo e quello organizzativo...

Lo stabilimento si trova in una città di 230 mila abitanti, vicina al più popoloso centro di Indore, dove vivono circa 2 milioni di persone.

È zona strategica per la logistica, sulla dorsale autostradale Delhi-Pune, che vede una crescente presenza industriale. E tra le aziende che si stanno insediando sul territorio c’è anche uno dei nostri principali clienti, con cui potremmo attivare un canale di fornitura door to door. Dal punto di vista costruttivo, il sito di Dewas offre i più innovativi impianti di produzione, prevedendo ad esempio, sistemi di lavaggio robotizzati, banchi di collaudo con dispositivi di flussaggio continuo dell’olio per la contaminazione, linee di montaggio realizzate secondo i principi del “lean manufacturing”.

A distanza di diciotto anni il Gruppo CBM rilancia dunque in India con un nuovo investimento, e questo significa ravvisare in questo Paese grandi potenzialità. Come si sta sviluppando il mercato indiano e quale fisionomia avrà nel medio e lungo periodo?

è un mercato che offre indubbiamente grandi potenzialità. Oggi nel mercato delle trattrici, circa 600 mila, prevalgono comunque le classi di potenza medio bassa, dai 30 ai 50 cavalli.

Secondo le nostre previsioni questa situazione è destinata a cambiare nei prossimi anni con un progressivo incremento della potenza, che spingerà la domanda verso una tecnologia di prodotto più simile a quella europea. In un contesto del genere la capacità di fare innovazione sarà sempre di più un fattore chiave per essere competitivi, anche nel subcontinente indiano.

L’insediamento produttivo in un Paese come l’India rappresenta una sfida anche sotto il profilo organizzativo e delle risorse umane. Quante unità verranno impiegate nello stabilimento e quali profili professionali avete ricercato in loco?

Partiremo con un centinaio di persone per arrivare a trecento, una volta a pieno regime. Abbiamo formato il personale locale a Ghaziabad, perché a Dewas, che non ha una tradizione industriale consolidata, è difficile trovare manodopera specializzata, mentre per le figure tecniche più importanti ci siamo rivolti alle vicine università di Indore. Le funzioni di ricerca e sviluppo, legate quindi alla progettazione e alla sperimentazione continueranno invece a far capo alla nostra sede in Italia.


Il Gruppo CBM punta sull’India

Il Gruppo CBM è attivo nel tessuto produttivo modenese dalla fine degli anni ‘60 quando il fondatore Omero Cornia e sua moglie Paola Bergamini compresero che di lì a poco il sistema di attacco a tre punti sarebbe diventato una componente fondamentale delle trattrici. All’epoca, la neonata CBM si trovò ad operare in un segmento di mercato con grandi possibilità di sviluppo, riuscendo ad instaurare importanti partnership con alcuni tra i maggiori costruttori italiani di macchine agricole. Dai primi componenti progettati su commissione si passò ad una vera e propria “gamma CBM”. Su queste basi l’azienda emiliana iniziò a diversificare la produzione acquisendo prima la Mita Oleodinamica, seguita dalla creazione della controllata Mita India Pvt. Ltd, poi la Tetra Acciai specializzata nel trattamento termico degli acciai legati e speciali. Nel 2007 è la volta della CBM Polska, con cui il gruppo raggiunge l’assetto attuale. All’interno della compagine industriale, la capofila CBM ha mantenuto la forte specializzazione nei segmenti degli attacchi a tre punti anteriori e posteriori per trattrici con un range di potenza da 20 a 450 cavalli. Nel subcontinente indiano il gruppo è presente, attraverso la controllata Mita India, con lo stabilimento di Ghaziabad, fondato nel 2000, e con un secondo importante insediamento che sarà presto inaugurato a Dewas, circa mille chilometri a Sud di Delhi. Nel primo stabilimento indiano si producono attacchi a tre punti e sollevatori per trattrici con potenza compresa tra 20 e 60 cavalli, ed anche il secondo sito sarà dedicato alla produzione di attacchi a tre punti e sollevatori e ad altre tipologie di prodotto, avrà un importante impatto occupazionale e permetterà al gruppo modenese di rafforzare ulteriormente la presenza su un mercato in costante espansione come quello indiano e su tutti quei mercati internazionali che richiedono le tecnologie firmate CBM.

 



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